Antonio Decaro
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Politica

Decaro fa il bilancio del 2018: «Baresi di nuovo orgogliosi di Bari»

Il sindaco: «Superate crisi Fiera del Levante e Bari calcio. Miglior risultato? Co-housing e cultura. Rimpinato? Due terzi di città senza raccolta porta a porta»

«Stiamo tornando a essere orgogliosi di Bari. Oggi non ci vergognamo più di tante cose e lo si percepisce sia da chi abita a Bari sia dai baresi che vivono fuori città e sono tornati per il periodo festivo». Questo il leitmotiv del sindaco Antonio Decaro, che nella consueta conferenza stampa di fine anno traccia il bilancio del 2018 barese. Fiore all'occhiello il lavoro fatto sugli spazi dedicati alla cultura: «Prima non avevamo gli spazi della cultura, ma in questi giorni è stato possibile andare al Margherita (28.000 visitatori è il dato aggiornato a ieri) a visitare una mostra internazionale, si può andare a vedere la Traviata, produzione del Petruzzelli che è andata sold-out dopo tanti anni in cui il teatro è stato al centro delle inchieste perché chi ci lavorava aveva rubato. Uscendo dal Petruzzelli si può visitare il museo archeologico di Santa Scolastica e il castello restaurato, al cui interno c'è la mostra di San Nicola che è il santo di tutto il mondo. Il 6 dicembre è diventata tradizione mettere insieme San Nicola con l'accensione dell'albero di Natale». Altro importante tassello del mosaico culturale della città di Bari è il teatro comunale Piccinini: «È terminato ormai, mancano solo i dettagli», spiega il sindaco ricordando l'apertura in primavera.

Bari, sostiene Decaro, diventa una città sempre più turistica: «Forse non eravamo una città turistica, ma una serie di concause ha portato Bari ad avere il 97 per cento di prenotazioni per fine anno, secondi solo a Bologna. Il 24 dicembre c'erano 200.000 persone a Bari - ricorda il primo cittadino. Il Papa viene a Bari perché abbiamo strutturato una serie di grandi eventi, e anche Canale 5 (che trasmetterà il concertone di capodanno in piazza Prefettura, NdR) sceglie Bari perché sa che c'è organizzazione. Per l'evento di fine anno abbiamo allestito un palco di 46 metri, il più grande della storia dei capodanni baresi e il più grande in Italia».

Il 2018 anche anno di riqualificazioni, bonifiche, e progetti per le periferie: «Abbiamo pubblicato 30 gare per la realizzazione di spazi per la socializzazione - è il bilancio del sindaco: da piazza Redentore a piazza Disfida di Barletta, il parco ex Gadometro e il parco di Catino, per finire al giardino di Ceglie. È stato come andare vicino a un quadro e guardare il dettaglio. Ora ci allontaniamo e c'è una visione di città. Finalmente abbiamo completato le bonifiche del Gasometro e della Fibronit. La fabbrica che ci faceva paura ora non esiste più e c'è il progetto del parco della Rinascita. I baresi sono orgogliosi di non dover spingere più gli autobus: abbiamo integrato bus nuovi e messo a regime un servizio efficiente. La sfida è farlo diventare anche efficace aumentando le corse perché i baresi devono aspettare di meno. In questo mandato abbiamo completato il parco mezzi Amtab».

2018, però, anche anno di due gravi crisi che hanno interessato la città. I baresi, dice Decaro, ne sono usciti a testa alta: «La comunità barese ha saputo affrontare due situazioni critiche: il quasi fallimento della Fiera del levante e il fallimento del Bari calcio. La Camera di Commercio di Bari ha accettato la sfida rilanciando la Fiera grazie a tutti i soggetti coinvolti. Dopo il calcioscommesse e due pre fallimenti i baresi sono orgogliosi di essere ripartiti dalla Serie D, dai campi di pietra e allo stadio vanno 12 mila persone, un numero da fare invidia alla Serie A».

Dopo il ritrovato orgoglio della città, anche i motivi di soddisfazione personale da parte del sindaco: «Abbiamo messo a sistema esperienze con le reti civiche urbane: 12 quartieri, 12 bandi e 12 reti che hanno partecipato. I soggetti sono orgogliosi di un ritrovato senso di protagonismo dei cittadini che sono stati bravi a fare sintesi e a presentare progetti unici per ogni quartiere. Io sono orgoglioso di aver superato le emergenze. Sono andato nella tendopoli della Croce Rossa e l'ho chiusa: ora 400 persone sono nelle case di comunità. Le prenotazioni per cene e pranzi di solidarietà sono dimezzate e per me è un motivo di orgoglio. La metà di quelle persone ha avviato un percorso di autonomia con il co-housing».

In vista di fine mandato anche un piccolo-grande rammarico: «Chi fa la raccolta differenziata porta a porta è orgoglioso - commenta il sindaco. Credevo di creare problemi e invece i cittadini dei quartieri dove non è stato ancora introdotto mi chiedono di estendere il servizio. Il rammarico del sindaco è non essere riuscito a farlo dappertutto: nel primo mese del 2019 partiremo al San Paolo, raggiungendo 100.000 persone, ma due terzi di città restano ancora fuori. Via sparano? Avrei cercato prima la partecipazione. L'ho fatto in corso di realizzazione. Con la partecipazione ho creato lo strumento di governo. Nella via dello shopping abbiamo triplicato il verde e messo panchine con spalliere come ci avevano chiesto i cittadini. È normale che ci siano persone contente e altre no, ma nessuno può dire era meglio prima». Sulle cose che non vanno ancora Decaro ha le idee chiare: «Mi fanno arrabbiare ancora le estorsioni come quelle delle fornacelle sul lungomare - afferma perentorio Decaro. Sono orgoglioso dei commercianti di Carrassi che hanno denunciato Diomede e l'hanno fatto condannare a 10 anni».

Anche quest'anno l'ordinanza anti-botti di Natale e capodanno non ha impedito e, ammette Decato, non impedirà l'esplosione di petardi pericolosi nelle nostre strade: «L'ordinanza anti-botti non funzionerà. Si tratta solo di un modo che i sindaci hanno di richiamare l'attenzione su un fenomeno che può creare dei problemi. Qualcuno perde la funzionalità degli arti, altri perdono addirittura la vita. Quest'anno il 24 dicembre è stato devastante al Libertà e nella città vecchia. Non può bastare l'ordinanza: serve la presa di coscienza da parte dei cittadini». Altro nodo importante del 2018 è stata la crisi del Palagiustizia: «Mi sono preso l'irresponsabilità di far continuare le attività all'interno di un tribunale a rischio crollo, con le dovute cautele contro il parere del ministero. Mi assumerò la responsabilità in questo caso di stimolare il ministero a dar seguito all'accordo sottoscritto insieme al precedente guardasigilli e alle altre figure istituzionali coinvolte, in cui venivano messi a disposizione 30 milioni per il Polo della giustizia all'interno della zona delle casermette. Risolto temporaneamente il problema del tribunale penale temo che anche il palazzo di piazza De Nicola nei prossimi mesi inizi a dare segnali negativi».

Considerazioni anche sul suo ruolo di presidente Anci: «Ho copiato il Natale da Pesaro e Bergamo, ma il Natale di Bari nella chat dei sindaci è stato promosso al primo posto - dice il sindaco . Aver fatto il presidente Anci mi ha permesso di creare relazioni: con Pesaro ci scambiamo la torre panoramica, con Rimini la ruota. La battaglia sugli incivili è stata copiata praticamente da tutti; quell'azione barese è stata d'esempio. Anche sulle esperienza di cohousing mi è stato chiesto come fare».

Sulla campagna elettorale in vista delle votazioni 2019 Decaro taglia corto: «La mia campagna è fare il sindaco. Non ci possiamo permettere di avere un sindaco a mezzo servizio. Sarà sui temi, sulle attività, sugli asili nido, le scuole, i cosiddetti "invisibili"».




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