Cronaca
Estorsioni con metodo mafioso, arrestate 12 persone vicine al clan Strisciuglio
L'articolazione di Enziteto faceva capo a Saverio Faccilongo. Secondo l'accusa il sistema si fondava sull'omertà dei cittadini
Bari - lunedì 19 giugno 2023
11.34
I carabinieri del comando provinciale di Bari, con il supporto dei reparti competenti per territorio, hanno eseguito dodici ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip presso il Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nelle quali vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico di altrettanti indagati ritenuti vicini all'articolazione "Enziteto" del clan Strisciuglio, operante nei quartieri cittadini di San Pio, Santo Spirito e Palese, ritenuti responsabili di estorsione continuata in concorso, aggravata dal metodo mafioso.
Secondo l'impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e condotte nel periodo dal febbraio 2023 ad oggi dal reparto operativo - nucleo investigativo di Bari, mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, perquisizioni e sequestri, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in merito alle attività illecite poste in essere dall'articolazione "Enziteto" del clan Strisciuglio, facente capo a Faccilongo Saverio detto "benzina", che, nel corso degli anni in modi e tempi diversi, consapevole della condizione di assoggettamento ed omertà che genera nella popolazione l'adesione a tale consorteria, poneva in essere azioni estorsive con modalità di condotta tipiche dell'associazione mafiosa.
Ad esempio, venivano richieste lavorazioni gratuite, da effettuare su veicoli a bordo dei quali si trovavano persone palesemente armate di pistola, oppure pretestuosi risarcimenti per lavori di riparazione asseritamente eseguiti male. In particolare, dopo aver richiesto ed ottenuto mano d'opera di ripristino della carrozzeria dei propri veicoli, anziché pagare, dopo qualche giorno, ritornavano lamentandosi della scarsa qualità dei lavori, pretendendo non solo di non pagare nulla, ma addirittura la consegna di denaro.
Nel corso delle attività, già nel mese di febbraio scorso, i carabinieri avevano arrestato due persone in flagranza di reato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto un terzo indagato. Le successive indagini hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei soggetti attinti oggi dalla misura cautelare, tra cui alcuni già detenuti per altra causa.
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all'esecuzione delle misure cautelari odierne, seguirà l'interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
Secondo l'impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e condotte nel periodo dal febbraio 2023 ad oggi dal reparto operativo - nucleo investigativo di Bari, mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, perquisizioni e sequestri, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in merito alle attività illecite poste in essere dall'articolazione "Enziteto" del clan Strisciuglio, facente capo a Faccilongo Saverio detto "benzina", che, nel corso degli anni in modi e tempi diversi, consapevole della condizione di assoggettamento ed omertà che genera nella popolazione l'adesione a tale consorteria, poneva in essere azioni estorsive con modalità di condotta tipiche dell'associazione mafiosa.
Ad esempio, venivano richieste lavorazioni gratuite, da effettuare su veicoli a bordo dei quali si trovavano persone palesemente armate di pistola, oppure pretestuosi risarcimenti per lavori di riparazione asseritamente eseguiti male. In particolare, dopo aver richiesto ed ottenuto mano d'opera di ripristino della carrozzeria dei propri veicoli, anziché pagare, dopo qualche giorno, ritornavano lamentandosi della scarsa qualità dei lavori, pretendendo non solo di non pagare nulla, ma addirittura la consegna di denaro.
Nel corso delle attività, già nel mese di febbraio scorso, i carabinieri avevano arrestato due persone in flagranza di reato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto un terzo indagato. Le successive indagini hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei soggetti attinti oggi dalla misura cautelare, tra cui alcuni già detenuti per altra causa.
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all'esecuzione delle misure cautelari odierne, seguirà l'interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.