Cronaca
Droga e movida, gli indagati si scambiavano i verbali dei pentiti
Non solo: diverse le telecamere messe fuori uso per evitare che riprendessero i traffici illeciti a Bari vecchia
Bari - venerdì 6 dicembre 2024
9.04
«Anomalo scambio». Così, la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Valeria Isabella Valenzi, ha definito i contenuti di alcune chat tra le 5 persone arrestate ieri dai Carabinieri perché considerate le responsabili, in concorso, di spaccio di sostanze stupefacenti tra le strade ed i vicoli del borgo antico di Bari.
«Su apposite chat» gli indagati (7 in totale, 5 in carcere) si passavano «verbali di collaboratori dei giustizia, le ordinanze e le sentenze aventi a oggetto vicende dei clan Strisciuglio, Parisi-Palermiti e altri ambienti di criminalità organizzata», ha annotato la giudice spiegando che si tratta di una «circostanza che fonda, sotto il profilo della valutazione della personalità, il convincimento di un forte interesse degli indagati per le vicende che interessano la criminalità organizzata di Bari».
Non solo, anche una «sicura contiguità con quegli ambienti» perché soltanto chi è indagato o imputato in quei procedimenti «dispone di quel tipo di atti». Per la giudice, quindi, l'essere in possesso di atti relativi a procedimenti giudiziari o attività d'indagine evidenzierebbe la vicinanza dei 5 ai clan storici della città. Inoltre, «con riferimento ai verbali dei collaboratori, si osserva che molti di questi vengono inspiegabilmente acquisiti a pochi giorni dalla redazione del relativo verbale».
«L'acquisizione dei verbali - ha ricordato la giudice Valenzi - è propedeutica alla anticipazione di linee difensive o di versioni alternative poiché vale a monitorare il numero e la natura delle accuse e quindi ad anticipare le mosse degli inquirenti». E non è tutto. Per non essere scoperti, i pusher si premuravano di distruggere le telecamere installate nell'area dove avveniva la compravendita di droga. Anche quella ubicata sull'edificio che ospita la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli.
Dalle immagini si vedono due degli indagati andare «verso l'edificio per poi sparire all'occhio dell'inquadratura. Alle ore 20.45 la telecamera iniziava a sobbalzare, per poi essere divelta definitivamente". Ed è solo uno degli apparecchi mozzati dai pusher per avere libertà di manovra nei loro loschi affari. In un altro passaggio dell'inchiesta, viene immortalato un altro momento di puro vandalismo: De Tullio, Cannito e Martiradonna junior «si fermavano davanti all'abitazione di Cannito».
«Quest'ultimo, dopo aver prelevato un coltello, iniziava a tagliare e aprire la scatoletta, all'interno della quale era occultata l'apparecchiatura elettronica installata il 3 marzo 2022 e iniziava a controllare la microtelecamera, unitamente a De Tullio e Martiradonna passandosela di mano in mano e fotografandola con i telefoni».
«Su apposite chat» gli indagati (7 in totale, 5 in carcere) si passavano «verbali di collaboratori dei giustizia, le ordinanze e le sentenze aventi a oggetto vicende dei clan Strisciuglio, Parisi-Palermiti e altri ambienti di criminalità organizzata», ha annotato la giudice spiegando che si tratta di una «circostanza che fonda, sotto il profilo della valutazione della personalità, il convincimento di un forte interesse degli indagati per le vicende che interessano la criminalità organizzata di Bari».
Non solo, anche una «sicura contiguità con quegli ambienti» perché soltanto chi è indagato o imputato in quei procedimenti «dispone di quel tipo di atti». Per la giudice, quindi, l'essere in possesso di atti relativi a procedimenti giudiziari o attività d'indagine evidenzierebbe la vicinanza dei 5 ai clan storici della città. Inoltre, «con riferimento ai verbali dei collaboratori, si osserva che molti di questi vengono inspiegabilmente acquisiti a pochi giorni dalla redazione del relativo verbale».
«L'acquisizione dei verbali - ha ricordato la giudice Valenzi - è propedeutica alla anticipazione di linee difensive o di versioni alternative poiché vale a monitorare il numero e la natura delle accuse e quindi ad anticipare le mosse degli inquirenti». E non è tutto. Per non essere scoperti, i pusher si premuravano di distruggere le telecamere installate nell'area dove avveniva la compravendita di droga. Anche quella ubicata sull'edificio che ospita la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli.
Dalle immagini si vedono due degli indagati andare «verso l'edificio per poi sparire all'occhio dell'inquadratura. Alle ore 20.45 la telecamera iniziava a sobbalzare, per poi essere divelta definitivamente". Ed è solo uno degli apparecchi mozzati dai pusher per avere libertà di manovra nei loro loschi affari. In un altro passaggio dell'inchiesta, viene immortalato un altro momento di puro vandalismo: De Tullio, Cannito e Martiradonna junior «si fermavano davanti all'abitazione di Cannito».
«Quest'ultimo, dopo aver prelevato un coltello, iniziava a tagliare e aprire la scatoletta, all'interno della quale era occultata l'apparecchiatura elettronica installata il 3 marzo 2022 e iniziava a controllare la microtelecamera, unitamente a De Tullio e Martiradonna passandosela di mano in mano e fotografandola con i telefoni».