
Servizi sociali
Emergenza Covid a Bari, troppe famiglie senza aiuti. Sit-in in piazza Chiurlia
"Molte persone stanno perdendo la propria occupazione, e quel che arriva dallo Stato lascia fuori milioni di persone che già prima erano esposte al ricatto salute-lavoro"
Bari - martedì 3 novembre 2020
10.20 Comunicato Stampa
L'emergenza Covid sta creando sempre di più disagio a livello economico. A tutti coloro che perdono il lavoro e devono chiudere l'attività per le restrizione messe in atto dal Governo, si aggiungono tutti coloro che "si arrangiano" per vivere, e che in questo periodo non sanno come andare avanti. Già durante il lockdown, nonostante gli aiuti provenienti dai vari decreti e il supporto della rete Welfare comunale, in troppi non potevano accedere a nessun aiuto.
«Dall'inizio della pandemia ci è stato detto di sacrificare qualcosa - scrivono motivando la protesta che si svolgerà giovedi all'assessorato al Welfare in piazza Chiulia dallo Sportello sociosanitario autogestito Bari - che fosse la libertà di uscire o quella di guardarci in faccia, e l'abbiamo fatto di buon grado, perché serviva a proteggere noi e tutt* quell* più vulnerabili. Dall'inizio della pandemia, Confindustria ha battuto i pugni sul tavolo, perché i profitti erano e sono la prima cosa da preservare, in barba agli sforzi di tutt* coloro che invece hanno avuto e continuano ad avere cura delle comunità. Le misure adottate dallo Stato e dagli enti locali sono e sono state escludenti, insufficienti e precarizzanti. Basti pensare al comune di Bari, che ha soddisfatto solo 2391 richieste di buoni spesa, un numero ridicolo se pensiamo a quanti hanno bisogno di supporto. Come reti di mutuo soccorso ci siamo attivat* fin dall'inizio dell'emergenza sanitaria per aiutare tutte quelle famiglie che avevano bisogno di un sostegno per la spesa giornaliera, di un supporto psicologico o assistenza burocratica. Forti anche dell'apporto dei negozianti dei nostri quartieri, nonché di chi ha contribuito con una donazione, siamo stat* in grado di sostenere oltre trecento famiglie. Adesso, con le nuove misure del governo, molte persone stanno perdendo il lavoro, e di nuovo dallo stato arrivano pochi spiccioli, pagati una tantum, che lasciano fuori milioni di persone che già prima erano esposte al ricatto salute-lavoro. É finito il tempo degli "andrà tutto bene" sul balcone, noi adesso vogliamo: reddito per tutti e tutte; stop licenziamenti, utenze, affitti e sfratti; potenziamento della sanità pubblica e stop finanziamenti alla sanità privata; dispositivi di protezione individuale gratuiti per tutti e tutte; istruzione garantita per tutti e tutte; trasporti sicuri per chi deve andare a lavorare. Adesso vogliamo risposte, non promesse».
«Dall'inizio della pandemia ci è stato detto di sacrificare qualcosa - scrivono motivando la protesta che si svolgerà giovedi all'assessorato al Welfare in piazza Chiulia dallo Sportello sociosanitario autogestito Bari - che fosse la libertà di uscire o quella di guardarci in faccia, e l'abbiamo fatto di buon grado, perché serviva a proteggere noi e tutt* quell* più vulnerabili. Dall'inizio della pandemia, Confindustria ha battuto i pugni sul tavolo, perché i profitti erano e sono la prima cosa da preservare, in barba agli sforzi di tutt* coloro che invece hanno avuto e continuano ad avere cura delle comunità. Le misure adottate dallo Stato e dagli enti locali sono e sono state escludenti, insufficienti e precarizzanti. Basti pensare al comune di Bari, che ha soddisfatto solo 2391 richieste di buoni spesa, un numero ridicolo se pensiamo a quanti hanno bisogno di supporto. Come reti di mutuo soccorso ci siamo attivat* fin dall'inizio dell'emergenza sanitaria per aiutare tutte quelle famiglie che avevano bisogno di un sostegno per la spesa giornaliera, di un supporto psicologico o assistenza burocratica. Forti anche dell'apporto dei negozianti dei nostri quartieri, nonché di chi ha contribuito con una donazione, siamo stat* in grado di sostenere oltre trecento famiglie. Adesso, con le nuove misure del governo, molte persone stanno perdendo il lavoro, e di nuovo dallo stato arrivano pochi spiccioli, pagati una tantum, che lasciano fuori milioni di persone che già prima erano esposte al ricatto salute-lavoro. É finito il tempo degli "andrà tutto bene" sul balcone, noi adesso vogliamo: reddito per tutti e tutte; stop licenziamenti, utenze, affitti e sfratti; potenziamento della sanità pubblica e stop finanziamenti alla sanità privata; dispositivi di protezione individuale gratuiti per tutti e tutte; istruzione garantita per tutti e tutte; trasporti sicuri per chi deve andare a lavorare. Adesso vogliamo risposte, non promesse».