Attualità
Cristina, autista di Bari: «Mi basta guidare un mezzo per essere felice»
L'intervista alla giovane autista: «Trovano strano che una donna guidi una circolare, io invece trovo strano essere la prima»
Bari - mercoledì 8 marzo 2023
0.22
Le opportunità di lavoro non conoscono differenze di genere. Per darne testimonianza abbiamo incontrato Cristina, giovane autista di circolare entrata da poco a far parte del personale della MTM Molfetta. Cristina ci ha raccontato la sua scelta di vita. Una decisione che agli occhi di molti può ancora sembrare insolita, ma che la rende estremamente felice di ciò che fa.
Una storia peculiare e simbolica, legata alla recente attualità, che abbiamo scelto di raccontare in occasione della Giornata internazionale della donna.
Cosa ti ha spinto a diventare autista?
«Mio padre faceva l'autista di pullman, per cui sin da piccola andavo con lui sul mezzo e ho iniziato ad amare questo lavoro. Mi porta sempre alla mente dei bei ricordi».
Qual è la difficoltà più grande nel tuo lavoro?
«Avere a che fare con la gente. A Molfetta ho notato una mentalità più aperta, una dose di gentilezza in più, a differenza di Bari. Anche se no notato che anche qui, spesso, mi guardano come fossi un'extraterrestre. Trovano strano che una donna guidi una circolare, io invece trovo strano essere la prima. Dovrebbe essere la normalità, è un lavoro che può fare chiunque, non conosce genere».
Hai trovato molti ostacoli lungo il percorso?
«Come in ogni scelta, gli ostacoli non mancano. Ho desiderato fare questo lavoro da quando ero bambina e ci ho sempre creduto. La mia famiglia è stata la prima a supportarmi e devo ringraziarla per avermi dato l'opportunità di seguire ciò che volevo».
Cosa ti porta a perseguire la tua strada nonostante gli ostacoli?
«Mi piace guidare e faccio il mio lavoro con piacere. Datemi qualsiasi mezzo in cui essere alla guida e io sono felice».
Cosa vorresti dire alle ragazze e alle donne che vogliono realizzare un sogno che sembra irraggiungibile?
«Vorrei dire di ricordarci che siamo donne e spesso abbiamo più passione rispetto agli uomini. Possiamo dimostrarla tutta in qualsiasi lavoro. Possiamo diventare chi vogliamo».
Il sorriso con cui Cristina parla del suo lavoro è così autentico da bastare, da solo, a combattere qualsiasi pregiudizio e qualsiasi stereotipo.
Una storia peculiare e simbolica, legata alla recente attualità, che abbiamo scelto di raccontare in occasione della Giornata internazionale della donna.
Cosa ti ha spinto a diventare autista?
«Mio padre faceva l'autista di pullman, per cui sin da piccola andavo con lui sul mezzo e ho iniziato ad amare questo lavoro. Mi porta sempre alla mente dei bei ricordi».
Qual è la difficoltà più grande nel tuo lavoro?
«Avere a che fare con la gente. A Molfetta ho notato una mentalità più aperta, una dose di gentilezza in più, a differenza di Bari. Anche se no notato che anche qui, spesso, mi guardano come fossi un'extraterrestre. Trovano strano che una donna guidi una circolare, io invece trovo strano essere la prima. Dovrebbe essere la normalità, è un lavoro che può fare chiunque, non conosce genere».
Hai trovato molti ostacoli lungo il percorso?
«Come in ogni scelta, gli ostacoli non mancano. Ho desiderato fare questo lavoro da quando ero bambina e ci ho sempre creduto. La mia famiglia è stata la prima a supportarmi e devo ringraziarla per avermi dato l'opportunità di seguire ciò che volevo».
Cosa ti porta a perseguire la tua strada nonostante gli ostacoli?
«Mi piace guidare e faccio il mio lavoro con piacere. Datemi qualsiasi mezzo in cui essere alla guida e io sono felice».
Cosa vorresti dire alle ragazze e alle donne che vogliono realizzare un sogno che sembra irraggiungibile?
«Vorrei dire di ricordarci che siamo donne e spesso abbiamo più passione rispetto agli uomini. Possiamo dimostrarla tutta in qualsiasi lavoro. Possiamo diventare chi vogliamo».
Il sorriso con cui Cristina parla del suo lavoro è così autentico da bastare, da solo, a combattere qualsiasi pregiudizio e qualsiasi stereotipo.