Cronaca
Fatture false, la guardia di finanza sequestra 2,2 milioni di euro ad una S.p.A. di Bari
Il decreto è l’epilogo della complessa attività investigativa effettuata dal I Gruppo Tutela Entrate del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria
Bari - mercoledì 24 marzo 2021
12.51 Comunicato Stampa
I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari hanno dato esecuzione a un
decreto di sequestro preventivo avente per oggetto, in via diretta, le disponibilità finanziarie di una società per azioni (con sede a Bari, fallita e già operante nel settore delle fabbricazioni di strutture e parti assemblate metalliche) e, per equivalente, i beni dei suoi amministratori pro tempore, indagati per frode fiscale in relazione all'utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti negli anni d'imposta 2014-2017.
L'attività svolta dalle Fiamme Gialle baresi ha permesso, altresì, di rilevare l'omesso versamento di ingenti importi relativi all'Imposta sul Valore Aggiunto nel 2016, nonché l'omessa presentazione della dichiarazione del sostituto di imposta nel 2017.
Il decreto di sequestro preventivo - emesso dal G.I.P. del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Procura della Repubblica - costituisce l'epilogo della complessa attività investigativa effettuata dal I Gruppo Tutela Entrate del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, articolazione specializzata nel contrasto agli illeciti in materia di evasione fiscale. In particolare, le indagini hanno consentito di individuare fatture relative ad operazioni inesistenti emesse da due imprese controllate dagli indagati, con sede a Bari e Milano, e destinate alla s.p.a. barese, che sono state utilizzate da quest'ultima per la predisposizione di dichiarazioni fraudolente ai fini dell'Imposta sul Valore Aggiunto. Complessivamente questo sistema di frode ha generato un'evasione di imposta pari a circa 2,2 milioni di euro di IVA.
Considerato l'elevato valore indiziario degli elementi raccolti nel corso dell'attività d'indagine, la Procura della Repubblica di Bari - in virtù della normativa che prevede la possibilità di applicazione anche della "confisca per equivalente" - ha avanzato una richiesta di sequestro di beni ed utilità, al fine di inibire il consolidamento del vantaggio economico derivante dall'evasione. Il G.I.P. - aderendo alla predetta richiesta - ha, quindi, emesso il decreto di sequestro preventivo dei beni nella disponibilità della società fallita e dei suoi amministratori, in esecuzione del quale i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari hanno sottoposto a vincolo cautelare beni immobili e quote societarie, nonché diversi rapporti finanziari.
decreto di sequestro preventivo avente per oggetto, in via diretta, le disponibilità finanziarie di una società per azioni (con sede a Bari, fallita e già operante nel settore delle fabbricazioni di strutture e parti assemblate metalliche) e, per equivalente, i beni dei suoi amministratori pro tempore, indagati per frode fiscale in relazione all'utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti negli anni d'imposta 2014-2017.
L'attività svolta dalle Fiamme Gialle baresi ha permesso, altresì, di rilevare l'omesso versamento di ingenti importi relativi all'Imposta sul Valore Aggiunto nel 2016, nonché l'omessa presentazione della dichiarazione del sostituto di imposta nel 2017.
Il decreto di sequestro preventivo - emesso dal G.I.P. del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Procura della Repubblica - costituisce l'epilogo della complessa attività investigativa effettuata dal I Gruppo Tutela Entrate del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, articolazione specializzata nel contrasto agli illeciti in materia di evasione fiscale. In particolare, le indagini hanno consentito di individuare fatture relative ad operazioni inesistenti emesse da due imprese controllate dagli indagati, con sede a Bari e Milano, e destinate alla s.p.a. barese, che sono state utilizzate da quest'ultima per la predisposizione di dichiarazioni fraudolente ai fini dell'Imposta sul Valore Aggiunto. Complessivamente questo sistema di frode ha generato un'evasione di imposta pari a circa 2,2 milioni di euro di IVA.
Considerato l'elevato valore indiziario degli elementi raccolti nel corso dell'attività d'indagine, la Procura della Repubblica di Bari - in virtù della normativa che prevede la possibilità di applicazione anche della "confisca per equivalente" - ha avanzato una richiesta di sequestro di beni ed utilità, al fine di inibire il consolidamento del vantaggio economico derivante dall'evasione. Il G.I.P. - aderendo alla predetta richiesta - ha, quindi, emesso il decreto di sequestro preventivo dei beni nella disponibilità della società fallita e dei suoi amministratori, in esecuzione del quale i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari hanno sottoposto a vincolo cautelare beni immobili e quote societarie, nonché diversi rapporti finanziari.