Attualità
Covid, stop alla fabbrica pubblica di mascherine nella zona industriale di Bari
Oggi scade oggi il contratto fra Regione Puglia e la società che, in questo periodo, ha occupato dieci dipendenti
Bari - mercoledì 31 agosto 2022
18.17
La fabbrica di mascherine della Regione Puglia, il primo polo pubblico per la produzione di dispositivi di protezione personale in Italia, chiude i battenti. Almeno per ora. Infatti, è scaduto oggi il contratto con la società che si era insediata nella zona industriale di Bari durante il periodo dell'emergenza, e che in questi anni ha impiegato dieci dipendenti.
Al momento, la Regione Puglia non ha ancora deciso il futuro dello stabilimento inaugurato nel 2020, in piena pandemia Covid, dalla Protezione civile; un momento in cui le mascherine erano introvabili sul mercato italiano ed estero, i prezzi erano saliti alle stelle e la richiesta era fortissima.
Il consigliere regionale, presidente della protezione civile regionale, Maurizio Bruno ha detto all'agenzia Ansa: «Oggi è scaduto il contratto. Con il presidente stiamo valutando alcune ipotesi ma non è stata ancora presa una decisione».
Tra le soluzioni al vaglio della Regione ci sarebbe anche quella di affidare la gestione all'Asl Bari, ma bisogna prima capire se la strada è percorribile dal punto di vista normativo e se è economicamente sostenibile.
Ad oggi la fabbrica, costata circa sette milioni di euro, ha prodotto 22mila mascherine al giorno, Dpi che non sono stati immessi sul mercato perché non è possibile commercializzarli, ma sono stati distribuiti gratuitamente a ospedali, forze dell'ordine e associazioni.
Al momento, la Regione Puglia non ha ancora deciso il futuro dello stabilimento inaugurato nel 2020, in piena pandemia Covid, dalla Protezione civile; un momento in cui le mascherine erano introvabili sul mercato italiano ed estero, i prezzi erano saliti alle stelle e la richiesta era fortissima.
Il consigliere regionale, presidente della protezione civile regionale, Maurizio Bruno ha detto all'agenzia Ansa: «Oggi è scaduto il contratto. Con il presidente stiamo valutando alcune ipotesi ma non è stata ancora presa una decisione».
Tra le soluzioni al vaglio della Regione ci sarebbe anche quella di affidare la gestione all'Asl Bari, ma bisogna prima capire se la strada è percorribile dal punto di vista normativo e se è economicamente sostenibile.
Ad oggi la fabbrica, costata circa sette milioni di euro, ha prodotto 22mila mascherine al giorno, Dpi che non sono stati immessi sul mercato perché non è possibile commercializzarli, ma sono stati distribuiti gratuitamente a ospedali, forze dell'ordine e associazioni.