Attualità
Fase 2 e ripartenza dell'Italia, l'appello dei sindaci al Governo
Otto primi cittadini tra cui Decaro scrivono a Conte: «Se si vuole davvero far ripartire il Paese bisogna affidarsi agli ottomila Comuni»
Italia - domenica 26 aprile 2020
13.11 Comunicato Stampa
«Se si vuole davvero far ripartire il Paese, se si vuole dare un'iniezione di liquidità dopo questo lungo stop, bisogna affidarsi agli ottomila Comuni: bisogna darci la possibilità di appaltare le gare con procedure semplificate, bisogna elevare l'affidamento diretto a centomila euro, nominateci commissari con potere straordinario. Fidatevi dei sindaci, non solo a parole». Lo dichiarano i sindaci metropolitani di Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Bologna, Genova, Bari, Palermo, Catania, Venezia, Cagliari, Reggio Calabria, al termine di una riunione presieduta dal presidente dell'Anci Antonio Decaro e coordinata dal sindaco di Firenze, Dario Nardella.
«Sulla riapertura, ormai imminente - proseguono - è indispensabile fare chiarezza per poterci consentire di programmare una ripresa in sicurezza. Se le mascherine saranno obbligatorie per uscire bisogna disporlo e bisogna procurarle, fissare un prezzo e darle a chi non può pagare. Per poter andare a lavorare in autobus o in metro, si deve decidere la nuova capienza dei mezzi e si deve dire di quanto si riduce. Altrettanto indispensabile è riconoscere un sostegno alle famiglie che tornano al lavoro e lasciano i bambini a casa: con un ampliamento del bonus baby sitter, facendo ripartire le attività gestite dal terzo settore, anche se con numeri ridotti per non creare assembramenti».
Dal punto di vista finanziario, i sindaci, che rivolgono le loro richieste al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, affermano: «Il costo del trasporto pubblico locale deve essere integralmente coperto, al di là del reale sviluppo dei chilometri programmati, inevitabilmente ridotto. Così come i tre miliardi assegnati ai Comuni devono essere incrementati liberando avanzi di amministrazione e frenando l'accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità. Rivendichiamo chiarezza su chi fa cosa. Le Regioni smettano di interferire sulle nostre competenze, come gli oneri di urbanizzazione e l'occupazione di suolo pubblico. Se il loro intento è collaborare, doveroso in questa fase, ci diano una mano a recuperare le risorse per quei servizi che i cittadini si aspetteranno da noi. È urgente, per esempio, un fondo per il sostegno agli affitti di quelle attività commerciali chiuse per decreto e per il pagamento dei canoni demaniali. Questo è il momento di essere responsabili e collaborare. Noi sindaci lo facciamo dall'inizio. Ci aspettiamo gli altri rappresentanti istituzionali facciano lo stesso».
«Sulla riapertura, ormai imminente - proseguono - è indispensabile fare chiarezza per poterci consentire di programmare una ripresa in sicurezza. Se le mascherine saranno obbligatorie per uscire bisogna disporlo e bisogna procurarle, fissare un prezzo e darle a chi non può pagare. Per poter andare a lavorare in autobus o in metro, si deve decidere la nuova capienza dei mezzi e si deve dire di quanto si riduce. Altrettanto indispensabile è riconoscere un sostegno alle famiglie che tornano al lavoro e lasciano i bambini a casa: con un ampliamento del bonus baby sitter, facendo ripartire le attività gestite dal terzo settore, anche se con numeri ridotti per non creare assembramenti».
Dal punto di vista finanziario, i sindaci, che rivolgono le loro richieste al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, affermano: «Il costo del trasporto pubblico locale deve essere integralmente coperto, al di là del reale sviluppo dei chilometri programmati, inevitabilmente ridotto. Così come i tre miliardi assegnati ai Comuni devono essere incrementati liberando avanzi di amministrazione e frenando l'accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità. Rivendichiamo chiarezza su chi fa cosa. Le Regioni smettano di interferire sulle nostre competenze, come gli oneri di urbanizzazione e l'occupazione di suolo pubblico. Se il loro intento è collaborare, doveroso in questa fase, ci diano una mano a recuperare le risorse per quei servizi che i cittadini si aspetteranno da noi. È urgente, per esempio, un fondo per il sostegno agli affitti di quelle attività commerciali chiuse per decreto e per il pagamento dei canoni demaniali. Questo è il momento di essere responsabili e collaborare. Noi sindaci lo facciamo dall'inizio. Ci aspettiamo gli altri rappresentanti istituzionali facciano lo stesso».