Attualità
Disney chiude tutti i negozi in Italia, Bari ha fatto da apripista
Qualche mese fa abbassata definitivamente la saracinesca in via Sparano, ora tremano 230 dipendenti
Bari - sabato 22 maggio 2021
15.11
Il Disney Store di via Sparano è stato solo il primo. La società di oltreoceano ha deciso di abbandonare l'Italia e chiudere tutti i punti vendita sul territorio nazionale, rimanendo nella penisola solo con lo store online. Quando lo scorso 3 ottobre si abbassarono definitivamente le saracinesche del negozio in centro, dopo più di 20 anni, e senza motivazioni contingenti, era già affiorato il fatto che la decisione fosse stata presa oltreoceano. E oggi la conferma.
Sono, infatti, gli ultimi mesi in Italia per Disney Store. La direzione societaria ha comunicato alle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs di voler chiudere tutti i negozi sul nostro territorio. Sono più di 230 i dipendenti occupati nei circa 15 punti vendita (erano 13 in quello barese), e sono ora con il fiato sospeso per la terribile e inaspettata notizia, peraltro arrivata a cose fatte, con la messa in liquidazione della società avvenuta il 19 maggio scorso.
«Dopo l'emergenza sanitaria e le tante restrizioni - scrivono i sindacati - i periodi di cassa integrazione alternati a periodi di lavoro non certo brillanti, dopo l'anno più difficile, ora più di 230 famiglie dovranno affrontare un'ulteriore fase difficile e piena di incertezza. Una decisione grave, di un marchio importante, punto di riferimento in molti centri storici per adulti e bambini, che ha comunicato la decisione senza dare nessuna prospettiva o avanzare proposte per la tutela occupazionale».
Sono, infatti, gli ultimi mesi in Italia per Disney Store. La direzione societaria ha comunicato alle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs di voler chiudere tutti i negozi sul nostro territorio. Sono più di 230 i dipendenti occupati nei circa 15 punti vendita (erano 13 in quello barese), e sono ora con il fiato sospeso per la terribile e inaspettata notizia, peraltro arrivata a cose fatte, con la messa in liquidazione della società avvenuta il 19 maggio scorso.
«Dopo l'emergenza sanitaria e le tante restrizioni - scrivono i sindacati - i periodi di cassa integrazione alternati a periodi di lavoro non certo brillanti, dopo l'anno più difficile, ora più di 230 famiglie dovranno affrontare un'ulteriore fase difficile e piena di incertezza. Una decisione grave, di un marchio importante, punto di riferimento in molti centri storici per adulti e bambini, che ha comunicato la decisione senza dare nessuna prospettiva o avanzare proposte per la tutela occupazionale».