Eventi e cultura
Dis(d)egni, mostra d'arte contemporanea in Mediateca
L'artista Ranieri: «Ho disdegnato i consigli dei colleghi, sulla tecnica usata»
Bari - sabato 20 ottobre 2018
10.37
I soggetti sono divisi in tre progetti e sono illustrazioni di disegni in mostra, in Mediateca Regionale Pugliese. Il primo racconta le storie dello scrittore Barese Dario Pignone tratte dal "Giardino Segreto"; II secondo progetto è ispirato a vari romanzi e delle tavole random, prese da vari progetti di fumetti creati dall'artista Ranieri; Il terzo progetto è sulla letteratura ed i racconti di Franz Kafka, che diventerà un libro con 20 racconti, più 20 illustrazioni. L'artista ha usato una tecnica illustrativa straordinaria, l'incisione su screchboard. Essa è complicatissima e richiede una grande abilità tecnica oltre che una grande creatività. Claudio Losghi Ranieri nasce a Bari nel 1981. Nel 1997 Disegna e auto produce riviste ciclostilate, fumetti, illustrazioni, racconti e fotomontaggi. Nel 2000 si iscrive all'accademia delle Belle Arti di Bari e qui nasce la passione per le tecniche di incisione calco e xilografia. Nel 2004 comincia a pubblicare disegni e poesie illustrate, nel 2007 si trasferisce a Barcellona dove frequenta il master di animazione all'università Pompeu Fabra. Nel 2009 torna in Italia e fonda l'Associazione Culturale ''Carotide'' da cui nascono, nel 2013, le edizioni ''così & così'', un piccolo studio di produzione di cartoni animati libri illustrati e fumetti. Dal 2017 lavora alle illustrazioni per Odradek. Nel 2018 partecipa alla mostra collettiva "Antologia di Carta" Illustratori nella collezione Sergio Cereda, presso la galleria dell'Accademia di Belle Arti di Macerata con opere tra gli altri di Altan, Bonvi, Crepax, Fellini, Folon, Glaser, Brand Holland, Igort, Innocenti.
«Questo lavoro presente in Mediateca - spiega Ranieri - è un riferimento all'arte contemporanea, che è soprattutto arte concettuale o arte che spettacolarizza i corpi. Ho deciso di disdegnare i consigli della maggior parte dei miei colleghi che mi dicevano di non utilizzare questa tecnica, perché molto dispendiosa in termini di tempo e di energie». La mostra resterà visibile in Mediateca in via Zanardelli, 30 fino al 14 novembre. La Mostra racconta, attraverso l' illustrazione di disegni di vari progetti. Dis(d)egni era il nome legato ai primi fumetti dell'artista disegnati a vent'anni.
«È straordinaria la sua limpidezza nel tratto, ma anche la cupezza intrigante - spiega l'assessore alla cultura Silvio Maselli - Un po' l'inquietante esistenza che tra le ombre, sì mostra nelle sue opere. Sono opere grafiche che meritano di essere acquistate, di campeggiare negli studi e nelle nostre case, perché avranno tanta fortuna quando saranno scoperte da un pubblico di massa e magari dal mondo degli addetti ai lavori che veicolano i fatti artistici. Sono orgoglioso che sia in Mediateca, un posto aperto non soltanto agli amanti dei film e dei libri, ma anche a tutti quelli che hanno voglia di socializzare, di condividere uno spazio bellissimo come questo, che volemmo fortemente dieci anni fa, così come oggi è. Un posto aperto a migranti a cittadini di ogni età appartenente ad ogni generazione, ad ogni estrazione culturale».
«Questo lavoro presente in Mediateca - spiega Ranieri - è un riferimento all'arte contemporanea, che è soprattutto arte concettuale o arte che spettacolarizza i corpi. Ho deciso di disdegnare i consigli della maggior parte dei miei colleghi che mi dicevano di non utilizzare questa tecnica, perché molto dispendiosa in termini di tempo e di energie». La mostra resterà visibile in Mediateca in via Zanardelli, 30 fino al 14 novembre. La Mostra racconta, attraverso l' illustrazione di disegni di vari progetti. Dis(d)egni era il nome legato ai primi fumetti dell'artista disegnati a vent'anni.
«È straordinaria la sua limpidezza nel tratto, ma anche la cupezza intrigante - spiega l'assessore alla cultura Silvio Maselli - Un po' l'inquietante esistenza che tra le ombre, sì mostra nelle sue opere. Sono opere grafiche che meritano di essere acquistate, di campeggiare negli studi e nelle nostre case, perché avranno tanta fortuna quando saranno scoperte da un pubblico di massa e magari dal mondo degli addetti ai lavori che veicolano i fatti artistici. Sono orgoglioso che sia in Mediateca, un posto aperto non soltanto agli amanti dei film e dei libri, ma anche a tutti quelli che hanno voglia di socializzare, di condividere uno spazio bellissimo come questo, che volemmo fortemente dieci anni fa, così come oggi è. Un posto aperto a migranti a cittadini di ogni età appartenente ad ogni generazione, ad ogni estrazione culturale».