Cronaca
Documenti contraffatti ed evasione dell'Iva. Sequestrate tre barche a vela
L'operazione della Guardia di finanza di Bari di stanza a Brindisi. I velieri erano stati acquistati in Francia e immatricolati negli Usa
Bari - venerdì 19 aprile 2019
10.06
La Guardia di Finanza di Bari sequestra a Brindisi tre barche a vela del valore stimato intorno ai 300mila euro. Il reato contestato ai legali rappresentanti delle due società proprietarie dei velieri è di contrabbando per non aver versato circa 85mila euro di Iva al momento dell'acquisto delle tre imbarcazioni a vela. Fatto aggravato dall'utilizzo di documenti e contrassegni di identificazione falsi.
I finanzieri hanno controllato tre imbarcazioni in navigazione verso la Croazia, apparentemente registrate nel porto di Trogir (Croazia), così come stampigliato sullo scafo. I riscontri documentali hanno permesso di accertare che i velieri erano stati acquistati in un noto cantiere francese da due società croate, in regime di non imponibilità dell'Iva spostando così l'imposizione al momento dell'arrivo del bene nel Paese di destinazione, ossia la Croazia.
I tre velieri, però, erano stati "registrati" all'estero e immatricolati nello stato statunitense del Delaware in elusione delle norme del Codice doganale europeo che stabilisce i limiti per la circolazione delle merci "extra UE" nel territorio doganale dell'Unione Europea. Nell'indagine della Gdf, quindi, è stata conclamata anche la falsità della bandiera utilizzata e il Paese di immatricolazione.
I finanzieri hanno controllato tre imbarcazioni in navigazione verso la Croazia, apparentemente registrate nel porto di Trogir (Croazia), così come stampigliato sullo scafo. I riscontri documentali hanno permesso di accertare che i velieri erano stati acquistati in un noto cantiere francese da due società croate, in regime di non imponibilità dell'Iva spostando così l'imposizione al momento dell'arrivo del bene nel Paese di destinazione, ossia la Croazia.
I tre velieri, però, erano stati "registrati" all'estero e immatricolati nello stato statunitense del Delaware in elusione delle norme del Codice doganale europeo che stabilisce i limiti per la circolazione delle merci "extra UE" nel territorio doganale dell'Unione Europea. Nell'indagine della Gdf, quindi, è stata conclamata anche la falsità della bandiera utilizzata e il Paese di immatricolazione.