Politica
Ex FerrHotel, Arci Bari: «Solidarietà alla comunità somala»
Dal comune fanno sapere che da settimane è stato avviato un dialogo e un percorso con l'assessorato al Welfare
Bari - venerdì 12 ottobre 2018
Comunicato Stampa
Arrivano le prime reazioni dopo lo sgombero avvenuto ieri dell'ex FerrHotel, dopo che negli ultimi tempi era ritirnato di attualità il problema della situaziine presente all'interno della struttura, dimora abituale da anni di una comunità somala residente a Bari.
I primi ad esprimere solidarietà e a dire la loro sono quelli di Arci Bari che in una nota dicono che: «Arci Bari esprime solidarietà a tutta la Comunità Somala che dal 2009 ha abitato il Ferrhotel, il vecchio albergo lasciato in disuso e di competenza delle Ferrovie dello Stato che è stato, in questi 9 anni l'esempio di un esperienza di autorganizzazione e di solidarietà, che ha coinvolto ed è divenuto punto di riferimento per i migranti di origine somala transitati nella nostra città. Difficile comprendere l'esigenza di questo sgombero disposto dalla Prefettura di Bari, il Ferrhotel infatti è stato esempio di pacifica convivenza e percorsi di integrazione lavorativa e sociale delle persone ospitate, tutti riconosciuti rifugiati politici e in quanto tali soggetti di diritto per ricevere altre soluzioni di supporto alla loro inclusione sociale come l'inserimento nei progetti Sprar. Oggi la città di Bari sta vivendo uno strappo che la storia della nostra comunità non merita, comunità "tutta" di cittadini e migranti, che hanno condiviso in quasi 10 anni percorsi di prossimità, solidarietà e sono stati l'esempio di una cittadinanza condivisa e possibile. Una ferita ingiustificabile come tante declinazioni dell'attuale politica governativa. Arci Bari rende disponibile il suo sportello gratuito per l'orientamento legale e sociale dei migranti, gestito da operatori legali volontari, presente nella sua sede di Via Marchese di Montrone 57, aperto i giorni di mercoledì, giovedì e venerdì pomeriggio per sostenere l'esigenza di riallocazione delle persone sgomberate e facilitare la sinergia con le altre organizzazioni del terzo settore impegnate nell'accoglienza e con l'Ufficio Immigrazione dei Servizi Sociali di Bari e si impegna a promuovere e sostenere azioni di solidarietà alla Comunità Somala».
Dal comune invece fanno sapere che l'operazione di ieri nasce da un lavoro interistituzionale svolto con la Prefettura, la Questura, l'Asl Bari e le Forze dell'ordine. Per quanto riguarda i migranti presenti all'interno del Ferrhotel, in condizioni assolutamente precarie e non dignitose, sottolineano che gli stessi: «hanno avviato da settimane, su loro specifica richiesta, un dialogo e un percorso di mediazione culturale con l'assessorato al Welfare, che ha predisposto uno sportello presso la sede dell'assessorato, in piazza Chiurlia, dedicato all'ascolto delle loro istanze e finalizzato a programmare piani individuali di accoglienza e sostegno al fine di migliorare le loro condizioni di vita generali. Al momento sono complessivamente 19 le persone che, dopo l'interlocuzione con lo sportello comunale, sono state inserite in strutture di accoglienza, tra cui la Casa delle Culture, gli S.P.R.A.R. e le Case di comunità comunali. Altri 10 sono in fase di inserimento nelle strutture residenziali. Tutti coloro che non sono ancora stati intercettati, potranno recarsi nelle prossime ore, presso lo sportello comunale per avviare l'inserimento in struttura. Nel corso delle operazioni di questo pomeriggio è stato assicurato il servizio degli assistenti sociali e degli operatori del P.I.S. al fine di supportare le persone in condizioni di maggiore fragilità e difficoltà. Sul luogo era presente anche un'equipe della Asl che si è resa disponibile a verificare le condizioni di salute dei migranti presenti. Coinvolta anche l'Amtab che ha accompagnato i migranti nelle varie strutture di accoglienza individuate. Sono stati inoltre predisposti ulteriori 40 posti di accoglienza straordinari, nel caso in cui dovesse emergere la necessità di ospitare persone non intercettate prima della giornata odierna».
I primi ad esprimere solidarietà e a dire la loro sono quelli di Arci Bari che in una nota dicono che: «Arci Bari esprime solidarietà a tutta la Comunità Somala che dal 2009 ha abitato il Ferrhotel, il vecchio albergo lasciato in disuso e di competenza delle Ferrovie dello Stato che è stato, in questi 9 anni l'esempio di un esperienza di autorganizzazione e di solidarietà, che ha coinvolto ed è divenuto punto di riferimento per i migranti di origine somala transitati nella nostra città. Difficile comprendere l'esigenza di questo sgombero disposto dalla Prefettura di Bari, il Ferrhotel infatti è stato esempio di pacifica convivenza e percorsi di integrazione lavorativa e sociale delle persone ospitate, tutti riconosciuti rifugiati politici e in quanto tali soggetti di diritto per ricevere altre soluzioni di supporto alla loro inclusione sociale come l'inserimento nei progetti Sprar. Oggi la città di Bari sta vivendo uno strappo che la storia della nostra comunità non merita, comunità "tutta" di cittadini e migranti, che hanno condiviso in quasi 10 anni percorsi di prossimità, solidarietà e sono stati l'esempio di una cittadinanza condivisa e possibile. Una ferita ingiustificabile come tante declinazioni dell'attuale politica governativa. Arci Bari rende disponibile il suo sportello gratuito per l'orientamento legale e sociale dei migranti, gestito da operatori legali volontari, presente nella sua sede di Via Marchese di Montrone 57, aperto i giorni di mercoledì, giovedì e venerdì pomeriggio per sostenere l'esigenza di riallocazione delle persone sgomberate e facilitare la sinergia con le altre organizzazioni del terzo settore impegnate nell'accoglienza e con l'Ufficio Immigrazione dei Servizi Sociali di Bari e si impegna a promuovere e sostenere azioni di solidarietà alla Comunità Somala».
Dal comune invece fanno sapere che l'operazione di ieri nasce da un lavoro interistituzionale svolto con la Prefettura, la Questura, l'Asl Bari e le Forze dell'ordine. Per quanto riguarda i migranti presenti all'interno del Ferrhotel, in condizioni assolutamente precarie e non dignitose, sottolineano che gli stessi: «hanno avviato da settimane, su loro specifica richiesta, un dialogo e un percorso di mediazione culturale con l'assessorato al Welfare, che ha predisposto uno sportello presso la sede dell'assessorato, in piazza Chiurlia, dedicato all'ascolto delle loro istanze e finalizzato a programmare piani individuali di accoglienza e sostegno al fine di migliorare le loro condizioni di vita generali. Al momento sono complessivamente 19 le persone che, dopo l'interlocuzione con lo sportello comunale, sono state inserite in strutture di accoglienza, tra cui la Casa delle Culture, gli S.P.R.A.R. e le Case di comunità comunali. Altri 10 sono in fase di inserimento nelle strutture residenziali. Tutti coloro che non sono ancora stati intercettati, potranno recarsi nelle prossime ore, presso lo sportello comunale per avviare l'inserimento in struttura. Nel corso delle operazioni di questo pomeriggio è stato assicurato il servizio degli assistenti sociali e degli operatori del P.I.S. al fine di supportare le persone in condizioni di maggiore fragilità e difficoltà. Sul luogo era presente anche un'equipe della Asl che si è resa disponibile a verificare le condizioni di salute dei migranti presenti. Coinvolta anche l'Amtab che ha accompagnato i migranti nelle varie strutture di accoglienza individuate. Sono stati inoltre predisposti ulteriori 40 posti di accoglienza straordinari, nel caso in cui dovesse emergere la necessità di ospitare persone non intercettate prima della giornata odierna».