Politica
Comune di Bari, imposte invariate nel 2019? È scontro sulla Tari in Consiglio
Petruzzelli: «Sconto importante per chi fa il porta a porta». Carrieri e Melini: «Soldi che saranno presi dal bilancio comunale»
Bari - giovedì 21 marzo 2019
18.48
Seduta-fiume del Consiglio comunale di Bari nella giornata di oggi: sul tavolo la manovra tributaria 2019. In scena uno scontro acceso fra la maggioranza di centrosinistra e le opposizioni per quanto riguarda la Imposta Unica Comunale (IUC), la quale si articola in tre tributi distinti: Imposta Municipale Propria (IMU), Tributo per i Servizi Indivisibili (TASI) e Tassa sui Rifiuti (TARI). «Per quanto riguarda l'IMU, premesso che non vi è alcuna imposta sull'abitazione principale, le aliquote per le altre abitazioni restano invariate rispetto agli scorsi anni così come le agevolazioni previste - si legge nella nota diramata da Palazzo di città. Anche per la TASI, a partire dal 2016, per effetto della legge di Stabilità, è stata abolita la Tasi per l'abitazione principale, fatta eccezione per le abitazioni di categoria A/1, A/8 e A/9».
La "battaglia" politica, invece, si gioca sul tema della Tari. «Le aliquote previste si manterranno sostanzialmente invariate rispetto a quelle relative al precedente triennio 2016 - 2018, e ciò sia per le utenze domestiche sia per quelle non domestiche - continuano dal Comune. Anche per il 2019 viene confermata la riduzione del 25 % della parte variabile della tariffa per i quartieri che si distinguono per la raccolta differenziata, affiancando a tale riduzione quella per chi pratica il compostaggio domestico. Vengono, inoltre, confermate la riduzione e l'esenzione del tributo in favore delle utenze domestiche in condizioni di disagio socio - economico (famiglie con basso reddito, ultraottantenni, famiglie numerose). Completano il quadro delle agevolazioni della Tari le riduzioni per le utenze non domestiche che avviano rifiuti al riutilizzo e per quelle caratterizzate da vaste aree scoperte a bassa produttività di rifiuto».
«Abbiamo mantenuto l'impegno di non aumentare la pressione fiscale - spiega l'assessore al Bilancio Alessandro D'Adamo. Oggi i cittadini baresi non pagheranno l'aumento del costo del servizio di gestione dei rifiuti perché, a monte, l'amministrazione ha fatto una scelta precisa. L'obiettivo è effettuare la raccolta differenziata e produrre meno rifiuti da trasportare in discarica con un costo che cresce di anno in anno, senza però gravare sui cittadini, come invece accade in tutti i comuni d'Italia che introducono il nuovo servizio. I soldi necessari a coprire l'aumento del servizio sono utili prodotti da Amiu, azienda municipale cui è nostro dovere chiedere di avere una gestione virtuosa. Quindi abbiamo attivato una sorta di circuito virtuoso che ci permette di migliorare il servizio di raccolta senza chiedere altri sforzi ai cittadini. Il prossimo obiettivo sarà quello di ottenere un risparmio sul conferimento dei rifiuti in modo da far scendere il costo complessivo del servizio. Obiettivo che si potrà raggiungere solo con l'estensione ad altri quartieri del servizio porta a porta».
Soddisfatto anche il commento dell'assessore all'Ambiente: «Come già accaduto lo scorso anno - aggiunge Pietro Petruzzelli - i residenti di Palese, Santo Spirito, San Pio e Catino otterranno uno sconto del 25% della parte variabile della Tari grazie all'ottimo risultato raggiunto con la raccolta porta a porta. E, come promesso, a partire da quest'anno lo stesso beneficio è stato riconosciuto anche ai residenti dei quartieri Fesca, San Girolamo, San Cataldo e Villaggio Trieste. Ciò dimostra che la collaborazione virtuosa tra amministrazione comunale e cittadini, che in questi quartieri hanno conseguito circa l'80% di raccolta differenziata, è vantaggiosa per tutti, tanto in termini economici quanto ambientali».
Lettura diametralmente opposta, invece, quella che danno i consiglieri Giuseppe Carrieri (Forza Italia) e Irma Melini (Gruppo misto e candidata sindaco), i quali concordano nel parlare di una manovra che «Ammonta a 73 milioni e 647.884,18 Euro», ovvero il «Il costo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nella città di Bari, richiesto quest'anno da Amiu Puglia - come dice Carrieri. Una cifra spropositata, che peraltro cresce di mezzo milione di euro rispetto al 2018». I due convergono anche nell'analisi del provvedimento assunto in Consiglio: «L'aumento, pur essendoci, non sarà percepibile sulla bolletta 2019 solo e unicamente perché hanno impiegato 4.470.000 euro, di soldi dei baresi, per coprire l'aumento della tassa», sottolinea Melini.
«Anche quest'anno l'aumento delle tariffe rifiuti per case, negozi e bar è ben nascosto - fa eco Carrieri. Con un'operazione contabile, infatti, saranno presi dal bilancio comunale gli oltre 4 milioni di euro che imprese e cittadini dovevano pagare in più nelle bollette della Tari». «Questi quattro milioni - prosegue Melini - potevano essere utilizzati per altro, sono soldi sottratti ai servizi che avremmo potuto garantire ai baresi, invece saranno utilizzati per coprire i costi di un porta a porta che sta diventando un ulteriore sanzione per i cittadini, un porta a porta che ci costerà anche quest'anno quattro milioni in più. E la cosa più grave in questo scenario è che il servizio di Amiu, che ci costa 73 milioni, è un servizio scadente, visto che di tutto si può parlare meno che di decoro e pulizia della città». «Il sistema di raccolta porta a porta (che procede a rilento) in altri comuni comporta una diminuzione dei costi; a Bari invece aumentano. Otto milioni costa infatti ai baresi il conferimento in discarica dei rifiuti prodotti, cui si aggiungono le penalità regionali (ecotassa) pari a oltre 600 mila euro», conclude Carrieri.
La "battaglia" politica, invece, si gioca sul tema della Tari. «Le aliquote previste si manterranno sostanzialmente invariate rispetto a quelle relative al precedente triennio 2016 - 2018, e ciò sia per le utenze domestiche sia per quelle non domestiche - continuano dal Comune. Anche per il 2019 viene confermata la riduzione del 25 % della parte variabile della tariffa per i quartieri che si distinguono per la raccolta differenziata, affiancando a tale riduzione quella per chi pratica il compostaggio domestico. Vengono, inoltre, confermate la riduzione e l'esenzione del tributo in favore delle utenze domestiche in condizioni di disagio socio - economico (famiglie con basso reddito, ultraottantenni, famiglie numerose). Completano il quadro delle agevolazioni della Tari le riduzioni per le utenze non domestiche che avviano rifiuti al riutilizzo e per quelle caratterizzate da vaste aree scoperte a bassa produttività di rifiuto».
«Abbiamo mantenuto l'impegno di non aumentare la pressione fiscale - spiega l'assessore al Bilancio Alessandro D'Adamo. Oggi i cittadini baresi non pagheranno l'aumento del costo del servizio di gestione dei rifiuti perché, a monte, l'amministrazione ha fatto una scelta precisa. L'obiettivo è effettuare la raccolta differenziata e produrre meno rifiuti da trasportare in discarica con un costo che cresce di anno in anno, senza però gravare sui cittadini, come invece accade in tutti i comuni d'Italia che introducono il nuovo servizio. I soldi necessari a coprire l'aumento del servizio sono utili prodotti da Amiu, azienda municipale cui è nostro dovere chiedere di avere una gestione virtuosa. Quindi abbiamo attivato una sorta di circuito virtuoso che ci permette di migliorare il servizio di raccolta senza chiedere altri sforzi ai cittadini. Il prossimo obiettivo sarà quello di ottenere un risparmio sul conferimento dei rifiuti in modo da far scendere il costo complessivo del servizio. Obiettivo che si potrà raggiungere solo con l'estensione ad altri quartieri del servizio porta a porta».
Soddisfatto anche il commento dell'assessore all'Ambiente: «Come già accaduto lo scorso anno - aggiunge Pietro Petruzzelli - i residenti di Palese, Santo Spirito, San Pio e Catino otterranno uno sconto del 25% della parte variabile della Tari grazie all'ottimo risultato raggiunto con la raccolta porta a porta. E, come promesso, a partire da quest'anno lo stesso beneficio è stato riconosciuto anche ai residenti dei quartieri Fesca, San Girolamo, San Cataldo e Villaggio Trieste. Ciò dimostra che la collaborazione virtuosa tra amministrazione comunale e cittadini, che in questi quartieri hanno conseguito circa l'80% di raccolta differenziata, è vantaggiosa per tutti, tanto in termini economici quanto ambientali».
Lettura diametralmente opposta, invece, quella che danno i consiglieri Giuseppe Carrieri (Forza Italia) e Irma Melini (Gruppo misto e candidata sindaco), i quali concordano nel parlare di una manovra che «Ammonta a 73 milioni e 647.884,18 Euro», ovvero il «Il costo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nella città di Bari, richiesto quest'anno da Amiu Puglia - come dice Carrieri. Una cifra spropositata, che peraltro cresce di mezzo milione di euro rispetto al 2018». I due convergono anche nell'analisi del provvedimento assunto in Consiglio: «L'aumento, pur essendoci, non sarà percepibile sulla bolletta 2019 solo e unicamente perché hanno impiegato 4.470.000 euro, di soldi dei baresi, per coprire l'aumento della tassa», sottolinea Melini.
«Anche quest'anno l'aumento delle tariffe rifiuti per case, negozi e bar è ben nascosto - fa eco Carrieri. Con un'operazione contabile, infatti, saranno presi dal bilancio comunale gli oltre 4 milioni di euro che imprese e cittadini dovevano pagare in più nelle bollette della Tari». «Questi quattro milioni - prosegue Melini - potevano essere utilizzati per altro, sono soldi sottratti ai servizi che avremmo potuto garantire ai baresi, invece saranno utilizzati per coprire i costi di un porta a porta che sta diventando un ulteriore sanzione per i cittadini, un porta a porta che ci costerà anche quest'anno quattro milioni in più. E la cosa più grave in questo scenario è che il servizio di Amiu, che ci costa 73 milioni, è un servizio scadente, visto che di tutto si può parlare meno che di decoro e pulizia della città». «Il sistema di raccolta porta a porta (che procede a rilento) in altri comuni comporta una diminuzione dei costi; a Bari invece aumentano. Otto milioni costa infatti ai baresi il conferimento in discarica dei rifiuti prodotti, cui si aggiungono le penalità regionali (ecotassa) pari a oltre 600 mila euro», conclude Carrieri.