Scuola e Lavoro
Educatori della Città Metropolitana di Bari, in 700 rischiano di perdere il lavoro
Una sentanza del Tar impedisce loro di lavorare con partita iva, si va verso l'esternalizzazione del servizio
Bari - mercoledì 25 aprile 2018
11.52
Non c'è pace per gli educatori della Città Metropolitana di Bari. Dopo le vicissitudini che avevano coinvolto diverse di loro che a causa della maternità era prima state escluse dalle graduatorie, per poi essere reintegrate dopo un lungo contrattare, ora un'altra tegola si abbatte su di loro. In seguito ad una sentenza del Tar, dovuta ad un ricorso di 50 educatori, non possono più lavorare con partita iva, come stavano facendo. D'altronde, come sottolineato anche nella sentenza, la partita iva era un imposizione illegittima a cui gli educatori erano costretti per poter lavorare e giustamente una sentenza ha ribadito il fatto che non fosse giusto tale obbligo. Ma tale sentenza sta rischiando di essere male recepita, per cui dal prossimo anno, molto probabilmente, per avere personale educativo per i disabili nelle scuole si finirà per affidare gli incarichi attraverso cooperative esterne.
Per questo motivo circa 100 di loro si sono riuniti in comitato, costituitosi lo scorso 16 aprile con il nome "Assistenza Specialistica Scolastica" il cui obiettivo è: «tutelare i diritti dei lavoratori e la qualità del servizio dal momento che i due enti (Città Metropolitana di Bari e Provincia BAT) pare abbiano intenzioni di affidare, sin dal prossimo anno scolastico 2018/2019, il servizio ad esterni o a terzi».
Una situazione affatto facile, come ci spiega uno dei 700 educatori che rischia di restare senza lavoro dato che: «Dal prossimo anno non si potrà più lavorare con partita Iva, e quindi il servizio di assistenza ai disabili sarà quasi sicuramente esternalizzato e gestito dalle cooperative. Il nostro futuro è un punto interrogativo poiché sicuramente non saremo assunti tutti dalle cooperative, visto che le assunzioni costano, e tra l'altro le cooperative essendo private possono scegliere liberamente chi far lavorare. Lo scopo di costituirsi in comitato è un modo per essere convocati ai tavoli decisionali, perché effettivamente non possono sempre decidere le nostri sorti senza prenderci in considerazione».
L'appello del comitato, infatti, va alle istituzioni, Regione Puglia e presidente Emiliano in primis, a cui chiedono di: «intervenire su questa delicata situazione, avviando tavoli tecnici di cui il Comitato sia parte integrante per individuare insieme soluzioni che tutelino la continuità lavorativa degli assistenti alla comunicazione e degli educatori professionali, e soprattutto difenda i diritti dei ragazzi con disabilità e le loro famiglie che, fino ad oggi, hanno potuto contare sulle qualità e competenze degli operatori».
Per questo motivo circa 100 di loro si sono riuniti in comitato, costituitosi lo scorso 16 aprile con il nome "Assistenza Specialistica Scolastica" il cui obiettivo è: «tutelare i diritti dei lavoratori e la qualità del servizio dal momento che i due enti (Città Metropolitana di Bari e Provincia BAT) pare abbiano intenzioni di affidare, sin dal prossimo anno scolastico 2018/2019, il servizio ad esterni o a terzi».
Una situazione affatto facile, come ci spiega uno dei 700 educatori che rischia di restare senza lavoro dato che: «Dal prossimo anno non si potrà più lavorare con partita Iva, e quindi il servizio di assistenza ai disabili sarà quasi sicuramente esternalizzato e gestito dalle cooperative. Il nostro futuro è un punto interrogativo poiché sicuramente non saremo assunti tutti dalle cooperative, visto che le assunzioni costano, e tra l'altro le cooperative essendo private possono scegliere liberamente chi far lavorare. Lo scopo di costituirsi in comitato è un modo per essere convocati ai tavoli decisionali, perché effettivamente non possono sempre decidere le nostri sorti senza prenderci in considerazione».
L'appello del comitato, infatti, va alle istituzioni, Regione Puglia e presidente Emiliano in primis, a cui chiedono di: «intervenire su questa delicata situazione, avviando tavoli tecnici di cui il Comitato sia parte integrante per individuare insieme soluzioni che tutelino la continuità lavorativa degli assistenti alla comunicazione e degli educatori professionali, e soprattutto difenda i diritti dei ragazzi con disabilità e le loro famiglie che, fino ad oggi, hanno potuto contare sulle qualità e competenze degli operatori».