Servizi sociali
Educatrici escluse per la maternità, non si placa la polemica
Dalla Città Metropolitana arrivano rassicurazioni nonostante non ci siano state convocazioni, ma il nuovo bando discrimina le mamme
Bari - venerdì 24 novembre 2017
Non c'è pace per le educatrici della Città Metropolitana di Bari escluse dalla graduatoria perché in maternità. La loro situazione (di cui avevamo parlato un paio di mesi fa) è, infatti, ancora sospesa in attesa che qualcuno decida del loro futuro e se garantire o meno loro un posto di lavoro per quest'anno. Dalla Città Metropolitana, nello specifico dall'assessore Valenzano, Delegato in materia di Promozione e coordinamento dello sviluppo sociale, servizi alla persona, lavoro e formazione professionale, continuano ad arrivare rassicurazioni su una probabile chiamata, ma nessuno ad ora si è fatto sentire.
«Ad oggi noi educatrici in maternità lo scorso anno – dicono ai microfoni di Bariviva le professioniste in attesa di chiamata – non siamo ancora state convocate. Ogni volta che abbiamo chiesto spiegazioni al dottor Valenzano, tramite il nostro sindacato la CGIL, ci viene risposto che la chiamata arriverà a giorni. Ma poi tutto tace e a noi sembra sempre di più, con il passare del tempo, una presa in giro».
Nel frattempo, le graduatorie a cui fanno riferimento stanno per essere sostituite dalle nuove, per cui è stato da poco pubblicato un bando, dopo anni in cui la situazione era sospesa. Un bando che peggiora ulteriormente la situazione, come ci spiega una delle educatrici: «Il nuovo bando, a cui ovviamente parteciperemo, purtroppo, ha delle clausole che lo rendono addirittura peggiore del precedente. Non c'è nessun rispetto per la maternità, c'è scritto a chiare lettere. Inoltre, i criteri di accesso al colloquio orale sono quasi impossibili, in quanto è necessario un punteggio di 45 su 60, e stando a quanto scritto nel bando sul come poter raggiungere tale punteggio è possibile vedere come sia difficile anche per chi lavora da anni. Sembra proprio che ci sia la volontà di far morire il servizio, ma in modo legale».
Infatti, per quanto riguarda la tutela della maternità o della malattia, il bando in questione le esclude a priori, dato che è scritto a chiare lettere (citiamo testualmente): «La non accettazione dell'incarico, indipendentemente dalle ragioni addotte, comporterà la cancellazione dalla graduatoria». Attendiamo a questo punto delucidazioni dalla Città Metropolitana di Bari, riguardo questi criteri di selezioni stringenti e contrari ai diritti dei lavoratori, specialmente delle donne.
«Ad oggi noi educatrici in maternità lo scorso anno – dicono ai microfoni di Bariviva le professioniste in attesa di chiamata – non siamo ancora state convocate. Ogni volta che abbiamo chiesto spiegazioni al dottor Valenzano, tramite il nostro sindacato la CGIL, ci viene risposto che la chiamata arriverà a giorni. Ma poi tutto tace e a noi sembra sempre di più, con il passare del tempo, una presa in giro».
Nel frattempo, le graduatorie a cui fanno riferimento stanno per essere sostituite dalle nuove, per cui è stato da poco pubblicato un bando, dopo anni in cui la situazione era sospesa. Un bando che peggiora ulteriormente la situazione, come ci spiega una delle educatrici: «Il nuovo bando, a cui ovviamente parteciperemo, purtroppo, ha delle clausole che lo rendono addirittura peggiore del precedente. Non c'è nessun rispetto per la maternità, c'è scritto a chiare lettere. Inoltre, i criteri di accesso al colloquio orale sono quasi impossibili, in quanto è necessario un punteggio di 45 su 60, e stando a quanto scritto nel bando sul come poter raggiungere tale punteggio è possibile vedere come sia difficile anche per chi lavora da anni. Sembra proprio che ci sia la volontà di far morire il servizio, ma in modo legale».
Infatti, per quanto riguarda la tutela della maternità o della malattia, il bando in questione le esclude a priori, dato che è scritto a chiare lettere (citiamo testualmente): «La non accettazione dell'incarico, indipendentemente dalle ragioni addotte, comporterà la cancellazione dalla graduatoria». Attendiamo a questo punto delucidazioni dalla Città Metropolitana di Bari, riguardo questi criteri di selezioni stringenti e contrari ai diritti dei lavoratori, specialmente delle donne.