Enti locali
Donazione multiorgano al Di Venere, un 61enne salva la vita a due persone
La famiglia dell'uomo, deceduto per una grave patologia, ha detto dì all'espianto di fegato e reni
Bari - martedì 16 giugno 2020
14.39
Donazione multiorgano all'ospedale "Di Venere" di Bari-Carbonara. I familiari di un 61enne della provincia di Bari, deceduto per una grave patologia, hanno detto "sì" all'espianto degli organi, innescando la catena della solidarietà. Nella notte le équipe chirurgiche provenienti dal Policlinico di Bari, con il coordinamento del dottor Claudio Petrillo e della dottoressa Gabriella Ingenito dell'unità di Rianimazione del Di Venere, sono entrate in sala operatoria per prelevare reni e fegato e ridare così una speranza di vita ad altrettante persone in attesa.
Per il direttore generale Asl Bari, Antonio Sanguedolce, «L'atto della donazione coinvolge direttamente la volontà dei familiari, che affrontano il dolore della perdita con uno slancio di umanità e generosità – e per questo li ringraziamo sentitamente –, ma anche la capacità delle strutture sanitarie e delle professionalità mediche di portare a termine con successo un processo delicatissimo e di vitale importanza».
Dal febbraio scorso la Asl Bari, proprio per semplificare e sostenere la donazione d'organi, ha deliberato una procedura unica e omogenea per le quattro unità di Rianimazione distribuite sul territorio aziendale, negli ospedali di Bari, Di Venere e San Paolo, e in quelli di Altamura e Monopoli.
Dall'accertamento di morte cerebrale alla donazione di organi e tessuti, il percorso si sviluppa in sette passaggi descritti da un team di professionisti e verificato dalla commissione permanente aziendale in materia di donazioni, prelievi e trapianti di organi e tessuti. Aspetti sanitari, formali e operativi che riguardano l'identificazione del paziente in morte encefalica, la modalità di allertamento del collegio medico, l'accertamento di morte encefalica, la valutazione dell'idoneità del potenziale donatore, così come la fase delicatissima del colloquio con i familiari, il trasporto in sala operatoria e, in ultimo, la modulistica da impiegare. Il percorso è il risultato di un impegno più ampio che Asl Bari sta portando avanti in tema di cultura della donazione, in stretta collaborazione con il centro regionale trapianti e con la rete nazionale.
È inoltre attiva la rete dei punti di raccolta della volontà in vita, distribuiti capillarmente su tutto il territorio aziendale: distretti, poliambulatori e ospedali dotati di Urp. «In totale circa una trentina di sportelli – ricorda Giuseppe Tarantino, responsabile del coordinamento donazione organi e trapianti - che offrono ai cittadini la possibilità di esprimere la propria volontà, oppure semplicemente di ricevere informazioni su una materia che investe aspetti personalissimi come la salute, la donazione e i trapianti ma che, allo stesso tempo, induce ad una riflessione sul modo di sentirsi e rendersi utili agli altri attraverso gesti di grande umanità».
I punti di raccolta aziendali vanno ad affiancarsi alla rete più estesa costituita dagli uffici anagrafe dei comuni, ai quali la legge 91 del '99 ha affidato il compito di raccogliere la volontà dei cittadini al momento del rinnovo della carta d'identità.
Per il direttore generale Asl Bari, Antonio Sanguedolce, «L'atto della donazione coinvolge direttamente la volontà dei familiari, che affrontano il dolore della perdita con uno slancio di umanità e generosità – e per questo li ringraziamo sentitamente –, ma anche la capacità delle strutture sanitarie e delle professionalità mediche di portare a termine con successo un processo delicatissimo e di vitale importanza».
La procedura unica di donazione
Dal febbraio scorso la Asl Bari, proprio per semplificare e sostenere la donazione d'organi, ha deliberato una procedura unica e omogenea per le quattro unità di Rianimazione distribuite sul territorio aziendale, negli ospedali di Bari, Di Venere e San Paolo, e in quelli di Altamura e Monopoli.
Dall'accertamento di morte cerebrale alla donazione di organi e tessuti, il percorso si sviluppa in sette passaggi descritti da un team di professionisti e verificato dalla commissione permanente aziendale in materia di donazioni, prelievi e trapianti di organi e tessuti. Aspetti sanitari, formali e operativi che riguardano l'identificazione del paziente in morte encefalica, la modalità di allertamento del collegio medico, l'accertamento di morte encefalica, la valutazione dell'idoneità del potenziale donatore, così come la fase delicatissima del colloquio con i familiari, il trasporto in sala operatoria e, in ultimo, la modulistica da impiegare. Il percorso è il risultato di un impegno più ampio che Asl Bari sta portando avanti in tema di cultura della donazione, in stretta collaborazione con il centro regionale trapianti e con la rete nazionale.
È inoltre attiva la rete dei punti di raccolta della volontà in vita, distribuiti capillarmente su tutto il territorio aziendale: distretti, poliambulatori e ospedali dotati di Urp. «In totale circa una trentina di sportelli – ricorda Giuseppe Tarantino, responsabile del coordinamento donazione organi e trapianti - che offrono ai cittadini la possibilità di esprimere la propria volontà, oppure semplicemente di ricevere informazioni su una materia che investe aspetti personalissimi come la salute, la donazione e i trapianti ma che, allo stesso tempo, induce ad una riflessione sul modo di sentirsi e rendersi utili agli altri attraverso gesti di grande umanità».
I punti di raccolta aziendali vanno ad affiancarsi alla rete più estesa costituita dagli uffici anagrafe dei comuni, ai quali la legge 91 del '99 ha affidato il compito di raccogliere la volontà dei cittadini al momento del rinnovo della carta d'identità.