Attualità
Decreto Lavoro in vigore dal 5 maggio, la parola al dottor Giovanni Assi
L'intervista al consulente del lavoro e consigliere nazionale di Unimpresa
Bari - sabato 13 maggio 2023
10.30
Uno dei temi maggiormente discussi in queste ultime settimane è il decreto Lavoro che, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, è entrato in vigore dal 5 maggio 2023. Importantissime novità sono previste al suo interno e molte di queste interessano la sfera personale di milioni di cittadini, lavoratori ed imprenditori.
Oggi analizziamo le principali misure, chiedendo lumi ad uno dei massimi esperti in materia di lavoro della nostra regione, il dott. Giovanni Assi, consulente del lavoro e consigliere nazionale di Unimpresa con deleghe al Lavoro ed al Welfare, che il prossimo 19 maggio sarà presente ancora una volta a Roma in audizione alla Camera dei Deputati per discutere con la XI Commissione proprio uno dei temi in materia di lavoro.
Dottor Assi quali sono le principali novità di questo tanto discusso Decreto Lavoro?
«Le nuove misure - alcune con decorrenza immediata, altre applicabili a partire dal 2024 - prevedono tra le altre l'introduzione dell'assegno per l'inclusione che manda definitivamente in soffitta il Reddito di Cittadinanza; la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti; nuovi incentivi per le assunzioni e la revisione delle regole di trasparenza dei contratti di lavoro. Sono previste, inoltre, nuove causali per la stipula di contratti di lavoro a termine, l'incremento della soglia di esenzione fiscale e contributiva dei "fringe benefit" (beneficio accessorio) a 3.000 euro per il 2023 e modifiche alla disciplina delle prestazioni occasionali in specifici settori».
Partiamo dall'assegno per l'inclusione, ci illustri meglio a chi spetterà questo sostegno.
«L'assegno per l'inclusione è la nuova misura di sostegno al reddito che spetterà, a partire dal 1° gennaio 2024, ai nuclei familiari composti da almeno un soggetto disabile o minorenne o ultrasessantenne o invalido civile. Il beneficio economico sarà pari a 6.000 euro annui (ovvero 7.560 euro annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza) moltiplicati per il parametro della scala di equivalenza e spetterà per 18 mesi, rinnovabili per ulteriori 12 mesi, previa sospensione di almeno un mese. Gli importi di cui sopra potranno essere integrati per l'affitto fino a un massimo di 3.360 euro annui o pari a 1.800 euro per nuclei composti da over 67 o con disabili gravi o non autosufficienti».
Altra misura tanto pubblicizzata e su cui sono state diffuse tante cifre sui reali benefici è la riduzione del cuneo contributivo per i lavoratori dipendenti, a chi spetta effettivamente tale beneficio?
«Da luglio 2023 le buste paga dei lavoratori dipendenti con una retribuzione massima di 35 mila euro annui saranno un po' più alte, grazie all'entrata in vigore del nuovo taglio al cuneo fiscale. Le retribuzioni interessate dall'aumento sono quelle del periodo che va da luglio a dicembre 2023. La misura agevolativa in trattazione si applica sulla quota dei contributi IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) a carico dei lavoratori in relazione a tutti i rapporti di lavoro subordinato e pertanto non comporta benefici in capo al datore di lavoro».
A proposito di datori di lavoro, quali misure sono previste per loro?
«Oserei dire che per i datori di lavoro le misure adottate sono davvero molto "timide" e certamente il mondo imprenditoriale si sarebbe aspettato misure più incisive soprattutto rispetto alla riduzione del costo del lavoro ed in particolare al taglio dei contributi che le nostre aziende versano nelle casse degli istituti previdenziali ed assicurativi. Da questo punto di vista citiamo l'incentivo per le nuove assunzioni, effettuate dal 1° giugno al 31 dicembre 2023, di giovani che non abbiano ancora compiuto 30 anni di età che non lavorino nè siano inseriti in corsi di studi o di formazione (i cosiddetti Neet), e una maggiore flessibilità che viene data all'utilizzo dei contratti a tempo determinato ed all'utilizzo dei voucher lavoro nel settore turistico e termale».
Oggi analizziamo le principali misure, chiedendo lumi ad uno dei massimi esperti in materia di lavoro della nostra regione, il dott. Giovanni Assi, consulente del lavoro e consigliere nazionale di Unimpresa con deleghe al Lavoro ed al Welfare, che il prossimo 19 maggio sarà presente ancora una volta a Roma in audizione alla Camera dei Deputati per discutere con la XI Commissione proprio uno dei temi in materia di lavoro.
Dottor Assi quali sono le principali novità di questo tanto discusso Decreto Lavoro?
«Le nuove misure - alcune con decorrenza immediata, altre applicabili a partire dal 2024 - prevedono tra le altre l'introduzione dell'assegno per l'inclusione che manda definitivamente in soffitta il Reddito di Cittadinanza; la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti; nuovi incentivi per le assunzioni e la revisione delle regole di trasparenza dei contratti di lavoro. Sono previste, inoltre, nuove causali per la stipula di contratti di lavoro a termine, l'incremento della soglia di esenzione fiscale e contributiva dei "fringe benefit" (beneficio accessorio) a 3.000 euro per il 2023 e modifiche alla disciplina delle prestazioni occasionali in specifici settori».
Partiamo dall'assegno per l'inclusione, ci illustri meglio a chi spetterà questo sostegno.
«L'assegno per l'inclusione è la nuova misura di sostegno al reddito che spetterà, a partire dal 1° gennaio 2024, ai nuclei familiari composti da almeno un soggetto disabile o minorenne o ultrasessantenne o invalido civile. Il beneficio economico sarà pari a 6.000 euro annui (ovvero 7.560 euro annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza) moltiplicati per il parametro della scala di equivalenza e spetterà per 18 mesi, rinnovabili per ulteriori 12 mesi, previa sospensione di almeno un mese. Gli importi di cui sopra potranno essere integrati per l'affitto fino a un massimo di 3.360 euro annui o pari a 1.800 euro per nuclei composti da over 67 o con disabili gravi o non autosufficienti».
Altra misura tanto pubblicizzata e su cui sono state diffuse tante cifre sui reali benefici è la riduzione del cuneo contributivo per i lavoratori dipendenti, a chi spetta effettivamente tale beneficio?
«Da luglio 2023 le buste paga dei lavoratori dipendenti con una retribuzione massima di 35 mila euro annui saranno un po' più alte, grazie all'entrata in vigore del nuovo taglio al cuneo fiscale. Le retribuzioni interessate dall'aumento sono quelle del periodo che va da luglio a dicembre 2023. La misura agevolativa in trattazione si applica sulla quota dei contributi IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) a carico dei lavoratori in relazione a tutti i rapporti di lavoro subordinato e pertanto non comporta benefici in capo al datore di lavoro».
A proposito di datori di lavoro, quali misure sono previste per loro?
«Oserei dire che per i datori di lavoro le misure adottate sono davvero molto "timide" e certamente il mondo imprenditoriale si sarebbe aspettato misure più incisive soprattutto rispetto alla riduzione del costo del lavoro ed in particolare al taglio dei contributi che le nostre aziende versano nelle casse degli istituti previdenziali ed assicurativi. Da questo punto di vista citiamo l'incentivo per le nuove assunzioni, effettuate dal 1° giugno al 31 dicembre 2023, di giovani che non abbiano ancora compiuto 30 anni di età che non lavorino nè siano inseriti in corsi di studi o di formazione (i cosiddetti Neet), e una maggiore flessibilità che viene data all'utilizzo dei contratti a tempo determinato ed all'utilizzo dei voucher lavoro nel settore turistico e termale».