Servizi sociali
Crescono i poveri a Bari, Tataranni (In.Con.Tra): «Abbiamo bisogno di aiuto»
Intervista al presidente dell'associazione. Sono circa 200 le famiglie in più che hanno chiesto di farsi assistere
Bari - venerdì 6 gennaio 2023
10.01
La povertà aumenta a Bari. Sono tante le famiglie in difficoltà e le notizie dell'ultimo periodo dell'anno, tra caro bollette e aumenti dei costi in tutti i settori, non hanno fatto altro che peggiorare la situazione. Insieme a Michele Tataranni, presidente dell'associazione di volontariato In.Con.Tra, che da anni lavora sul territorio con i più fragili e i senza fissa dimora, abbiamo analizzato la situazione.
Michele qual è la situazione a Bari? Ci sono più poveri? Quali sono le esigenze che si sono create nel 2022 appena passato?
La situazione è peggiorata tantissimo per le famiglie. Siamo arrivati ad aiutare 1.080 famiglie e abbiamo altri quasi 200 ingressi per questo nuovo anno. Si tratta di situazioni monitorate, che danno l'idea di una povertà estrema. Pesante il bilancio della povertà scolastica, in continuo aumento. Abbiamo istituito un centro di ascolto con doposcuola che parte da questo mese di gennaio. Ma c'è anche tantissima richiesta di lavoro e di aiuto a pagare le bollette, di ogni tipo. Ci sono tante madri sole, spesso con mariti detenuti, e famiglie con disabili. Negli ultimi giorni di dicembre ci siamo trovati di fronte alla situazione di una signora a cui è stato tolto il reddito di cittadinanza senza alcun avviso, e stiamo cercando di aiutarla comprendendo il perché di questa situazione. Nel frattempo l'abbiamo sostenuta con un pacco di emergenza, in quanto senza quel supporto e vivendo con la figlia e con un bambino, era disperata.
Che tipo di servizi riuscite a garantire alle famiglie che aiutate? State avendo anche voi difficoltà?
Onestamente sì, abbiamo bisogno di volontari, ma anche di aziende che ci aiutino donando. Per fare un esempio, una pedana di latte da 500 litri dura una settimana. Da noi arrivano giornalmente tantissime famiglie, il market è aperto tutto il giorno. Abbiamo rinforzato il centro di ascolto, fatto di personale multidisciplinare, perché abbiamo notato un incremento delle famiglie di essere supportate. Ci sono tanti minori in difficoltà. Ci servono davvero alimenti, latte, pane, pasta, olio. Nonostante alcuni alimenti li diamo scaglionati, come l'olio che diamo a mesi alterni, ultimamente non ce la facciamo. Stiamo anche creando uno sportello di lavoro in cui cerchiamo di essere da tramite tra le aziende e chi cerca lavoro. Il fine anno è stato molto magro, non abbiamo avuto ad esempio i panettoni da donare alle famiglie, che sarà anche una cosa stupida, ma per chi non vive ma sopravvive è una cosa eccezionale. Dobbiamo capire se possiamo riuscire a seguire le 180 famiglie in più che ci hanno fatto richiesta.
Questo peggioramento della situazione delle famiglie a Bari, secondo lei, a che cosa può essere legato?
Sono tanti i fattori. Bari comunque è una delle poche città in cui si lavora in rete. Il primo fattore è stato il Covid che ci ha spezzato le gambe, l'aumento dei prezzi e la guerra ci hanno messo davvero sulla sedia a rotelle. La mancanza di lavoro è legata spesso a problemi che stanno avendo le aziende, solo a Bari molti bar e ristoranti hanno difficoltà, alcuni hanno chiuso, come lo storico bar Telebari. Inoltre, va considerato il fatto che molti giovani ancora se ne vanno dalla nostra città. Io rimprovero i giovani che se ne vanno perché ci lasciano, noi avremmo bisogno di loro per migliorare, ma li capisco comunque perché loro qui non vedono futuro. È molto triste ultimamente vedere che non ci sono possibilità, e che anche le aziende arrancano.
Ultimamente si parla tanto di reddito di cittadinanza. Dal suo punto di vista pensi che ci sia un modo per migliorarlo?
Questo è un tasto dolente. Tantissime nostre famiglie vivono con il reddito di cittadinanza, ed è una manna dal cielo. Molte famiglie si sono risollevate grazie a questo strumento, e nel momento in cui trovano un piccolo lavoro sono i primi a dichiararlo. Molti non vogliono approfittarsene, e questo fa loro onore. Ci sono, ovviamente, le persone che se ne approfittano, è uno strumento che va migliorato, bisogna valutare meglio a chi darlo e a chi no. Ma è una bellissima cosa. Quando abbiamo aperto il primo dormitorio, abbiamo dato delle regole, tra le quali l'obbligo che fosse provvisorio, perché non si vuole dare puro assistenzialismo, ma la persona va aiutata a uscire dai problemi. Ok dare il reddito di cittadinanza, ma non deve essere per tutta la vita, lo Stato deve aiutare la persona a migliorarsi. Anche per questo puntiamo alla scuola, la famiglia che sopravvive non riesce a tenere a bada i bambini che poi vengono abbandonati a sé stessi. Questo implica che i ragazzi non riescono a studiare, e non riescono più ad andare avanti a scuola. Il nostro impegno è fare laureare questi ragazzi, perché dare istruzione ai ragazzi vuol dire dargli uno scatto a livello sociale. Lo Stato deve fare lo stesso, e accompagnare le persone. Ovvio che è necessario dare alle persone un lavoro dignitoso, o non ha senso.
Michele qual è la situazione a Bari? Ci sono più poveri? Quali sono le esigenze che si sono create nel 2022 appena passato?
La situazione è peggiorata tantissimo per le famiglie. Siamo arrivati ad aiutare 1.080 famiglie e abbiamo altri quasi 200 ingressi per questo nuovo anno. Si tratta di situazioni monitorate, che danno l'idea di una povertà estrema. Pesante il bilancio della povertà scolastica, in continuo aumento. Abbiamo istituito un centro di ascolto con doposcuola che parte da questo mese di gennaio. Ma c'è anche tantissima richiesta di lavoro e di aiuto a pagare le bollette, di ogni tipo. Ci sono tante madri sole, spesso con mariti detenuti, e famiglie con disabili. Negli ultimi giorni di dicembre ci siamo trovati di fronte alla situazione di una signora a cui è stato tolto il reddito di cittadinanza senza alcun avviso, e stiamo cercando di aiutarla comprendendo il perché di questa situazione. Nel frattempo l'abbiamo sostenuta con un pacco di emergenza, in quanto senza quel supporto e vivendo con la figlia e con un bambino, era disperata.
Che tipo di servizi riuscite a garantire alle famiglie che aiutate? State avendo anche voi difficoltà?
Onestamente sì, abbiamo bisogno di volontari, ma anche di aziende che ci aiutino donando. Per fare un esempio, una pedana di latte da 500 litri dura una settimana. Da noi arrivano giornalmente tantissime famiglie, il market è aperto tutto il giorno. Abbiamo rinforzato il centro di ascolto, fatto di personale multidisciplinare, perché abbiamo notato un incremento delle famiglie di essere supportate. Ci sono tanti minori in difficoltà. Ci servono davvero alimenti, latte, pane, pasta, olio. Nonostante alcuni alimenti li diamo scaglionati, come l'olio che diamo a mesi alterni, ultimamente non ce la facciamo. Stiamo anche creando uno sportello di lavoro in cui cerchiamo di essere da tramite tra le aziende e chi cerca lavoro. Il fine anno è stato molto magro, non abbiamo avuto ad esempio i panettoni da donare alle famiglie, che sarà anche una cosa stupida, ma per chi non vive ma sopravvive è una cosa eccezionale. Dobbiamo capire se possiamo riuscire a seguire le 180 famiglie in più che ci hanno fatto richiesta.
Questo peggioramento della situazione delle famiglie a Bari, secondo lei, a che cosa può essere legato?
Sono tanti i fattori. Bari comunque è una delle poche città in cui si lavora in rete. Il primo fattore è stato il Covid che ci ha spezzato le gambe, l'aumento dei prezzi e la guerra ci hanno messo davvero sulla sedia a rotelle. La mancanza di lavoro è legata spesso a problemi che stanno avendo le aziende, solo a Bari molti bar e ristoranti hanno difficoltà, alcuni hanno chiuso, come lo storico bar Telebari. Inoltre, va considerato il fatto che molti giovani ancora se ne vanno dalla nostra città. Io rimprovero i giovani che se ne vanno perché ci lasciano, noi avremmo bisogno di loro per migliorare, ma li capisco comunque perché loro qui non vedono futuro. È molto triste ultimamente vedere che non ci sono possibilità, e che anche le aziende arrancano.
Ultimamente si parla tanto di reddito di cittadinanza. Dal suo punto di vista pensi che ci sia un modo per migliorarlo?
Questo è un tasto dolente. Tantissime nostre famiglie vivono con il reddito di cittadinanza, ed è una manna dal cielo. Molte famiglie si sono risollevate grazie a questo strumento, e nel momento in cui trovano un piccolo lavoro sono i primi a dichiararlo. Molti non vogliono approfittarsene, e questo fa loro onore. Ci sono, ovviamente, le persone che se ne approfittano, è uno strumento che va migliorato, bisogna valutare meglio a chi darlo e a chi no. Ma è una bellissima cosa. Quando abbiamo aperto il primo dormitorio, abbiamo dato delle regole, tra le quali l'obbligo che fosse provvisorio, perché non si vuole dare puro assistenzialismo, ma la persona va aiutata a uscire dai problemi. Ok dare il reddito di cittadinanza, ma non deve essere per tutta la vita, lo Stato deve aiutare la persona a migliorarsi. Anche per questo puntiamo alla scuola, la famiglia che sopravvive non riesce a tenere a bada i bambini che poi vengono abbandonati a sé stessi. Questo implica che i ragazzi non riescono a studiare, e non riescono più ad andare avanti a scuola. Il nostro impegno è fare laureare questi ragazzi, perché dare istruzione ai ragazzi vuol dire dargli uno scatto a livello sociale. Lo Stato deve fare lo stesso, e accompagnare le persone. Ovvio che è necessario dare alle persone un lavoro dignitoso, o non ha senso.