Attualità
Contro omofobia e violenza, il presidio al parco Rossani: «Vogliamo sentirci liberi»
L'appello delle associazioni Lgbtqia+: «Chiediamo percorso di formazione per le forze dell'ordine»
Bari - martedì 5 luglio 2022
9.21
La comunità Lgbtqia+ barese torna a scendere in piazza. Dopo il Bari pride 2022 del 2 luglio, che ha visto la partecipazione di 10mila persone, ieri pomeriggio le associazioni Lgbtqia+, universitarie, studentesche e i singoli cittadini si sono dati appuntamento al parco Rossani in presidio. Si tratta dello stesso luogo dive, 24 ore prima, era andata in scena la brutale aggressione ai danni di una coppia, un 19enne e una 23enne 'non binary' (che non si riconoscono nella identità di genere uomo-donna), con insulti ma anche con calci e colpi di pietre, fino al trasporto in ospedale.
«Quando usciamo di casa non vogliamo sentirci coraggiose ma vogliamo sentirci libere - ha detto Asia Iurlo, portavoce del Bari pride. Per questo oggi siamo qui a rivendicare che questo deve essere uno spazio sicuro, e per questo deve essere vissuto dalla cittadinanza senza paura e dalle associazioni del territorio».
Iurlo ha poi rilanciato un appello rivolto alle istituzioni: «Chiediamo all'amministrazione comunale - aggiunge Iurlo - di rafforzare quelle che sono le esperienze positive delle associazioni per riempire questi spazi sociali; chiediamo percorsi di formazione per le forze dell'ordine affinché siano in grado di accogliere appieno le denunce: chi subisce un'aggressione omolesbobitransfobica non può trovarsi nel momento in cui la riporta a subire ulteriori violenze perché la propria identità non viene riconosciuta, o perché non si hanno elementi per rapportarsi col linguaggio giusto a chi si dovrebbe difendere», le parole raccolte dall'agenzia Ansa.
«Quando usciamo di casa non vogliamo sentirci coraggiose ma vogliamo sentirci libere - ha detto Asia Iurlo, portavoce del Bari pride. Per questo oggi siamo qui a rivendicare che questo deve essere uno spazio sicuro, e per questo deve essere vissuto dalla cittadinanza senza paura e dalle associazioni del territorio».
Iurlo ha poi rilanciato un appello rivolto alle istituzioni: «Chiediamo all'amministrazione comunale - aggiunge Iurlo - di rafforzare quelle che sono le esperienze positive delle associazioni per riempire questi spazi sociali; chiediamo percorsi di formazione per le forze dell'ordine affinché siano in grado di accogliere appieno le denunce: chi subisce un'aggressione omolesbobitransfobica non può trovarsi nel momento in cui la riporta a subire ulteriori violenze perché la propria identità non viene riconosciuta, o perché non si hanno elementi per rapportarsi col linguaggio giusto a chi si dovrebbe difendere», le parole raccolte dall'agenzia Ansa.