Politica
Dimissioni Di Rella, le reazioni della maggioranza. Introna: «Forse ha altri progetti»
Il vicesindaco e il consigliere Bronzini: «Scelta da rispettare ma che non comprendiamo»
Bari - giovedì 4 gennaio 2018
15.35
La politica barese scossa dalle dimissioni del presidente del Consiglio Comunale Pasquale Di Rella, annunciate stamattina in conferenza stampa. Un duro colpo alla geopolitica della città di Bari, che lascia aperti una serie d'interrogativi sugli ultimi quattrodici mesi della prima amministrazione Decaro.
Non sono tardate ad arrivare le reazioni dalla maggioranza PD all'interno del Palazzo di Città, a cominciare dal vice-sindaco Pierluigi Introna, che respinge al mittente le accuse mosse da Di Rella su un mancato controllo degli atti che entrano in Consiglio per essere discussi. «Non è assolutamente vero che non ci siano controlli e indagini approfondite sui documenti che si valutano nelle sedute – dice Introna. Rispetto la scelta di Pasquale Di Rella ma non la condivido assolutamente. Evidentemente al momento non ha più la possibilità di essere un soggetto certamente terzo, forse perché ha altri progetti e ambizioni che sono rispettabili e legittime, ma comunque diversi da quelli di un presidente di Consiglio Comunale».
«Sicuramente – prosegue il numero due di Palazzo di Città dando uno sguardo retrospettivo alle cause che hanno portato a questa spaccatura – qualcosa da correggere c'è: a un certo punto abbiamo sbagliato, ritirandoci sull'Aventino e dimenticandoci di essere tutti parte di una stessa maggioranza. Io non credo che tutte le delibere che arrivino dalla Giunta al Consiglio siano errate o lacunose; tra i compiti del presidente, ricordo, c'è anche quello di affinare la documentazione che giunge nell'aula consiliare. A prescindere da tutte quelle che possono essere state le divergenze interpretative sui singoli documenti, credo che Pasquale Di Rella abbia davanti a sé un'evoluzione chiara del suo cursus honorum. Già lui fuoriuscì dal PD per entrare nel Gruppo Misto, e fu una cosa che a me personalmente, da esponente del Partito Democratico, dispiacque molto; evidentemente si starà organizzando per un futuro diverso».
Tra le accuse rivolte da Di Rella alla maggioranza di centrosinistra c'è quella di avergli voluto mandare un chiaro segnale di disapprovazione per il lavoro svolto. Ipotesi che, anche stavolta, Introna rispedisce al mittente: «Di Rella già si dimise nel novembre 2016 e la maggioranza lo richiamò a gran voce al suo vecchio scranno di presidente del Consiglio Comunale. Adesso, però, vuole andare a mani libere, com'è prassi comune nella politica, ma questo non deve per forza coincidere con il dare del cialtrone a chi siede di fianco. D'ora in poi avremo un problema in più, ma continueremo ad andare avanti: tutti siamo importanti ma nessuno è indispensabile. Di Rella resta nell'alveo del centrosinistra e per questa coalizione rappresenta ancora un elemento di grande utilità», chiosa Introna.
«A differenza di quanto accaduto nel 2016 – fa eco Marco Bronzini, consigliere PD – stavolta mi sembra che Pasquale Di Rella abbia l'esigenza di non essere rieletto a presidente del Consiglio Comunale. Personalmente, ritengo che ci siano tutti i tempi necessari a trovare con serenità una soluzione condivisa e che sia proiettata all'interesse della città, così come stiamo facendo da tredici anni qui a Bari».
L'obiettivo primario, dunque, è trovare chi succederà a Di Rella per condurre il Consiglio Comunale fino a fine mandato e alle elezioni del 2019. Per gli equilibri della maggioranza, la soluzione migliore sembrerebbe attingere alle fila del PD, anche se l'ipotesi resta da pronunciare a denti stretti. «Il successore del presidente Di Rella – prosegue diplomaticamente Bronzini – sarà individuato dalla maggioranza che concorderà, attraverso i capigruppo dopo le riunioni dei singoli gruppi, la soluzione migliore. Io, da parte mia, resto convinto che ci sia una maggiore esigenza di discutere di progetti politici, programmi e interventi in favore della città piuttosto che dei singoli. Solo così si potrà dimostrare di aver adottato le soluzioni migliori».
Una delle pietre d'inciampo che hanno fatto cadere le certezze dell'ex presidente del Consiglio Comunale è l'attitudine della maggioranza di centrosinistra a inglobare gli esponenti delle opposte fazioni piuttosto che a combatterli con le armi della dialettica politica. Ma, anche in questo caso, per la maggioranza non sono accuse fondate sui fatti, ma solo sulla volontà di Pasquale Di Rella di crearsi terreno fertile per un futuro autonomo nella politica barese. «Un conto sono gli atteggiamenti critici costruttivi – rilancia Bronzini in chiusura – e altre cose sono gli atteggiamenti critici che proiettino un singolo o una collettività verso progetti che, ribadisco, possono anche maturare in corso d'opera, e legittimamente. Purtroppo a me manca questa flessibilità: fin dalla candidatura con Emiliano ho scelto di abbracciare il progetto del PD, senza più uscirne per poi rientrarvi».
Non sono tardate ad arrivare le reazioni dalla maggioranza PD all'interno del Palazzo di Città, a cominciare dal vice-sindaco Pierluigi Introna, che respinge al mittente le accuse mosse da Di Rella su un mancato controllo degli atti che entrano in Consiglio per essere discussi. «Non è assolutamente vero che non ci siano controlli e indagini approfondite sui documenti che si valutano nelle sedute – dice Introna. Rispetto la scelta di Pasquale Di Rella ma non la condivido assolutamente. Evidentemente al momento non ha più la possibilità di essere un soggetto certamente terzo, forse perché ha altri progetti e ambizioni che sono rispettabili e legittime, ma comunque diversi da quelli di un presidente di Consiglio Comunale».
«Sicuramente – prosegue il numero due di Palazzo di Città dando uno sguardo retrospettivo alle cause che hanno portato a questa spaccatura – qualcosa da correggere c'è: a un certo punto abbiamo sbagliato, ritirandoci sull'Aventino e dimenticandoci di essere tutti parte di una stessa maggioranza. Io non credo che tutte le delibere che arrivino dalla Giunta al Consiglio siano errate o lacunose; tra i compiti del presidente, ricordo, c'è anche quello di affinare la documentazione che giunge nell'aula consiliare. A prescindere da tutte quelle che possono essere state le divergenze interpretative sui singoli documenti, credo che Pasquale Di Rella abbia davanti a sé un'evoluzione chiara del suo cursus honorum. Già lui fuoriuscì dal PD per entrare nel Gruppo Misto, e fu una cosa che a me personalmente, da esponente del Partito Democratico, dispiacque molto; evidentemente si starà organizzando per un futuro diverso».
Tra le accuse rivolte da Di Rella alla maggioranza di centrosinistra c'è quella di avergli voluto mandare un chiaro segnale di disapprovazione per il lavoro svolto. Ipotesi che, anche stavolta, Introna rispedisce al mittente: «Di Rella già si dimise nel novembre 2016 e la maggioranza lo richiamò a gran voce al suo vecchio scranno di presidente del Consiglio Comunale. Adesso, però, vuole andare a mani libere, com'è prassi comune nella politica, ma questo non deve per forza coincidere con il dare del cialtrone a chi siede di fianco. D'ora in poi avremo un problema in più, ma continueremo ad andare avanti: tutti siamo importanti ma nessuno è indispensabile. Di Rella resta nell'alveo del centrosinistra e per questa coalizione rappresenta ancora un elemento di grande utilità», chiosa Introna.
«A differenza di quanto accaduto nel 2016 – fa eco Marco Bronzini, consigliere PD – stavolta mi sembra che Pasquale Di Rella abbia l'esigenza di non essere rieletto a presidente del Consiglio Comunale. Personalmente, ritengo che ci siano tutti i tempi necessari a trovare con serenità una soluzione condivisa e che sia proiettata all'interesse della città, così come stiamo facendo da tredici anni qui a Bari».
L'obiettivo primario, dunque, è trovare chi succederà a Di Rella per condurre il Consiglio Comunale fino a fine mandato e alle elezioni del 2019. Per gli equilibri della maggioranza, la soluzione migliore sembrerebbe attingere alle fila del PD, anche se l'ipotesi resta da pronunciare a denti stretti. «Il successore del presidente Di Rella – prosegue diplomaticamente Bronzini – sarà individuato dalla maggioranza che concorderà, attraverso i capigruppo dopo le riunioni dei singoli gruppi, la soluzione migliore. Io, da parte mia, resto convinto che ci sia una maggiore esigenza di discutere di progetti politici, programmi e interventi in favore della città piuttosto che dei singoli. Solo così si potrà dimostrare di aver adottato le soluzioni migliori».
Una delle pietre d'inciampo che hanno fatto cadere le certezze dell'ex presidente del Consiglio Comunale è l'attitudine della maggioranza di centrosinistra a inglobare gli esponenti delle opposte fazioni piuttosto che a combatterli con le armi della dialettica politica. Ma, anche in questo caso, per la maggioranza non sono accuse fondate sui fatti, ma solo sulla volontà di Pasquale Di Rella di crearsi terreno fertile per un futuro autonomo nella politica barese. «Un conto sono gli atteggiamenti critici costruttivi – rilancia Bronzini in chiusura – e altre cose sono gli atteggiamenti critici che proiettino un singolo o una collettività verso progetti che, ribadisco, possono anche maturare in corso d'opera, e legittimamente. Purtroppo a me manca questa flessibilità: fin dalla candidatura con Emiliano ho scelto di abbracciare il progetto del PD, senza più uscirne per poi rientrarvi».