Il musicista Spiff Onyuku. <span>Foto Spiff Onyuku</span>
Il musicista Spiff Onyuku. Foto Spiff Onyuku
Attualità

Dalla Nigeria al Conservatorio di Bari: il musicista Spiff Onyuku scrive canzoni di speranza e di pace

"Qui ho scoperto l'amore per la composizione e la musica elettronica, sotto la guida del maestro Francesco Scagliola, un campo in cui continuo a specializzarmi"

Nato in Nigeria, a 26 anni ha intrapreso un viaggio oltreoceano spinto dalla passione per la musica, è stato catturato e poi è arrivato a Corato dove ha trovato la sua massima ispirazione e dove ha scelto di rimanere.

Si chiama Spiff Onyuku. È lui il musicista noto non solo per il suo vissuto difficile ma anche e soprattutto per la musica da lui prodotta. Un viaggio di crescita personale ma anche professionale quello di Onyuku che con le sue canzoni mira a dare coraggio a chi vive una situazione simile e sprona a credere nei propri sogni e soprattutto nelle proprie capacità. Noi lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio e capire i suoi progetti futuri.

Raccontaci la tua storia
"La mia storia inizia in Nigeria, dove sono nato e cresciuto. La mia passione per la musica si è manifestata molto presto, grazie alla Chiesa Evangelica, una componente fondamentale della mia vita. È lì che mi sono avvicinato per la prima volta alla musica, suonando la batteria e iniziando a esplorare la produzione musicale. Tuttavia, con il tempo, ho iniziato a sentire il bisogno di fare di più, di sviluppare una mia visione artistica più personale e profonda".

Questa esigenza a cosa ti ha portato poi?
"A 26 anni, ho deciso di partire dalla Nigeria da solo, spinto dal sogno di fare della musica il mio futuro. Il viaggio non è stato facile: ho attraversato il Niger e il deserto, ma sono stato catturato e ho trascorso cinque mesi in prigionia in Libia. Ci sono stati momenti in cui non ero sicuro di farcela, ma grazie alla mia fede e alla mia passione per la musica, ho trovato la forza di continuare. Dopo sette mesi, sono arrivato in Italia, sbarcando a Messina, e poco dopo sono stato accolto in un centro d'accoglienza a Corato".

Come sei stato accolto qui?
"Il mio arrivo in Puglia ha segnato una svolta nella mia vita. Non conoscevo l'italiano e mi sentivo perso, ma sono stato fortunato perché ho incontrato molte persone che mi hanno sostenuto e aiutato a inserirmi nella società. Io poi mi sono dato da fare per inserirmi al meglio e ho frequentato le scuole medie e superiori a Corato, e grazie alla mia determinazione, ho continuato a inseguire il mio sogno di studiare musica, iscrivendomi al Conservatorio Piccinni di Bari. Qui ho scoperto l'amore per la composizione e la musica elettronica, sotto la guida del maestro Francesco Scagliola, un campo in cui continuo a specializzarmi".

Sei rimasto a Corato. Perché?
"Corato mi ha accolto con grande calore. Ho scelto di vivere qui perché ho trovato una stabilità affettiva, una comunità spirituale e artistica dinamica e un ambiente che mi ispira a crescere come artista. La tranquillità e la bellezza del posto, inoltre, mi permettono di concentrarmi sulla mia musica e di trovare nuove ispirazioni ogni giorno. Per questo ancora oggi ho deciso di vivere qui".

Dopo Corato quali saranno le altre tappe che ti vedranno protagonista?
"Ho in programma il mio tour 'Afrobeat Ambassador' e diverse altre esibizioni per la nuova stagione, che mi porteranno in giro per l'Italia e altrove anche. Spero di trovare sempre nuove opportunità per esibirmi e condividere la mia musica. Ci sono in cantiere alcuni progetti in fase di sviluppo che mi vedranno protagonista nei prossimi mesi, e per questo potrete seguirmi sui social".

Cosa ti spinge a credere nel tuo sogno, i successi o la fede?
"La mia fede e la mia passione per la musica mi hanno salvato nei momenti più bui, e ora mi sento pronto a condividere questa energia positiva con il mondo, continuando a creare musica che riflette la mia esperienza di vita".

Come nasce la passione per la musica e quanto quest'ultima ti ha aiutato nella vita?
"La mia passione per la musica è nata nella Chiesa Evangelica, dove ho iniziato a suonare la batteria. Da quel momento, ho sviluppato un forte interesse per la produzione musicale, cercando sempre di creare qualcosa di unico. La musica mi ha sostenuto nei momenti più difficili, soprattutto durante il mio lungo viaggio dalla Nigeria all'Italia. Mi ha dato la forza e la speranza di andare avanti. Oggi, la musica è il mio modo di raccontare la mia storia e di trasmettere messaggi di resilienza e speranza".

Hai un nome d'arte o preferisci usare il tuo?
"Il mio nome d'arte, Spiff Onyuku, è il mio nome e cognome originale. Ho deciso di mantenerlo così per il significato: 'Spiff' significa 'farti pulito e attraente', mentre 'Onyuku' significa 'grande persona'. Credo che rappresenti bene la mia personalità e le mie radici culturali".

Hai una storia molto difficile, da quanto ci racconti, il tuo vissuto lo traduci in musica o la musica rappresenta per te un'evasione?
"Il mio vissuto personale ha sicuramente un grande impatto sulla mia musica. Ogni pezzo che compongo è un riflesso delle mie esperienze, dei momenti difficili e delle sfide che ho superato. Tuttavia, la musica è anche un modo per trovare conforto e trasmettere energia positiva, connettendomi con il pubblico a un livello emotivo più profondo. Quindi è un mix tra espressione personale e un modo per elaborare quelle stesse difficoltà, vivendo e trasmettendo un momento di gioia a me e al pubblico".

Che messaggio vorresti dare a chi si trova, ancora oggi, in una situazione simile a quella del "te" di qualche anno fa?
"Il messaggio che vorrei dare è di non mollare mai. Anche nei momenti più bui, il proprio sogno—che per me è la musica e l'arte—può essere un'ancora che ti aiuta a rimanere a galla. Bisogna avere fiducia in sé stessi, credere nelle proprie capacità e non temere di esprimere il proprio vissuto attraverso la creatività. Ogni esperienza, anche la più difficile, può trasformarsi in qualcosa di positivo se affrontata con il cuore e con passione".
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