Scuola e Lavoro
Crisi Bosch a Bari, Falcetta (Uilm): «A rischio 600 lavoratori»
I sindacati hanno ottenuto l'apertura di un tavolo monotematico in Regione dal prossimo 12 settembre
Bari - martedì 13 agosto 2019
23.56
«È vero che c'è un accordo con l'azienda che tutela i livelli occupazionali fino al 2022, ma i segnali che provengono dalla proprietà, che paventano scenari di crisi, non sono per nulla incoraggianti».
Con queste parole Riccardo Falcetta di Uilm Bari ha voluto commentare le ultime voci relative alla Bosch di Bari, soprattutto in seguito a diverse dichiarazioni via stampa dei vertici aziendali.
«Da anni - prosegue Falcetta - sosteniamo la tesi di un cambio di marcia nella produzione, che preveda una diversificazione della stessa adeguandola alle realtà del mercato, ma finora i nostri appelli, peraltro scritti nero su bianco nell'accordo stesso, sono rimasti sulla carta. Non è concepibile che il prezzo di una politica aziendale errata debba essere pagata esclusivamente attraverso il ricorso agli esuberi, che nello stabilimento di Bari rischierebbero di colpire una platea di circa 600 lavoratori».
«La Bosch, dopo l'Ilva - conclude - è il secondo stabilimento regionale per rilevanza occupazionale, serve la massima convergenza tra sindacato e istituzioni locali per tutelare un patrimonio strategico per l'economia regionale. Per questo motivo il 12 settembre ci ritroveremo in Task Force per aprire un tavolo monotematico che possa valutare ogni tipo di azione a sostegno dei lavoratori Bosch».
Con queste parole Riccardo Falcetta di Uilm Bari ha voluto commentare le ultime voci relative alla Bosch di Bari, soprattutto in seguito a diverse dichiarazioni via stampa dei vertici aziendali.
«Da anni - prosegue Falcetta - sosteniamo la tesi di un cambio di marcia nella produzione, che preveda una diversificazione della stessa adeguandola alle realtà del mercato, ma finora i nostri appelli, peraltro scritti nero su bianco nell'accordo stesso, sono rimasti sulla carta. Non è concepibile che il prezzo di una politica aziendale errata debba essere pagata esclusivamente attraverso il ricorso agli esuberi, che nello stabilimento di Bari rischierebbero di colpire una platea di circa 600 lavoratori».
«La Bosch, dopo l'Ilva - conclude - è il secondo stabilimento regionale per rilevanza occupazionale, serve la massima convergenza tra sindacato e istituzioni locali per tutelare un patrimonio strategico per l'economia regionale. Per questo motivo il 12 settembre ci ritroveremo in Task Force per aprire un tavolo monotematico che possa valutare ogni tipo di azione a sostegno dei lavoratori Bosch».