Enti locali
Da Kiev a Bari, paziente oncologica ucraina operata all'Istituto tumori
Era arrivata scorso con un volo militare. Rimossa una metastasi inguinale da melanoma vulvare
Bari - sabato 13 agosto 2022
11.28
Una donna ucraina di 66 anni, arrivata da Kiev a Bari su un volo militare, è stata operata all'Istituto tumori "Giovanni Paolo II", istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. In sala operatoria, l'équipe medica guidata dal professor Gennaro Cormio, direttore dell'unità operativa di Ginecologia oncologica, ha eseguito l'asportazione radicale di una voluminosa metastasi inguinale da melanoma vulvare.
La paziente era arrivata in Puglia il 12 luglio scorso, assieme a due militari ucraini feriti in guerra e poi curati al Policlinico barese.
Dall'inizio del conflitto, si tratta del quarto paziente ucraino operato all'Oncologico di Bari, che ha in cura ambulatoriale anche altri cittadini ucraini. «Con questo complesso intervento – afferma Alessandro Delle Donne, direttore generale dell'Istituto tumori Giovanni Paolo II – diamo concretezza alla collaborazione con l'Oncologico di Kiev. Mettendo a disposizione la professionalità e le competenze del nostro personale medico e sanitario, abbiamo scritto una bella pagina di solidarietà e accoglienza verso pazienti che stanno scappando dalla guerra e hanno bisogno di interventi vitali e cure specialistiche».
Soddisfatto per l'intervento anche l'on. Gero Grassi, presidente del Consiglio di indirizzo e verifica dell'Istituto. «Abbiamo garantito a una cittadina ucraina, durante un conflitto bellico - dichiara Grassi -, il diritto universale a ricevere le cure e ad accedere ai servizi sanitari. Un esempio di buona sanità che sottolinea il respiro internazionale dell'Istituto Tumori di Bari».
La paziente era stata già stata operata il 13 maggio scorso all'Istituto oncologico di Kiev, che aveva provveduto a inviare la donna in Italia per il prosieguo delle cure. Si tratta, infatti, di un tumore molto raro che richiede cure costose.
All'Istituto tumori di Bari, la donna era stata inizialmente ricoverata nell'unità operativa di Oncologia medica diretta dal dott. Vito Lorusso e sottoposta a valutazione biomolecolare di B-Raf e C-Kit e a stadiazione con Tac, Pet e risonanza. Gli esami avevano poi confermato la presenza della malattia linfonodale inguinale e la necessità di un intervento chirurgico. Adesso, dopo l'operazione perfettamente riuscita, la paziente inizierà un trattamento personalizzato di immunoterapia.
La paziente era arrivata in Puglia il 12 luglio scorso, assieme a due militari ucraini feriti in guerra e poi curati al Policlinico barese.
Dall'inizio del conflitto, si tratta del quarto paziente ucraino operato all'Oncologico di Bari, che ha in cura ambulatoriale anche altri cittadini ucraini. «Con questo complesso intervento – afferma Alessandro Delle Donne, direttore generale dell'Istituto tumori Giovanni Paolo II – diamo concretezza alla collaborazione con l'Oncologico di Kiev. Mettendo a disposizione la professionalità e le competenze del nostro personale medico e sanitario, abbiamo scritto una bella pagina di solidarietà e accoglienza verso pazienti che stanno scappando dalla guerra e hanno bisogno di interventi vitali e cure specialistiche».
Soddisfatto per l'intervento anche l'on. Gero Grassi, presidente del Consiglio di indirizzo e verifica dell'Istituto. «Abbiamo garantito a una cittadina ucraina, durante un conflitto bellico - dichiara Grassi -, il diritto universale a ricevere le cure e ad accedere ai servizi sanitari. Un esempio di buona sanità che sottolinea il respiro internazionale dell'Istituto Tumori di Bari».
La paziente era stata già stata operata il 13 maggio scorso all'Istituto oncologico di Kiev, che aveva provveduto a inviare la donna in Italia per il prosieguo delle cure. Si tratta, infatti, di un tumore molto raro che richiede cure costose.
All'Istituto tumori di Bari, la donna era stata inizialmente ricoverata nell'unità operativa di Oncologia medica diretta dal dott. Vito Lorusso e sottoposta a valutazione biomolecolare di B-Raf e C-Kit e a stadiazione con Tac, Pet e risonanza. Gli esami avevano poi confermato la presenza della malattia linfonodale inguinale e la necessità di un intervento chirurgico. Adesso, dopo l'operazione perfettamente riuscita, la paziente inizierà un trattamento personalizzato di immunoterapia.