Cronaca
Fiera del Levante, guardia giurata si uccide con la pistola in dotazione
Il fatto ieri sera. Il sindacato Usb: «Ancora un caso di una circostanza drammatica»
Bari - mercoledì 29 marzo 2023
14.15
Una guardia giurata si è tolta la vita nella serata di ieri all'interno di un padiglione della Fiera del Levante, dove prestava servizio. L'uomo, 46 anni, si è sparato con la pistola in dotazione.
Sul posto sono accorse le volanti della polizia e i medici del 118, che hanno inutilmente tentato di rianimarlo.
Il sindacato Usb Viglilanza denuncia: «Ancora un suicidio tra gli uomini in divisa. Una circostanza divenuta drammaticamente ricorrente nel comparto e che con puntualità ci obbliga a necessarie riflessioni: il settore è in sofferenza, gli uomini e le donne del comparto vivono una condizione di disagio».
Nel comunicato si legge: «È bene chiarire che in queste tragiche circostanze, bisognerebbe scavare nel vissuto dell'individuo per comprendere a fondo i motivi dell'insano gesto. È ricorrente, però, la circostanza in cui i lavoratori della vigilanza privata si trovano a vivere questi momenti di personale difficoltà unitamente a condizioni di lavoro e di vita molto complesse. Non possiamo non pensare che gli orari di lavoro abnormi e non soggetti a chiari limiti, l'instabilità o la completa assenza di una programmazione dei turni di lavoro che non consentono alcuna preventiva pianificazione della vita privata e le indecenti condizioni economico-salariali non incidano negativamente sullo stato psico-fisico di un lavoratore».
Ancora: «La vigilanza sottopone gli addetti a condizioni di lavoro difficili, spesso disumane. Non è stato raro osservare fogli servizio con turnazioni anche di 14 e più ore giornaliere. Programmazioni dei turni di lavoro con orari di 12 ore filate per intere settimane sono la normalità per tanti istituti di vigilanza che operano, ormai, nell'assoluta impunità, nonostante le denunce agli organi ispettivi. Certamente non vogliamo affermare che la causa di un gesto così estremo vada ricercata unicamente nelle condizioni di lavoro, ma sarebbe sbagliato non considerare che questo mestiere, svolto in tali circostanze e modalità, in tante occasioni ha determinato l'alienazione dei dipendenti e l'impossibilità per colleghi e familiari di cogliere quei segnali che avrebbero potuto svelare un campanello d'allarme importante. È nostro primario impegno continuare a lottare contro questo degradato sistema e intervenire in tutte quelle occasioni in cui la violazione del contratto e delle più elementari norme di sicurezza mettono a rischio la salute psicofisica dei lavoratori e delle lavoratrici. Come USB esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia del lavoratore».
Sul posto sono accorse le volanti della polizia e i medici del 118, che hanno inutilmente tentato di rianimarlo.
Il sindacato Usb Viglilanza denuncia: «Ancora un suicidio tra gli uomini in divisa. Una circostanza divenuta drammaticamente ricorrente nel comparto e che con puntualità ci obbliga a necessarie riflessioni: il settore è in sofferenza, gli uomini e le donne del comparto vivono una condizione di disagio».
Nel comunicato si legge: «È bene chiarire che in queste tragiche circostanze, bisognerebbe scavare nel vissuto dell'individuo per comprendere a fondo i motivi dell'insano gesto. È ricorrente, però, la circostanza in cui i lavoratori della vigilanza privata si trovano a vivere questi momenti di personale difficoltà unitamente a condizioni di lavoro e di vita molto complesse. Non possiamo non pensare che gli orari di lavoro abnormi e non soggetti a chiari limiti, l'instabilità o la completa assenza di una programmazione dei turni di lavoro che non consentono alcuna preventiva pianificazione della vita privata e le indecenti condizioni economico-salariali non incidano negativamente sullo stato psico-fisico di un lavoratore».
Ancora: «La vigilanza sottopone gli addetti a condizioni di lavoro difficili, spesso disumane. Non è stato raro osservare fogli servizio con turnazioni anche di 14 e più ore giornaliere. Programmazioni dei turni di lavoro con orari di 12 ore filate per intere settimane sono la normalità per tanti istituti di vigilanza che operano, ormai, nell'assoluta impunità, nonostante le denunce agli organi ispettivi. Certamente non vogliamo affermare che la causa di un gesto così estremo vada ricercata unicamente nelle condizioni di lavoro, ma sarebbe sbagliato non considerare che questo mestiere, svolto in tali circostanze e modalità, in tante occasioni ha determinato l'alienazione dei dipendenti e l'impossibilità per colleghi e familiari di cogliere quei segnali che avrebbero potuto svelare un campanello d'allarme importante. È nostro primario impegno continuare a lottare contro questo degradato sistema e intervenire in tutte quelle occasioni in cui la violazione del contratto e delle più elementari norme di sicurezza mettono a rischio la salute psicofisica dei lavoratori e delle lavoratrici. Come USB esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia del lavoratore».