Cronaca
Forze dell'Ordine, la risposta del sindacato: «Problemi strutturali»
Il commento dopo la notizia dell'arrivo di 100 uomini a supporto per le indagini relative all'omicidio di Bitonto
Bari - giovedì 4 gennaio 2018
14.57 Comunicato Stampa
Dopo la notizia di ieri, relativa all'arrivo a Bitonto di supporti alle forze dell'ordine per le indagini relative all'omicidio dell'84enne Anna Rosa Tarantino, rispondono oggi i sindacati di polizia. E sottolineano l'arrivo di circa 100 persone tra cui 40 agenti di Polizia, 40 Carabinieri e 20 militari della Guardia di Finanza provenienti da tutta Italia, sia soltanto un palliativo, atto a calmare ora gli animi, ma incapace di migliorare davvero la situazione. Ci vorrebbero interventi strutturali, a lungo termine, e con una visuale di lungo periodo, non questi rattoppi temporanei. Eccovi di seguito quanto dichiarato dal Sindacato Autonomo di Polizia della sede provinciale di Bari.
«Il copione è ormai ripetitivo: la criminalità spara, la gente – passanti compresi – cade, i vertici della sicurezza si riuniscono in questa o quella Prefettura, promettono "rinforzi" e assicurano che ci sarà una "dura risposta". Il fatto è che quei "rinforzi" sono sempre gli stessi, spostati da un punto all'altro del territorio regionale (o nazionale) a seconda delle emergenze. E quando i riflettori si spengono, o succede qualcosa da qualche altra parte, così come sono arrivati se ne vanno altrove. I rinforzi che oggi vanno a Bitonto sono gli stessi che ieri andavano al quartiere Libertà di Bari, e ieri l'altro in qualche altra città della Provincia e della Regione. Quello di far sfilare a più riprese gli stessi uomini, e gli stessi mezzi, è un trucchetto che abbiamo pagato molto caro 80 anni fa, ma a quanto pare la lezione non è servita. La verità è che in Puglia mancano uomini, mezzi e risorse. E smettiamola di parlare di piante organiche. Le tabelle organiche risalgono a tempi in cui l'età media del personale delle forze dell'ordine era nell'ordine dei 20 anni (oggi si sfiorano i 50), le condizioni di lavoro erano diverse (nessuno si preoccupava più di tanto di stress, sicurezza sul lavoro, durata del servizio ecc.), le incombenze erano minori (pensiamo solo alla questione immigrazione) e le risorse maggiori (c'erano i soldi per pagare gli straordinari, le missioni, mezzi e attrezzature). I Commissariati non riescono a garantire il controllo del territorio e le attività investigative: con una manciata di uomini, peraltro spesso troppo anziani, non si riesce nemmeno ad assicurare la presenza di una Volante in tutti i turni, figuriamoci tutto il resto. Le macchine utilizzate dai Commissariati per il servizio di Volante sono spesso vecchie e malandate. Questa non è solo la situazione di Bitonto, ma anche degli altri Commissariati: Andria, Barletta, Canosa, Corato, Gravina, Trani. Aree urbane densamente popolate, vaste aree rurali, realtà criminali di grande spessore devono essere controllate e contenute da un pugno di uomini anziani e mal equipaggiati. Quest'anno, pare, dovrebbe partire la Questura BAT. Con che uomini? Con quali risorse? La Polizia (ma il problema è comune anche alle altre forze dell'ordine) ha bisogno di uomini giovani e di risorse. Bisogna rimarginare le terribili ferite provocate da anni e anni di tagli lineari, di blocco del turn over, di allungamento dell'età pensionabile. Ma bisogna anche lavorare su un sistema giudiziario che non riesce a tenere in carcere nemmeno i pluripregiudicati condannati in via definitiva. O si iniziano a fornire risposte strutturali al problema di una criminalità che attanaglia la nostra Regione e ne ostacola lo sviluppo sociale ed economico, o continuiamo ad accontentarci della solita farsa dei rinforzi spostati di qua e di là. Questi, alla fine, sono i veri termini del problema».
«Il copione è ormai ripetitivo: la criminalità spara, la gente – passanti compresi – cade, i vertici della sicurezza si riuniscono in questa o quella Prefettura, promettono "rinforzi" e assicurano che ci sarà una "dura risposta". Il fatto è che quei "rinforzi" sono sempre gli stessi, spostati da un punto all'altro del territorio regionale (o nazionale) a seconda delle emergenze. E quando i riflettori si spengono, o succede qualcosa da qualche altra parte, così come sono arrivati se ne vanno altrove. I rinforzi che oggi vanno a Bitonto sono gli stessi che ieri andavano al quartiere Libertà di Bari, e ieri l'altro in qualche altra città della Provincia e della Regione. Quello di far sfilare a più riprese gli stessi uomini, e gli stessi mezzi, è un trucchetto che abbiamo pagato molto caro 80 anni fa, ma a quanto pare la lezione non è servita. La verità è che in Puglia mancano uomini, mezzi e risorse. E smettiamola di parlare di piante organiche. Le tabelle organiche risalgono a tempi in cui l'età media del personale delle forze dell'ordine era nell'ordine dei 20 anni (oggi si sfiorano i 50), le condizioni di lavoro erano diverse (nessuno si preoccupava più di tanto di stress, sicurezza sul lavoro, durata del servizio ecc.), le incombenze erano minori (pensiamo solo alla questione immigrazione) e le risorse maggiori (c'erano i soldi per pagare gli straordinari, le missioni, mezzi e attrezzature). I Commissariati non riescono a garantire il controllo del territorio e le attività investigative: con una manciata di uomini, peraltro spesso troppo anziani, non si riesce nemmeno ad assicurare la presenza di una Volante in tutti i turni, figuriamoci tutto il resto. Le macchine utilizzate dai Commissariati per il servizio di Volante sono spesso vecchie e malandate. Questa non è solo la situazione di Bitonto, ma anche degli altri Commissariati: Andria, Barletta, Canosa, Corato, Gravina, Trani. Aree urbane densamente popolate, vaste aree rurali, realtà criminali di grande spessore devono essere controllate e contenute da un pugno di uomini anziani e mal equipaggiati. Quest'anno, pare, dovrebbe partire la Questura BAT. Con che uomini? Con quali risorse? La Polizia (ma il problema è comune anche alle altre forze dell'ordine) ha bisogno di uomini giovani e di risorse. Bisogna rimarginare le terribili ferite provocate da anni e anni di tagli lineari, di blocco del turn over, di allungamento dell'età pensionabile. Ma bisogna anche lavorare su un sistema giudiziario che non riesce a tenere in carcere nemmeno i pluripregiudicati condannati in via definitiva. O si iniziano a fornire risposte strutturali al problema di una criminalità che attanaglia la nostra Regione e ne ostacola lo sviluppo sociale ed economico, o continuiamo ad accontentarci della solita farsa dei rinforzi spostati di qua e di là. Questi, alla fine, sono i veri termini del problema».