Scuola e Lavoro
Ex Om di Bari, Emiliano: «Siamo in attesa della richiesta di Cassa Integrazione»
Il presidente torna sull'argomento sottolineando che la Regione non può provvedere all'erogazione senza formale domanda della curatela fallimentare
Bari - giovedì 17 gennaio 2019
Comunicato Stampa
Non si placano le polemiche sulla vertenza ex Om di Bari. Sull'argomento, dopo l'intervento dei consiglieri regionsli pentastellati e della deputata Mari, interviene il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, spiegando il suo punto di vista. Proponiamo di seguito per intero la nota di Emiliano.
«Anche sulla vertenza dei lavoratori ex OM carrelli, in casa Movimento 5 Stelle registriamo un autentico corto circuito. Infatti, leggiamo dichiarazioni della deputata Masi e della Consigliera regionale Laricchia che contraddicono le iniziative di altri loro colleghi pentastellati e quelle adottate dallo stesso Governo, di concerto con la Regione Puglia, per la soluzione della crisi. La smania di infangare la Regione Puglia impedisce loro di studiare gli atti, di informarsi compiutamente su ogni aspetto della vertenza e sulle norme che regolamentano la gestione degli ammortizzatori sociali prima di prendere voce in vicende che sono in realtà serissime e delicate perché attengono alla vita di 164 famiglie ed alla ripresa delle attività industriali nei capannoni di Modugno. La superficialità ed il fazioso pregiudizio, invece, fanno loro dire che "la Curatela non ha avviato i licenziamenti" e che "Il Ministero ha ribadito che la Regione Puglia è autonoma nella decisione di fare richiesta di Cassa Integrazione retroattiva" e che pertanto, sono "dispiaciute dei ritardi della Regione" ed in particolare della Task Force". Si tratta, oltre che di evidenti falsità, anche di gigantesche sciocchezze che potrebbero far sorridere se non fosse per gli effetti deleteri che provocano sulla carne viva dei lavoratori e delle loro famiglie in sofferenza. Infatti, solo Masi e Laricchia ignorano che la domanda di concessione della cassa integrazione può essere presentata solo ed esclusivamente dal datore di lavoro, in questo caso dalla Curatela Fallimentare, a cui non può sostituirsi nessun altro soggetto sociale (il sindacato e/o organizzazione datoriale) né istituzionale. Insomma, la Regione deve impegnarsi a pagare la prestazione (abbiamo accantonato 3 milioni di euro per farlo) ma il datore di lavoro deve richiederne la concessione. Ma la Curatela Fallimentare non lo ha ancora fatto. Purtroppo, è anche noto che la Curatela ha da tempo formalmente avviato la procedura di licenziamento collettivo. Anche in questo caso solo Masi e Laricchia non se ne sono accorte. Per fortuna, invece, erano attenti l'assessore Sebastiano Leo e le organizzazioni sindacali di categoria che con la nota congiunta dello scorso 4 dicembre hanno ottenuto dalla Curatela la sospensione del procedimento ed evitato, per il momento, i licenziamenti di tutti i lavoratori. E non servono particolari competenze specialistiche per cogliere il senso e l'importanza dell'apprezzato comunicato del Ministero del Lavoro che ha ribadito che "La Regione Puglia è l'unico soggetto legittimato a valutare la sussistenza dei presupposti per l'emanazione del decreto di concessione della Cassa in deroga". Non significa che la regione presenta la domanda, bensi che può concedere la CIGD in autonomia, senza l'autorizzazione del Ministero e, soprattutto, senza alcuna necessità di acquisire il giudizio di qualsivoglia esperto di fiducia del Movimento 5 Stelle o della Curatela Fallimentare. Del resto, le dirigenti della Sezione lavoro e dell'Ufficio regionale preposto alla gestione degli ammortizzatori in deroga a cui compete l'esclusivo compito di valutazione della domanda, hanno da tempo comunicato alle parti che sussistono i presupposti per la concessione della prestazione, per la durata di 12 mesi ed avente decorrenza dicembre 2017, a favore dei lavoratori Tua Industries. Attendono solo che la prestazione venga richiesta dalla Procedura! È vero, invece, che la Ministra Lezzi ha fortemente voluto l'emendamento in Legge di Bilancio 2019 per la concessione della mobilità in deroga a favore dei lavoratori Tua Industries - ex Om, per i 12 mesi successivi al licenziamento, al fine di supportarli sino all'avvio delle nuove attività industriali previsto per gennaio 2020. Ma sarebbe sbagliato e scorretto omettere, come fanno Masi e Laricchia, che tale risultato è l'atto conclusivo di una formidabile interazione interistituzionale, dell'impegno fattivo di altri parlamentari, della stretta collaborazione tra la Task Force della Regione Puglia e l'Ufficio tecnico/legale della Ministra che hanno approfondito il caso, elaborato la proposta e prodotto l'emendamento. Insieme. È così che bisognerebbe sempre operare quando si hanno responsabilità Istituzionali: cooperando senza pregiudizi e senza farsi accecare dalla faziosità politica, tenendo ferma la barra per il bene comune e l'affermazione dei diritti dei più deboli, come le famiglie dei lavoratori ex OM . Per questo, infine, vorrei ringraziare la Task Force regionale guidata da Leo Caroli il cui incessante lavoro, anche in questa complicata vertenza, concorre significativamente ad ogni sforzo possibile per la messa in sicurezza dei lavoratori, nelle more di una concreta prospettiva industriale e di nuova occupazione».
«Anche sulla vertenza dei lavoratori ex OM carrelli, in casa Movimento 5 Stelle registriamo un autentico corto circuito. Infatti, leggiamo dichiarazioni della deputata Masi e della Consigliera regionale Laricchia che contraddicono le iniziative di altri loro colleghi pentastellati e quelle adottate dallo stesso Governo, di concerto con la Regione Puglia, per la soluzione della crisi. La smania di infangare la Regione Puglia impedisce loro di studiare gli atti, di informarsi compiutamente su ogni aspetto della vertenza e sulle norme che regolamentano la gestione degli ammortizzatori sociali prima di prendere voce in vicende che sono in realtà serissime e delicate perché attengono alla vita di 164 famiglie ed alla ripresa delle attività industriali nei capannoni di Modugno. La superficialità ed il fazioso pregiudizio, invece, fanno loro dire che "la Curatela non ha avviato i licenziamenti" e che "Il Ministero ha ribadito che la Regione Puglia è autonoma nella decisione di fare richiesta di Cassa Integrazione retroattiva" e che pertanto, sono "dispiaciute dei ritardi della Regione" ed in particolare della Task Force". Si tratta, oltre che di evidenti falsità, anche di gigantesche sciocchezze che potrebbero far sorridere se non fosse per gli effetti deleteri che provocano sulla carne viva dei lavoratori e delle loro famiglie in sofferenza. Infatti, solo Masi e Laricchia ignorano che la domanda di concessione della cassa integrazione può essere presentata solo ed esclusivamente dal datore di lavoro, in questo caso dalla Curatela Fallimentare, a cui non può sostituirsi nessun altro soggetto sociale (il sindacato e/o organizzazione datoriale) né istituzionale. Insomma, la Regione deve impegnarsi a pagare la prestazione (abbiamo accantonato 3 milioni di euro per farlo) ma il datore di lavoro deve richiederne la concessione. Ma la Curatela Fallimentare non lo ha ancora fatto. Purtroppo, è anche noto che la Curatela ha da tempo formalmente avviato la procedura di licenziamento collettivo. Anche in questo caso solo Masi e Laricchia non se ne sono accorte. Per fortuna, invece, erano attenti l'assessore Sebastiano Leo e le organizzazioni sindacali di categoria che con la nota congiunta dello scorso 4 dicembre hanno ottenuto dalla Curatela la sospensione del procedimento ed evitato, per il momento, i licenziamenti di tutti i lavoratori. E non servono particolari competenze specialistiche per cogliere il senso e l'importanza dell'apprezzato comunicato del Ministero del Lavoro che ha ribadito che "La Regione Puglia è l'unico soggetto legittimato a valutare la sussistenza dei presupposti per l'emanazione del decreto di concessione della Cassa in deroga". Non significa che la regione presenta la domanda, bensi che può concedere la CIGD in autonomia, senza l'autorizzazione del Ministero e, soprattutto, senza alcuna necessità di acquisire il giudizio di qualsivoglia esperto di fiducia del Movimento 5 Stelle o della Curatela Fallimentare. Del resto, le dirigenti della Sezione lavoro e dell'Ufficio regionale preposto alla gestione degli ammortizzatori in deroga a cui compete l'esclusivo compito di valutazione della domanda, hanno da tempo comunicato alle parti che sussistono i presupposti per la concessione della prestazione, per la durata di 12 mesi ed avente decorrenza dicembre 2017, a favore dei lavoratori Tua Industries. Attendono solo che la prestazione venga richiesta dalla Procedura! È vero, invece, che la Ministra Lezzi ha fortemente voluto l'emendamento in Legge di Bilancio 2019 per la concessione della mobilità in deroga a favore dei lavoratori Tua Industries - ex Om, per i 12 mesi successivi al licenziamento, al fine di supportarli sino all'avvio delle nuove attività industriali previsto per gennaio 2020. Ma sarebbe sbagliato e scorretto omettere, come fanno Masi e Laricchia, che tale risultato è l'atto conclusivo di una formidabile interazione interistituzionale, dell'impegno fattivo di altri parlamentari, della stretta collaborazione tra la Task Force della Regione Puglia e l'Ufficio tecnico/legale della Ministra che hanno approfondito il caso, elaborato la proposta e prodotto l'emendamento. Insieme. È così che bisognerebbe sempre operare quando si hanno responsabilità Istituzionali: cooperando senza pregiudizi e senza farsi accecare dalla faziosità politica, tenendo ferma la barra per il bene comune e l'affermazione dei diritti dei più deboli, come le famiglie dei lavoratori ex OM . Per questo, infine, vorrei ringraziare la Task Force regionale guidata da Leo Caroli il cui incessante lavoro, anche in questa complicata vertenza, concorre significativamente ad ogni sforzo possibile per la messa in sicurezza dei lavoratori, nelle more di una concreta prospettiva industriale e di nuova occupazione».