Cronaca
Estorsione mafiosa ad una carrozzeria, nove condanne nel clan Strisciuglio
Nel corso degli anni gli imputati avrebbero obbligato il titolare ad «effettuare lavori di carrozzeria sulle loro auto senza pagarlo»
Bari - giovedì 18 aprile 2024
19.34
Il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Giuseppe Battista, ha condannato a pene comprese tra i 20 anni ed i 3 anni e 4 mesi di reclusione nove persone, ritenute appartenenti al clan Strisciuglio, per estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti del titolare di una carrozzeria del quartiere Palese.
Le pene più alte - in continuazione con precedenti condanne ormai irrevocabili - sono state inflitte in abbreviato a Saverio Faccilongo (ritenuto il reggente del clan al rione San Pio), Giuseppe Caizzi e Giovanni Sgaramella, condannati a 20 anni di reclusione. Pietro Mercoledisanto dovrà scontare 6 anni e 4 mesi di carcere, mentre Giovanni Tritto e Vito Antonio Catacchio (quest'ultimo riconosciuto colpevole solo per alcuni casi di estorsione, mentre è stato assolto per altri) a 6 anni.
Tommaso Peschetola, invece, ha rimediato una condanna a 5 anni di reclusione, mentre Raffaele Stella e Antonio Tortora a 3 anni e 4 mesi. Nel corso degli anni gli imputati avrebbero obbligato il titolare ad «effettuare lavori di carrozzeria sulle loro auto senza pagarlo», oltre a costringerlo a «consegnargli diverse somme di denaro», dai 3mila ai 5 mila euro. Le indagini hanno documentato anni di estorsioni del sodalizio mafioso, almeno dal 2015, con richieste di pagamenti periodici.
Soldi che, scrive la Procura della Repubblica di Bari, sarebbero serviti come «pensiero per il loro capo detenuto» al 41 bis, Saverio Faccilongo, «in occasione del Natale», e per sostenere le spese legali di altri membri del clan in carcere. Agli imputati era contestata l'aggravante dell'agevolazione mafiosa al clan Strisciuglio.
Le pene più alte - in continuazione con precedenti condanne ormai irrevocabili - sono state inflitte in abbreviato a Saverio Faccilongo (ritenuto il reggente del clan al rione San Pio), Giuseppe Caizzi e Giovanni Sgaramella, condannati a 20 anni di reclusione. Pietro Mercoledisanto dovrà scontare 6 anni e 4 mesi di carcere, mentre Giovanni Tritto e Vito Antonio Catacchio (quest'ultimo riconosciuto colpevole solo per alcuni casi di estorsione, mentre è stato assolto per altri) a 6 anni.
Tommaso Peschetola, invece, ha rimediato una condanna a 5 anni di reclusione, mentre Raffaele Stella e Antonio Tortora a 3 anni e 4 mesi. Nel corso degli anni gli imputati avrebbero obbligato il titolare ad «effettuare lavori di carrozzeria sulle loro auto senza pagarlo», oltre a costringerlo a «consegnargli diverse somme di denaro», dai 3mila ai 5 mila euro. Le indagini hanno documentato anni di estorsioni del sodalizio mafioso, almeno dal 2015, con richieste di pagamenti periodici.
Soldi che, scrive la Procura della Repubblica di Bari, sarebbero serviti come «pensiero per il loro capo detenuto» al 41 bis, Saverio Faccilongo, «in occasione del Natale», e per sostenere le spese legali di altri membri del clan in carcere. Agli imputati era contestata l'aggravante dell'agevolazione mafiosa al clan Strisciuglio.