Cronaca
Da Bari al Salento per rubare auto di lusso, arrestati tre pregiudicati. I nomi
In manette finisce anche un fasanese. Le località balneari i loro "territori di caccia" per furti commessi nel 2018; i pezzi venivano smontati a Cerignola
Bari - sabato 5 ottobre 2019
1.28
Si spostavano dalle province di Bari e Brindisi fino in Salento per fare razzia di automobili. Gli agenti della squadra mobile di Lecce hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettanti pregiudicati della provincia di Bari e Brindisi che dovranno rispondere, a vario titolo, in concorso tra loro, dei gravi delitti di associazione a delinquere, furto aggravato nonché interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche (quest'ultima fattispecie connessa al fraudolento utilizzo dell'apparecchio jammer).
I provvedimenti restrittivi sono stati notificati a:
Carbonara Alessandro, di anni 49, pregiudicato residente in Castellana Grotte (BA)
Lattarulo Rocco, di anni 50, pregiudicato residente a Valenzano (BA)
Carbonara Tommaso, di anni 49, pregiudicato residente a Valenzano (BA)
Quaranta Giuseppe, di anni 54, pregiudicato residente a Fasano (BR)
L'indagine ha preso avvio da una lunga serie di furti di autovetture di alta gamma perpetrati a partire già dal maggio 2018, in provincia di Lecce e in alcune località balneari della costa ionica. Già nella notte del 24 giugno 2018, dopo uno lungo inseguimento, gli uomini della sezione antirapina, da tempo sulle tracce della banda, arrestarono Colucci Alessandro, Carbonara Tommaso e Lattarulo Rocco. In particolare, quella notte, sulla tangenziale ovest di Lecce, una pattuglia degli investigatori impegnata in un mirato servizio, aveva intercettato una Ford Ka di colore grigio, autovettura nota per essere in uso al gruppo. La macchina, sulla quale viaggiavano i tre pregiudicati baresi, aveva imboccato la SS101 in direzione di Gallipoli quando gli agenti della Squadra Mobile iniziarono il pedinamento allertando le altre pattuglie del dispositivo di controllo. L'auto si diresse verso sud e, costantemente pedinata dalle auto civetta, iniziò una sorta di perlustrazione delle località marine a sud di Gallipoli.
Nella marina di Mancaversa, dopo diversi giri che li portavano a spingersi sino a Torre San Giovanni, i malviventi si erano concentrati su una Land Rover "evoque" nera. Intorno alle 4 i malviventi baresi erano passati all'azione e, dopo aver infranto il finestrino della portiera anteriore destra e inibito il sistema d'allarme, due di loro si erano introdotti nel Land Rover e per darsi fuga. Ne scaturì quindi un lungo inseguimento durante il quale il guidatore del grosso suv, Lattarulo Rocco, tentò di speronare più volte le auto della polizia mentre il passeggero, Colucci Alessandro, lanciava oggetti dal finestrino per tentare di fermare gli inseguitori. I poliziotti durante il pericoloso inseguimento per le marine e i paesi limitrofi esplosero anche due colpi di pistola a scopo intimidatorio e uno sulla ruota posteriore destra, che risultò perforata.
Nonostante la ruota danneggiata, sfruttando le grosse dimensioni dell'auto, i malviventi forzarono più volte i blocchi che via via gli agenti della mobile riuscirono a interporre durante la fuga. La corsa dell'auto inseguita si fermò nei pressi del depuratore di Felline, frazione di Alliste, dove i due malviventi abbandonarono il mezzo e riuscirono momentaneamente a dileguarsi nelle campagne, favoriti dal buio.
Sull'auto i fuggitivi lasciarono anche un dispositivo per inibire i rilevatori gps (jammer) e quindi precludere ogni possibilità di rintraccio dell'autovettura. Le ricerche dei due fuggitivi continuarono incessanti nella zona in cui erano riusciti a dileguarsi e alle 9 del mattino i due vennero individuati sulla scogliera in località Capilungo, marina di Alliste e tratti in arresto stessa sorte già toccata poco prima al loro complice Carbonara. Nella circostanza venne sequestrato un dispositivo elettronico per la manomissione delle centraline delle autovetture utilizzato per neutralizzare ogni dispositivo di allarme nonché per consentire, attraverso il sapiente collegamento al veicolo, di avviarlo e metterlo in marcia.
È quindi partito un lavoro di ricostruzione di tutti i movimenti del gruppo in provincia di Lecce in relazione ai vari furti di autovetture di pregio commessi nei mesi precedenti su questo territorio. Tale attività, supportata anche da una puntuale analisi del traffico telefonico e dalla visione di decine di telecamere di sorveglianza con successiva estrapolazione delle immagini di interesse ha consentito all'esito di addebitare al gruppo criminale ben 11 episodi delittuosi analoghi, tutti consumati in provincia nei mesi di maggio e giugno 2018. In particolare le attività hanno permesso di addebitare ai quattro soggetti, responsabilità penali in ordine a furti di autovetture di alta gamma, consumati nei comuni di Maglie, Lecce, Leverano, Sannicola, Ugento, Torre San Giovanni-marina di Ugento, Soleto, Porto Cesareo e Galatone.
Le investigazione hanno altresì permesso di far emergere che dopo i furti, le varie autovetture venivano portate nella zona del cerignolano dove venivano smontate per poi rivenderne i vari pezzi di ricambio. Le risultanze delle investigazioni partecipate alla competente Procura della Repubblica, che ne ha condiviso gli esiti, hanno poi consentito all'autorità giudiziaria di richiedere e ottenere, dal competente GIP, l'emissione di ordinanza applicativa di misura cautelare custodiale, nei confronti dei quattro soggetti appartenenti al gruppo criminale. Con l'esecuzione delle quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, eseguite in collaborazione con le Squadre Mobili di Bari e Brindisi, si è concluso il lavoro degli investigatori.
I provvedimenti restrittivi sono stati notificati a:
Carbonara Alessandro, di anni 49, pregiudicato residente in Castellana Grotte (BA)
Lattarulo Rocco, di anni 50, pregiudicato residente a Valenzano (BA)
Carbonara Tommaso, di anni 49, pregiudicato residente a Valenzano (BA)
Quaranta Giuseppe, di anni 54, pregiudicato residente a Fasano (BR)
L'indagine ha preso avvio da una lunga serie di furti di autovetture di alta gamma perpetrati a partire già dal maggio 2018, in provincia di Lecce e in alcune località balneari della costa ionica. Già nella notte del 24 giugno 2018, dopo uno lungo inseguimento, gli uomini della sezione antirapina, da tempo sulle tracce della banda, arrestarono Colucci Alessandro, Carbonara Tommaso e Lattarulo Rocco. In particolare, quella notte, sulla tangenziale ovest di Lecce, una pattuglia degli investigatori impegnata in un mirato servizio, aveva intercettato una Ford Ka di colore grigio, autovettura nota per essere in uso al gruppo. La macchina, sulla quale viaggiavano i tre pregiudicati baresi, aveva imboccato la SS101 in direzione di Gallipoli quando gli agenti della Squadra Mobile iniziarono il pedinamento allertando le altre pattuglie del dispositivo di controllo. L'auto si diresse verso sud e, costantemente pedinata dalle auto civetta, iniziò una sorta di perlustrazione delle località marine a sud di Gallipoli.
Nella marina di Mancaversa, dopo diversi giri che li portavano a spingersi sino a Torre San Giovanni, i malviventi si erano concentrati su una Land Rover "evoque" nera. Intorno alle 4 i malviventi baresi erano passati all'azione e, dopo aver infranto il finestrino della portiera anteriore destra e inibito il sistema d'allarme, due di loro si erano introdotti nel Land Rover e per darsi fuga. Ne scaturì quindi un lungo inseguimento durante il quale il guidatore del grosso suv, Lattarulo Rocco, tentò di speronare più volte le auto della polizia mentre il passeggero, Colucci Alessandro, lanciava oggetti dal finestrino per tentare di fermare gli inseguitori. I poliziotti durante il pericoloso inseguimento per le marine e i paesi limitrofi esplosero anche due colpi di pistola a scopo intimidatorio e uno sulla ruota posteriore destra, che risultò perforata.
Nonostante la ruota danneggiata, sfruttando le grosse dimensioni dell'auto, i malviventi forzarono più volte i blocchi che via via gli agenti della mobile riuscirono a interporre durante la fuga. La corsa dell'auto inseguita si fermò nei pressi del depuratore di Felline, frazione di Alliste, dove i due malviventi abbandonarono il mezzo e riuscirono momentaneamente a dileguarsi nelle campagne, favoriti dal buio.
Sull'auto i fuggitivi lasciarono anche un dispositivo per inibire i rilevatori gps (jammer) e quindi precludere ogni possibilità di rintraccio dell'autovettura. Le ricerche dei due fuggitivi continuarono incessanti nella zona in cui erano riusciti a dileguarsi e alle 9 del mattino i due vennero individuati sulla scogliera in località Capilungo, marina di Alliste e tratti in arresto stessa sorte già toccata poco prima al loro complice Carbonara. Nella circostanza venne sequestrato un dispositivo elettronico per la manomissione delle centraline delle autovetture utilizzato per neutralizzare ogni dispositivo di allarme nonché per consentire, attraverso il sapiente collegamento al veicolo, di avviarlo e metterlo in marcia.
È quindi partito un lavoro di ricostruzione di tutti i movimenti del gruppo in provincia di Lecce in relazione ai vari furti di autovetture di pregio commessi nei mesi precedenti su questo territorio. Tale attività, supportata anche da una puntuale analisi del traffico telefonico e dalla visione di decine di telecamere di sorveglianza con successiva estrapolazione delle immagini di interesse ha consentito all'esito di addebitare al gruppo criminale ben 11 episodi delittuosi analoghi, tutti consumati in provincia nei mesi di maggio e giugno 2018. In particolare le attività hanno permesso di addebitare ai quattro soggetti, responsabilità penali in ordine a furti di autovetture di alta gamma, consumati nei comuni di Maglie, Lecce, Leverano, Sannicola, Ugento, Torre San Giovanni-marina di Ugento, Soleto, Porto Cesareo e Galatone.
Le investigazione hanno altresì permesso di far emergere che dopo i furti, le varie autovetture venivano portate nella zona del cerignolano dove venivano smontate per poi rivenderne i vari pezzi di ricambio. Le risultanze delle investigazioni partecipate alla competente Procura della Repubblica, che ne ha condiviso gli esiti, hanno poi consentito all'autorità giudiziaria di richiedere e ottenere, dal competente GIP, l'emissione di ordinanza applicativa di misura cautelare custodiale, nei confronti dei quattro soggetti appartenenti al gruppo criminale. Con l'esecuzione delle quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, eseguite in collaborazione con le Squadre Mobili di Bari e Brindisi, si è concluso il lavoro degli investigatori.