Servizi sociali
Contrasto alla marginalità adulta, a Bari arrivano altri 600mila euro
L'assessorato al Welfare ha ottenuto il finanziamento dal ministero delle Politiche sociali
Bari - sabato 24 settembre 2022
Comunicato Stampa
Grazie al lavoro realizzato quest'anno, alla rapidità e correttezza delle procedure amministrative individuate, nonché ai risultati raggiunti, in termini di inclusione e coinvolgimento dei cittadini, l'assessorato comunale al Welfare ha ottenuto un nuovo finanziamento per gli interventi finalizzati al contrasto della grave emarginazione adulta e della condizione di senza dimora, nell'ambito dell'avviso 4/2016 a valere sui due programmi POC Inclusione e PO I FEAD, già ampliati a seguito dell'assegnazione di residui non utilizzati da altri Comuni.
Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha infatti valutato positivamente gli interventi realizzati, rilevando la correttezza delle procedure adottate dall'assessorato al Welfare e riconoscendo, quindi, un nuovo finanziamento all'ambito di Bari dell'importo complessivo di 637.882,51 euro, di cui 490.560 euro a valere sul POC Inclusione e 147.322,51 euro sul PO I FEAD.
«Siamo orgogliosi di ricevere un nuovo riconoscimento dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali - commenta l'assessora al Welfare Francesca Bottalico - che ha previsto una premialità per il programma di azioni di contrasto alle povertà estreme, che potrà rendere sostenibili nel tempo i servizi avviati. Si tratta di un risultato importantissimo perché siamo riusciti ad intercettare tantissime persone e avviare percorsi di autonomia, anche per casi molto complessi, grazie all'attivazione di numerosi servizi di prossimità, alcuni dei quali a carattere sperimentale, oggi adottati in diverse città pugliesi e italiane».
Il risultato è frutto di un programma complesso di azioni individuate nell'ambito del primo Piano cittadino di contrasto alla grave marginalità adulta, che negli ultimi anni ha messo in campo un ventaglio di interventi integrati per il contrasto delle povertà alimentari, socio-sanitarie e abitative con l'avvio di percorsi di autonomia per adulti e famiglie in povertà estrema. È il caso, ad esempio, delle nuove Case di comunità per vulnerabili e Condomini Sociali per famiglie in situazioni di sfratto esecutivo, adulti e anziani in situazione di povertà e persone senza dimora. Progettualità che, in linea con le linee guida nazionali, hanno avviato la sperimentazione di interventi infrastrutturali sociali per l'accoglienza e la tutela socio-sanitaria delle persone senza dimora o di quelle fortemente deprivate, particolarmente esposte perciò al rischio di vulnerabilità sanitaria, in attesa di una presa in carico del sistema sanitario. Tali progetti di accoglienza hanno rappresentato una risposta qualificata ai bisogni complessi di singoli e famiglie che, all'interno delle strutture e dei servizi di welfare esistenti, non avrebbero potuto trovare un contesto adeguato per la presa in carico complessiva.
Pertanto, attraverso una strutturazione di questa tipologia di servizi dedicati alle situazioni più a rischio devianza, e non prettamente sanitari, potranno essere avviati progetti individualizzati con l'impiego di maggiori risorse per le situazioni più complesse.
Fondamentale è stata, inoltre, l'attivazione di nuovi servizi di prossimità e del servizio sperimentale UPE - Unità straordinaria povertà estreme, che agisce sia nella fase dell'emergenza sia in quella del sostegno e dell'accompagnamento all'autonomia lavorativa e abitativa attraverso la presa in carico della persona da parte di un'equipe multidisciplinare che include competenze educative, sociali, legali, sanitarie, psicologiche, transculturali e organizzative.
Nella stessa direzione va la creazione della "La casa della genitorialità - i primi 1000 giorni", un servizio a supporto delle mamme partorienti sole e/o in condizioni di fragilità socio-economica presso il reparto materno-infantile dei presidi ospedalieri cittadini. Un'esperienza innovativa pensata per sostenere famiglie con figli di età compresa tra 0 e 3 anni attraverso interventi di supervisione/valutazione scientifica sulla presa in carico di nuclei vulnerabili e neogenitori tra ospedale e territorio, con azioni di accompagnamento domiciliare post-parto, gruppi di ascolto e mutuo aiuto tra i genitori, scuola per favorire la genitorialità consapevole, sportello mamma e sportello papà, mediazione linguistica e culturale della nascita, orientamento per il periodo prenatale ed emporio sociale.
Accanto a questi servizi strutturati, si è lavorato per l'avvio di percorsi individualizzati per il raggiungimento dell'autonomia attraverso l'attività di sportelli di orientamento lavorativo e legale, percorsi di informazione e accesso alle risorse realizzati nei territori maggiormente vulnerabili, corsi di educazione alimentare e distribuzione di social bags e kit di emergenza a cura delle Unità di strada in favore delle persone più fragili.
Nel corso dell'intera programmazione sono state raggiunte complessivamente 12.573 persone.
Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha infatti valutato positivamente gli interventi realizzati, rilevando la correttezza delle procedure adottate dall'assessorato al Welfare e riconoscendo, quindi, un nuovo finanziamento all'ambito di Bari dell'importo complessivo di 637.882,51 euro, di cui 490.560 euro a valere sul POC Inclusione e 147.322,51 euro sul PO I FEAD.
«Siamo orgogliosi di ricevere un nuovo riconoscimento dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali - commenta l'assessora al Welfare Francesca Bottalico - che ha previsto una premialità per il programma di azioni di contrasto alle povertà estreme, che potrà rendere sostenibili nel tempo i servizi avviati. Si tratta di un risultato importantissimo perché siamo riusciti ad intercettare tantissime persone e avviare percorsi di autonomia, anche per casi molto complessi, grazie all'attivazione di numerosi servizi di prossimità, alcuni dei quali a carattere sperimentale, oggi adottati in diverse città pugliesi e italiane».
Il risultato è frutto di un programma complesso di azioni individuate nell'ambito del primo Piano cittadino di contrasto alla grave marginalità adulta, che negli ultimi anni ha messo in campo un ventaglio di interventi integrati per il contrasto delle povertà alimentari, socio-sanitarie e abitative con l'avvio di percorsi di autonomia per adulti e famiglie in povertà estrema. È il caso, ad esempio, delle nuove Case di comunità per vulnerabili e Condomini Sociali per famiglie in situazioni di sfratto esecutivo, adulti e anziani in situazione di povertà e persone senza dimora. Progettualità che, in linea con le linee guida nazionali, hanno avviato la sperimentazione di interventi infrastrutturali sociali per l'accoglienza e la tutela socio-sanitaria delle persone senza dimora o di quelle fortemente deprivate, particolarmente esposte perciò al rischio di vulnerabilità sanitaria, in attesa di una presa in carico del sistema sanitario. Tali progetti di accoglienza hanno rappresentato una risposta qualificata ai bisogni complessi di singoli e famiglie che, all'interno delle strutture e dei servizi di welfare esistenti, non avrebbero potuto trovare un contesto adeguato per la presa in carico complessiva.
Pertanto, attraverso una strutturazione di questa tipologia di servizi dedicati alle situazioni più a rischio devianza, e non prettamente sanitari, potranno essere avviati progetti individualizzati con l'impiego di maggiori risorse per le situazioni più complesse.
Fondamentale è stata, inoltre, l'attivazione di nuovi servizi di prossimità e del servizio sperimentale UPE - Unità straordinaria povertà estreme, che agisce sia nella fase dell'emergenza sia in quella del sostegno e dell'accompagnamento all'autonomia lavorativa e abitativa attraverso la presa in carico della persona da parte di un'equipe multidisciplinare che include competenze educative, sociali, legali, sanitarie, psicologiche, transculturali e organizzative.
Nella stessa direzione va la creazione della "La casa della genitorialità - i primi 1000 giorni", un servizio a supporto delle mamme partorienti sole e/o in condizioni di fragilità socio-economica presso il reparto materno-infantile dei presidi ospedalieri cittadini. Un'esperienza innovativa pensata per sostenere famiglie con figli di età compresa tra 0 e 3 anni attraverso interventi di supervisione/valutazione scientifica sulla presa in carico di nuclei vulnerabili e neogenitori tra ospedale e territorio, con azioni di accompagnamento domiciliare post-parto, gruppi di ascolto e mutuo aiuto tra i genitori, scuola per favorire la genitorialità consapevole, sportello mamma e sportello papà, mediazione linguistica e culturale della nascita, orientamento per il periodo prenatale ed emporio sociale.
Accanto a questi servizi strutturati, si è lavorato per l'avvio di percorsi individualizzati per il raggiungimento dell'autonomia attraverso l'attività di sportelli di orientamento lavorativo e legale, percorsi di informazione e accesso alle risorse realizzati nei territori maggiormente vulnerabili, corsi di educazione alimentare e distribuzione di social bags e kit di emergenza a cura delle Unità di strada in favore delle persone più fragili.
Nel corso dell'intera programmazione sono state raggiunte complessivamente 12.573 persone.