Attualità
Decreto sostegni una "delusione", Confesercenti Bari: «Non basta più evitare di lasciare indietro qualcuno»
La presidente Raffaella Altamura: «Occorre salvare le imprese, il loro lavoro, la loro dignità. Per il bene del nostro Paese»
Bari - sabato 20 marzo 2021
11.38
A seguito dell'approvazione del Dl Sostegni, non si può non notare come le risorse assegnate alle imprese siano del tutto insufficienti: anche considerando le tranche di contributi a fondo perduto arrivati lo scorso anno, si copre meno del 7% del fatturato perso dalle attività economiche nel solo 2020. Senza considerare le tempistiche: queste risorse non arriveranno prima di fine aprile e non considerano il primo trimestre 2021, durante il quale si sperava in una ripresa, seppur graduale. Anche il sistema dell'autocertificazione – in piena rivoluzione digitale – ci fa capire quanto siamo ancora lontani dal potere utilizzare con efficacia le banche dati di cui disponiamo: pare che la tracciabilità, su cui negli ultimi anni, funzioni solo in un senso.
«Il sistema è sempre quello – commenta Raffaella Altamura, presidente Confesercenti Bari - del ristoro tampone, ormai del tutto insufficiente e inadeguato che potrebbe generare un collasso del sistema piccole imprese. Alcune cose, per fortuna, sono state superate come l'inclusione delle attività nate nel 2019 e nel 2020 e l'abbandono del codice ATECO come criterio per l'erogazione di contributi a fondo perduto, ora assegnati a tutte le imprese che abbiano perso almeno il 30% del fatturato. Ma l'allargamento della platea di beneficiari rende ancora più evidente quanto la dotazione del decreto sia esigua. Durante l'ultimo anno si è verificato una sorta di congelamento del tessuto imprenditoriale. Quello che si registra è, però, un forte calo delle iscrizioni delle nuove imprese. Fino ad ora il tessuto ha sostanzialmente retto ma da questo momento in poi oltre 4000 piccole imprese potrebbero essere in pericolo chiusura. È del tutto assente un piano di ripartenza per le imprese. Con questi numeri e valori dei ristori sommati al protrarsi delle chiusure è evidente che occorrerà un nuovo scostamento di bilancio e indennizzi anche per il 2021 con un solo obiettivo: non basta più evitare di lasciare indietro qualcuno, occorre salvare le imprese, il loro lavoro, la loro dignità. Per il bene del nostro Paese».
«Il sistema è sempre quello – commenta Raffaella Altamura, presidente Confesercenti Bari - del ristoro tampone, ormai del tutto insufficiente e inadeguato che potrebbe generare un collasso del sistema piccole imprese. Alcune cose, per fortuna, sono state superate come l'inclusione delle attività nate nel 2019 e nel 2020 e l'abbandono del codice ATECO come criterio per l'erogazione di contributi a fondo perduto, ora assegnati a tutte le imprese che abbiano perso almeno il 30% del fatturato. Ma l'allargamento della platea di beneficiari rende ancora più evidente quanto la dotazione del decreto sia esigua. Durante l'ultimo anno si è verificato una sorta di congelamento del tessuto imprenditoriale. Quello che si registra è, però, un forte calo delle iscrizioni delle nuove imprese. Fino ad ora il tessuto ha sostanzialmente retto ma da questo momento in poi oltre 4000 piccole imprese potrebbero essere in pericolo chiusura. È del tutto assente un piano di ripartenza per le imprese. Con questi numeri e valori dei ristori sommati al protrarsi delle chiusure è evidente che occorrerà un nuovo scostamento di bilancio e indennizzi anche per il 2021 con un solo obiettivo: non basta più evitare di lasciare indietro qualcuno, occorre salvare le imprese, il loro lavoro, la loro dignità. Per il bene del nostro Paese».