Attualità
Classifica della qualità della vita, Bari è 72esima, pesano giustizia e lavoro, male le altre pugliesi
In città ci sono troppi furti, troppi incidenti stradali e una giustizia lumaca. L'anno scorso il capoluogo era 67esimo
Bari - lunedì 14 dicembre 2020
10.32
Bari è 72esima nella trentunesima classifica della qualità della vita 2020 de Il sole 24 ore. C'è poco da stare allegri insomma considerando che l'anno scorso il capoluogo della Puglia era al 67esimo posto (per la prima volta in 30 anni di classifica visto che solitamente, con leggeri scostamenti la posizione resta intorno all'80esimo posto).
Obiettivo dell'indagine, che analizza 90 indicatori, per la maggior parte (circa 60) aggiornati al 2020, è fare una radiografia sullo stato di salute dei territori italiani, quest'anno fortemente compromessi dalla crisi Coronavirus (analizzata a parte).
L'insieme delle classifiche dei vari indicatori è cioè: un 69esimo posto per ricchezza e consumi, un 42esimo per ambiente e servizi, un triste 85esimo posto per giustizia e sicurezza, un altrettanto negativo risultato (84esimo) per affari e lavoro, un 21esimo per demografia e società e infine un 57esimo per cultura e tempo libero.
Bari è quindi maglia nera per due indicatori principali: giustizie/sicurezza e lavoro.
In particolare in città ci sono troppi furti (1904.19 - denunce ogni 100mila abitanti), troppi incidenti stradali (7.6819 - morti e feriti ogni mille abitanti - che ci fa arrivare al penultimo posto in Italia), troppe cause pendenti e una durata media degna di una lumaca zoppa.
Sul lavoro non va meglio con un basso tasso di occupazione che ci spinge ad un 72esimo posto, bassa è la diffusione del reddito di cittadinanza sul territorio, enorme il gap occupazionale per quanto riguarda le imprese femminili (ultimo posto in classifica), inesistenti le imprese straniere sul nostro territorio, va meglio invece con le start up (5.82608 - ogni mille società di capitale).
Con la cultura invece Bari si piazza a metà classifica. In questo indicatore quello che colpisce è l'indice di lettura dei quotidiani (81esimo posto), la bassa presenza di ristoranti e bar ogni mille abitanti (va considerato che a Bari tutto viene concentrato in pochissime zone), bassa anche la presenza biblioteche con un 79esimo posto, va meglio invece per quanto riguarda i cinema e gli eventi sportivi.
A guidare la classifica è Bologna, mentre Il Sud, con Crotone al 107esimo posto, e le altre pugliesi intorno (Lecce 83, Brindisi 88, Taranto 96, Bat 97 e Foggia100), resta fermo nella parte bassa della classifica, con i sui problemi di sempre guadagnando solo posizioni al capitolo Demografia e salute, perché il virus è stato meno impattante del Nord, ma restano sul fondo nelle altre categorie dove pesano i divari strutturali ereditati dal passato.
Obiettivo dell'indagine, che analizza 90 indicatori, per la maggior parte (circa 60) aggiornati al 2020, è fare una radiografia sullo stato di salute dei territori italiani, quest'anno fortemente compromessi dalla crisi Coronavirus (analizzata a parte).
Ma cosa ha portato a questo risultato per Bari?
L'insieme delle classifiche dei vari indicatori è cioè: un 69esimo posto per ricchezza e consumi, un 42esimo per ambiente e servizi, un triste 85esimo posto per giustizia e sicurezza, un altrettanto negativo risultato (84esimo) per affari e lavoro, un 21esimo per demografia e società e infine un 57esimo per cultura e tempo libero.
Bari è quindi maglia nera per due indicatori principali: giustizie/sicurezza e lavoro.
In particolare in città ci sono troppi furti (1904.19 - denunce ogni 100mila abitanti), troppi incidenti stradali (7.6819 - morti e feriti ogni mille abitanti - che ci fa arrivare al penultimo posto in Italia), troppe cause pendenti e una durata media degna di una lumaca zoppa.
Sul lavoro non va meglio con un basso tasso di occupazione che ci spinge ad un 72esimo posto, bassa è la diffusione del reddito di cittadinanza sul territorio, enorme il gap occupazionale per quanto riguarda le imprese femminili (ultimo posto in classifica), inesistenti le imprese straniere sul nostro territorio, va meglio invece con le start up (5.82608 - ogni mille società di capitale).
Con la cultura invece Bari si piazza a metà classifica. In questo indicatore quello che colpisce è l'indice di lettura dei quotidiani (81esimo posto), la bassa presenza di ristoranti e bar ogni mille abitanti (va considerato che a Bari tutto viene concentrato in pochissime zone), bassa anche la presenza biblioteche con un 79esimo posto, va meglio invece per quanto riguarda i cinema e gli eventi sportivi.
E nel resto d'Italia?
A guidare la classifica è Bologna, mentre Il Sud, con Crotone al 107esimo posto, e le altre pugliesi intorno (Lecce 83, Brindisi 88, Taranto 96, Bat 97 e Foggia100), resta fermo nella parte bassa della classifica, con i sui problemi di sempre guadagnando solo posizioni al capitolo Demografia e salute, perché il virus è stato meno impattante del Nord, ma restano sul fondo nelle altre categorie dove pesano i divari strutturali ereditati dal passato.