Mediateca Regionale Pugliese
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Eventi e cultura

Da Bari a Kathmandu, il racconto del giovane fotoreporter barese Marco Sacco

Fotografia sociale e documentaria in Mediateca. Proiettato "Itaca Sempre" il lavoro del giornalista Marcello Carrozzo

Emozioni e momenti di riflessione per le storie raccontate dal giovane fotoreporter barese ed ingegnere Marco Sacco, e dal fotoreporter Marcello Carrozzo, giornalista professionista del reportage fotografico da 25 anni. Un approfondimento dedicato alla "Fotografia di Reportage e Storytelling". Il valore della fotografia sociale e documentaria al giorno d'oggi, secondo la deontologia e l'etica del foto – giornalismo: aspettative, sogni, perplessità e rischi di questa professione. Lo scorso mercoledì in Mediateca Regionale Pugliese, sono stati proiettati i lavori "Itaca Sempre" di Marcello Carrozzo e "Air Pollution Kathmandu" di Marco Sacco. Dopo i saluti istituzionali di Mauro Paolo Bruno, dirigente del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e valorizzazione del Territorio, l'incontro, presentato ed ideato da Gianni Cataldi ha dato la possibilità, al pubblico numeroso, di conoscere gli ultimi tre lavori del giornalista Carrozzo, oltre le proiezioni in programma. Storie difficili raccontate in pochi scatti ma essenziali per comunicare le terribili condizioni di vita di alcune popolazioni, di famiglie, di donne, di uomini e di bambini che vivono in Africa, india, Argentina e Nepal.

Ed è proprio in Nepal a Kathmandu che ci porta il racconto del foto reporter Marco Sacco, "Air Pollution Kathmandu"
"Arrivando a Kathmandu, mi sono reso conto che non era quello che mi aspettavo. La capitale, praticamente piena di inquinamento, specialmente atmosferico, è circondata da montagne in una valle a circa 1400 metri di altezza e questo crea una nuvola grigia sospesa sulla città, carica di polveri o monossido di carbonio che difficilmente si disperde. A questo si aggiungono delle pratiche purtroppo presenti in tutti i posti dove c'è povertà e dove si usa il carbone per la cottura o il cherosene per l'illuminazione i quali rilasciano fumi e gas cancerogeni. Questa particolare condizione della capitale, secondo i dati forniti da World Health Organisation, si contano circa 20mila morti all'anno per cause e patologie riconducibili all'inquinamento dell'aria. Bisogna tenere presente questo dato perché in tutto il Nepal ci sono 2mila morti per incidenti stradali quindi 10 volte questo dato".
Il tuo racconto di Kathmandu termina con delle domande, quali sono?
"Ho terminato con le domande, quali speranze? Quale futuro? Quali soluzioni ci possono essere? Io non conosco le risposte. A queste domande non mi compete darle e non sono la persona preposta. In questo sono preposti gli enti governativi. Il mestiere di foto reporter è quello di documentare lo stato dei luoghi e delle persone, per far sorgere delle domande del pubblico e quindi è doveroso da parte mia fare in modo che il lavoro di documentazione non sia sterile, ma sia in grado di far nascere un dibattito. È da lì che poi nasce una corrente di pensiero, una voglia di cambiamento".

E per concludere questo momento di Storytelling la proiezione di "Itaca Sempre" una sintesi fotografica di reportage del giornalista fotoreporter Marcello Carrozzo. Un lavoro durato tre anni, al largo delle coste libiche, Canale di Sicilia, Canale d'Otranto, Mar Egeo e Lesbo. Il giornalista Carrozzo ha racconta le difficoltà legate ai flussi migratori.
"Itaca sempre" cosa succede al 35° parallelo?
"Si accendono, prima della partenza, le speranze per una vita migliore. Purtroppo poi già durante il viaggio queste speranze si affievoliscono sempre di più. Itaca in realtà è nell'immaginario di ognuno di noi. E' il desiderio, il sogno di trovare l'isola sulla quale vivere in maniera dignitosa. Ahimé purtroppo accade che quando si arriva poi a destinazione si scopre che non è Itaca, è un altro passaggio, non è il passaggio finale, non è l'ultimo tratto. E' semplicemente l'approdo che poi porta a tutta una serie di situazioni di razzismo, di indifferenza, di emarginazione e di esclusione. Questo viaggio dei disperati non finisce certamente quando arrivano in Italia e questa è la cosa che mi sento di dire".
Pochi scatti per raccontare le difficoltà e per smuovere un po' la coscienza di chi può migliorare queste condizioni. E' possibile?
"Devo permettere che questo Itaca Sempre, è stato presentato anche in Germania con il nome di Überleben Weiterleben ed ha avuto un successo notevole ed importante. Noi foto reporter, abbiamo la speranza che qualcosa possa realmente cambiare quando si prende visione dei nostri lavori, quando ti mostrano i nostri Movie. Però devo dire che dopo 25 anni di lavoro, di impegno sociale, in giro per il mondo, non c'è qualcosa di radicalmente cambiato nei confronti di un approccio diverso con l'altro o con chi ha bisogno, con chi è più sfortunato di noi. In realtà, io tutte queste speranze le vedo svanire nel quotidiano, quando mi giro, quando ci giriamo intorno nel quotidiano e vediamo queste persone sbandate, rifiutate, negate e che poi magari reagiscono a volte in maniera violenta, ma perché si sentono rifiutati".
Per richiamare al lavoro dell'autore Marco Sacco e alle domande poste, qual è la speranza a questo punto secondo il suo pensiero?
"Secondo me, ma anche secondo Marco, c'era quel punto interrogativo finale nel suo lavoro che mi sento di fare mio, nel senso che c'è un grosso punto interrogativo. L'unica speranza io la ripongo nei giovani, perché chi ha superato i 30 anni secondo me è irrecuperabile ormai siamo entrati in un vortice di sdegno totale per tutto ciò che ci vive intorno. La speranza sono i giovani senza di loro evidentemente non abbiamo futuro".
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