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Politica

Covid, Emiliano: «Servono misure severe in tutta Italia». Lopalco: «Comportarsi come in lockdown»

Il governatore della Regione Puglia: «Non abbiamo posti letto sufficienti». L'assessore alla Sanità: «Potremmo avere numeri come in Francia»

«Servono misure severe ovunque in Italia prima che i nostri ospedali siano sopraffatti. I numeri dei contagiati sono troppo alti e serve diminuirli rallentando la circolazione delle persone. Si deve uscire di casa solo per lavorare, istruirsi o per altre gravi necessità». Lo ha scritto in un post Facebook il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, chiedendo interventi trasversali per arginare la crescente emergenza Covid nelle strutture sanitarie italiane.

Ospite di Rai tre, ieri sera Emiliano ha aggiunto: «Ci hanno fatto fare persino le elezioni durante la seconda ondata. Noi governatori chiedevamo le elezioni a luglio proprio per questo motivo, ma il Cts ci ha spostati a settembre, e alla fine si sono contagiati anche gli stessi candidati».

Sulla scelta del governatore della Campania De Luca di istituire un lockdown per 30/40 giorni di fronte al vertiginoso aumento dei casi, Emiliano aggiunge: «Abbiamo sparso un innesco sconsiderato. Non abbiamo posti letto sufficienti. In Campania ci sono 2300 contagiati in 24 ore, più della metà di quelli che si sono contagiati a marzo-aprile in tutta la Puglia. Il trend andrà avanti così; in primavera avevamo un lockdown, oggi questo muro non c'è. Non abbiamo impressione che il coprifuoco e le altre misure possano arginare il picco. Se dalla Lombardia alla Campania non abbiamo posti letto, bisogna prendere delle decisioni difficili ma ormai evidenti».

Emiliano prosegue in un post social: «Si deve uscire di casa solo per lavorare, istruirsi o per altre gravi necessità. La nostra vita sociale e familiare deve essere prudentissima. Si può accettare qualche rischio in più solo per garantire la sopravvivenza economica a tutti. Se si colpiscono attività economiche la regola deve essere che la sopravvivenza di quelle famiglie va garantita da tutti quelli che continuano a lavorare e a produrre reddito».

Stessa linea anche per Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità della Regione Puglia. Intervenendo a Sky tg24, Lopalco ha detto: «La situazione rispetto a marzo è completamente diversa, perché a marzo abbiamo subito un'ondata pandemica senza preavviso e senza far nulla perché non sapevamo che stava covando questa serie di contagi. Ora i contagi li vediamo, li stiamo registrando e cerchiamo di controllarli. sappiamo bene che dobbiamo controllare i contagi ma non può farlo soltanto la Sanità perché non si riesce. Necessario è prendere le misure cosiddette non mediche, come distanziamento sociale, mascherine e confinamento. Prima ancora di aspettare la decisione del Governo ogni italiano dovrebbe rendersi conto che la situazione è critica e dovrebbe limitare al minimo i contatti personali. Dovremmo individualmente e spontaneamente comportarci come se fossimo in lockdown».

L'epidemiologo ha continuato: «In questo momento dobbiamo cercare di anticipare la situazione epidemiologica, che nei Paesi vicini è evidente. Dobbiamo intervenire subito con delle misure importanti perché altrimenti la direzione dei contagi è quella, non vedo perché in Italia non debba succedere quello che sta succedendo in Francia. Lì è successo prima perché si sono mossi con ritardo e perché la ripresa dopo la pausa estiva delle attività al chiuso, come scuole e uffici, è partita prima. Spero che già da adesso potremo osservare un rallentamento dei contagi in seguito alle prime misure prese».

Analizzando la situazione degli ospedali, Lopalco ha spiegato: «In questo momento le terapie intensive non sono un problema, lo è la reperibilità dei posti letto ordinari. L'altro problema è il tracciamento sul territorio, in Puglia ad esempio al momento stiamo reggendo ma se i numeri dovessero crescere il tracciamento dev'essere allentato perché non ci sono uomini. È inutile parlare di cosa non ha funzionato – ha aggiunto - se non ci sono gli uomini non possiamo formarli in due mesi, ci vogliono dieci anni per formare uno specialista. In Italia sono anni e anni che siamo in carenza di personale».

Sul rischio di contagio a scuola, l'assessore alla Sanità ha concluso: «In questo momento ci sono davvero pochi casi di focolai all'interno delle scuole. Sembra effettivamente che nelle strutture scolastiche i contagi non si stiano verificando, ma quello che si teme è quello che succede fuori dalla scuola, all'ingresso, all'uscita e sui trasporti. È indubbio - ha aggiunto - che nelle ultime settimane nella fascia d'età scolastica c'è stato un aumento dei contagi, che però probabilmente sono avvenuti fuori dalle aule. All'interno delle aule c'è controllo e distanziamento, quindi non c'è un grosso rischio di contagio».
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