Politica
Crisi Bosch, a Bari rischiano 500 operai
Una dura nota del M5S: «No al clima di terrorismo contro i lavoratori»
Bari - venerdì 4 agosto 2017
Comunicato Stampa
"Un vero e proprio ricatto che merita solo di essere rispedito al mittente" questo il primo duro commento dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Gianluca Bozzetti e Grazia Di Bari in merito alle ultime notizie riguardanti il licenziamento di 500 operai dell'azienda Bosch qualora i sindacati decidessero di non firmare le condizioni imposte dalla stessa.
Già 3 anni fa, ricordano i consiglieri pentastellati, l'azienda Bosch dichiarava lo stato di crisi, conseguenza della trasformazione epocale in in cui versa il mercato dell'automotive orientato verso la produzione di motori ibridi ed elettrici, e ricorreva ai contratti di solidarietà per evitare i licenziamenti. Tuttavia a maggio di quest'anno, persistendo le difficoltà anche per effetto del Diesel Gate, l'azienda illustrava ai sindacati la previsione quinquennale dell'andamento di mercato sino al 2022 con delle prospettive poco rosee che avrebbero indotto l'azienda a presentare esuberi per 850 su 1890 operai. Per evitare tagli drastici l'unico modo era di andare in deroga al CCNL applicando un contratto di prossimità con una riduzione dell'orario di lavoro e conseguente possibile taglio di salario di circa 200/300 euro.
"Mercoledì - proseguono Bozzetti e Di Bari - il Presidente della task force dott. Caroli a seguito della nostra proposta di richiedere all'azienda di valutare l'applicazione di un contratto meno oneroso per gli operai e che prevedesse le stesse condizioni applicate agli operai della Bosch dello stabilimento di Modena (il quale ad oggi rappresenta una buona prassi nel panorama italiano del settore), ci ha risposto che ciò non è possibile trattandosi di due realtà differenti. Dunque per evitare l'adozione di soluzioni drastiche si dovrà necessariamente ricorrere "a dei correttivi al piano e strategie utili all'accrescimento dei volumi produttivi dello stabilimento".
"Il ricorso alla contrattazione territoriale - concludono i due consiglieri M5S - appare una strada percorribile per salvaguardare le condizioni salariali e contrattuali in essere e preservare i livelli occupazionali in un contesto generale nel quale è centrale e strategico il ruolo della contrattazione tra le parti sociali nel solco di buone relazioni industriali partecipative. Pertanto, è evidente che un'altra via da percorrere esiste. Noi auspichiamo che l'azienda la tenga in giusta considerazione ed eviti di fare annunci di licenziamento al solo scopo di creare un clima di terrorismo e spingere i sindacati a firmare i suoi diktat."
Già 3 anni fa, ricordano i consiglieri pentastellati, l'azienda Bosch dichiarava lo stato di crisi, conseguenza della trasformazione epocale in in cui versa il mercato dell'automotive orientato verso la produzione di motori ibridi ed elettrici, e ricorreva ai contratti di solidarietà per evitare i licenziamenti. Tuttavia a maggio di quest'anno, persistendo le difficoltà anche per effetto del Diesel Gate, l'azienda illustrava ai sindacati la previsione quinquennale dell'andamento di mercato sino al 2022 con delle prospettive poco rosee che avrebbero indotto l'azienda a presentare esuberi per 850 su 1890 operai. Per evitare tagli drastici l'unico modo era di andare in deroga al CCNL applicando un contratto di prossimità con una riduzione dell'orario di lavoro e conseguente possibile taglio di salario di circa 200/300 euro.
"Mercoledì - proseguono Bozzetti e Di Bari - il Presidente della task force dott. Caroli a seguito della nostra proposta di richiedere all'azienda di valutare l'applicazione di un contratto meno oneroso per gli operai e che prevedesse le stesse condizioni applicate agli operai della Bosch dello stabilimento di Modena (il quale ad oggi rappresenta una buona prassi nel panorama italiano del settore), ci ha risposto che ciò non è possibile trattandosi di due realtà differenti. Dunque per evitare l'adozione di soluzioni drastiche si dovrà necessariamente ricorrere "a dei correttivi al piano e strategie utili all'accrescimento dei volumi produttivi dello stabilimento".
"Il ricorso alla contrattazione territoriale - concludono i due consiglieri M5S - appare una strada percorribile per salvaguardare le condizioni salariali e contrattuali in essere e preservare i livelli occupazionali in un contesto generale nel quale è centrale e strategico il ruolo della contrattazione tra le parti sociali nel solco di buone relazioni industriali partecipative. Pertanto, è evidente che un'altra via da percorrere esiste. Noi auspichiamo che l'azienda la tenga in giusta considerazione ed eviti di fare annunci di licenziamento al solo scopo di creare un clima di terrorismo e spingere i sindacati a firmare i suoi diktat."