Politica
Gazebo a Bari vecchia, stamani il tavolo tecnico. Decaro: «Considereremo esigenze commerciali e sociali»
Il sindaco incontra la Soprintendenza e risponde alla consigliera Melini: «Regolamento sarà modificato individuando i criteri di rimuovibilità»
Bari - martedì 17 aprile 2018
12.38
Il dibattito politico barese negli ultimi giorni si è spostato sui gazebo dei locali che popolano la zona della città vecchia, cuore pulsante della movida notturna. A chiedere una loro rimozione, o comunque un cospicuo ridimensionamento, era stata la Soprintendenza ai Beni Culturali, preoccupata che le strutture potessero ledere l'immagine dei numerosi siti di interesse storico e architettonico che insistono nella cosiddetta "Zona A".
La partita si gioca sulla richiesta, mossa dalla Soprintendenza agli esercenti, di smontare gazebo e verande al momento della chiusura, così da ripristinare il decoro nell'area. Una pratica non solo laboriosa da gestire logisticamente (non tutti gli esercizi hanno un luogo dove conservare le strutture durante le ore di chiusura), ma anche foriera di ulteriori disagi ai passanti e ai residenti.
La questione è ben presto diventata di carattere politico. Ad attaccare per prima è stata la consigliera di opposizione Irma Melini, che - riprendendo una notizia battuta da La Gazzetta del Mezzogiorno - aveva chiesto di prendere parte al tavolo tecnico tenutosi stamani a Palazzo di Città con ingegneri, architetti, Soprintendenza e sindaco.
«Ancora stamane la Gazzetta del Mezzogiorno riporta la convocazione di un tavolo chiarificatore e pacificatore del caos in cui versano i nostri ristoratori, rei di aver installato (senza autorizzazione?) i gazebo contrari a regolamento e prescrizioni della Soprintendenza, prima di scoprire che il "tavolo" non esiste - ha scritto Melini sul suo Facebook. Ieri avevo chiesto al Direttore generale di poter partecipare agli incontri, ma stamane con una nota l'avvocato Pellegrino mi chiarisce che stamane ci sarà solo un incontro fra parti istituzionali per "procedere ad un esame preliminare delle questioni sottoposte dalla Soprintendenza nei confronti degli Uffici comunali. Tale attività - continua il Direttore generale del Comune - ha natura meramente organizzativa e non prelude alla emanazione di atti o provvedimenti incidenti su posizioni singole o collettive"».
«Intanto - rilancia la consigliera - qualche operatore commerciale di Bari vecchia come di via Sparano ha già dismesso i gazebo (profumatamente pagati), mentre qualche altro sempre in zona A li ha appena installati e qualche altro ancora ci sta rimettendo le recenti sanzioni. Tanto a pagare sono sempre i cittadini, mai i politici colpevoli del caos e della mancanza di trasparenza».
Il tavolo tecnico, in realtà, ha avuto luogo questa mattina. Trattandosi, però, di una questione puramente tecnica, per l'appunto, dalla discussione sono rimaste fuori le parti politiche così come i commercianti, che saranno ascoltati dal sindaco in un secondo momento. «La soluzione - dice il sindaco Antonio Decaro a margine dell'incontro - verrà trovata all'interno del tavolo tecnico, a cui spetta il compito di tenere insieme l'esigenza di preservare i beni storici della città, le esigenze delle attività commerciali e le esigenze di tenuta sociale di alcuni quartieri di Bari, la città vecchia in primis».
Le discussioni del tavolo saranno incentrate sulla «Modifica del regolamento comunale - spiega ancora in sindaco. In particolare, i lavori serviranno a individuare le caratteristiche di rimuovibilità degli elementi di arredo, senza necessariamente dimostrare la necessità di smontare tutte le sere i gazebo. Ci sarà una progettazione unitaria degli elementi di arredo in tre località particolari: piazza Mercantile, piazza del Gesù e piazza Odegitria. Nel frattempo continuano le attività di ricognizione della Polizia Locale sugli elementi di arredo come fioriere e insegne che non rispondono ai requisiti previsti dal regolamento».
L'obiettivo resta integrare questi gazebo con il resto dell'architettura che si apprezza a Bari vecchia: «Cambieranno i gazebo che non sono a norma - chiarisce il primo cittadino - e vedremo probabilmente cambiare anche gli elementi di arredo in alcune piazze interessate da una progettazione unitaria. Il regolamento comunale richiede che tutti i gazebo siano uniformi».
Fatto sta che una soluzione va trovata e anche in fretta, perché in talune zone della città (ivi compresa Bari vecchia) la presenza di esercizi commerciali con annesse verande esterne ha garantito socialità ed evitato che le stesse aree rimanessero "terra di nessuno". «È proprio per questo che abbiamo chiesto un incontro alla Soprintendenza trovando dall'altra parte una piena apertura - conclude Decaro. La questione non riguarda solo la tutela delle attività commerciali, ma anche la tutela di interi quartieri dal punto di vista sociale. Quanto accaduto nella città vecchia è una riconquista di spazi pubblici da parte della comunità. Indietro non vogliamo tornare e il tentativo che periodicamente facciamo di pedonalizzare le strade in tante zone della città va proprio in questa direzione».
La partita si gioca sulla richiesta, mossa dalla Soprintendenza agli esercenti, di smontare gazebo e verande al momento della chiusura, così da ripristinare il decoro nell'area. Una pratica non solo laboriosa da gestire logisticamente (non tutti gli esercizi hanno un luogo dove conservare le strutture durante le ore di chiusura), ma anche foriera di ulteriori disagi ai passanti e ai residenti.
La questione è ben presto diventata di carattere politico. Ad attaccare per prima è stata la consigliera di opposizione Irma Melini, che - riprendendo una notizia battuta da La Gazzetta del Mezzogiorno - aveva chiesto di prendere parte al tavolo tecnico tenutosi stamani a Palazzo di Città con ingegneri, architetti, Soprintendenza e sindaco.
«Ancora stamane la Gazzetta del Mezzogiorno riporta la convocazione di un tavolo chiarificatore e pacificatore del caos in cui versano i nostri ristoratori, rei di aver installato (senza autorizzazione?) i gazebo contrari a regolamento e prescrizioni della Soprintendenza, prima di scoprire che il "tavolo" non esiste - ha scritto Melini sul suo Facebook. Ieri avevo chiesto al Direttore generale di poter partecipare agli incontri, ma stamane con una nota l'avvocato Pellegrino mi chiarisce che stamane ci sarà solo un incontro fra parti istituzionali per "procedere ad un esame preliminare delle questioni sottoposte dalla Soprintendenza nei confronti degli Uffici comunali. Tale attività - continua il Direttore generale del Comune - ha natura meramente organizzativa e non prelude alla emanazione di atti o provvedimenti incidenti su posizioni singole o collettive"».
«Intanto - rilancia la consigliera - qualche operatore commerciale di Bari vecchia come di via Sparano ha già dismesso i gazebo (profumatamente pagati), mentre qualche altro sempre in zona A li ha appena installati e qualche altro ancora ci sta rimettendo le recenti sanzioni. Tanto a pagare sono sempre i cittadini, mai i politici colpevoli del caos e della mancanza di trasparenza».
Il tavolo tecnico, in realtà, ha avuto luogo questa mattina. Trattandosi, però, di una questione puramente tecnica, per l'appunto, dalla discussione sono rimaste fuori le parti politiche così come i commercianti, che saranno ascoltati dal sindaco in un secondo momento. «La soluzione - dice il sindaco Antonio Decaro a margine dell'incontro - verrà trovata all'interno del tavolo tecnico, a cui spetta il compito di tenere insieme l'esigenza di preservare i beni storici della città, le esigenze delle attività commerciali e le esigenze di tenuta sociale di alcuni quartieri di Bari, la città vecchia in primis».
Le discussioni del tavolo saranno incentrate sulla «Modifica del regolamento comunale - spiega ancora in sindaco. In particolare, i lavori serviranno a individuare le caratteristiche di rimuovibilità degli elementi di arredo, senza necessariamente dimostrare la necessità di smontare tutte le sere i gazebo. Ci sarà una progettazione unitaria degli elementi di arredo in tre località particolari: piazza Mercantile, piazza del Gesù e piazza Odegitria. Nel frattempo continuano le attività di ricognizione della Polizia Locale sugli elementi di arredo come fioriere e insegne che non rispondono ai requisiti previsti dal regolamento».
L'obiettivo resta integrare questi gazebo con il resto dell'architettura che si apprezza a Bari vecchia: «Cambieranno i gazebo che non sono a norma - chiarisce il primo cittadino - e vedremo probabilmente cambiare anche gli elementi di arredo in alcune piazze interessate da una progettazione unitaria. Il regolamento comunale richiede che tutti i gazebo siano uniformi».
Fatto sta che una soluzione va trovata e anche in fretta, perché in talune zone della città (ivi compresa Bari vecchia) la presenza di esercizi commerciali con annesse verande esterne ha garantito socialità ed evitato che le stesse aree rimanessero "terra di nessuno". «È proprio per questo che abbiamo chiesto un incontro alla Soprintendenza trovando dall'altra parte una piena apertura - conclude Decaro. La questione non riguarda solo la tutela delle attività commerciali, ma anche la tutela di interi quartieri dal punto di vista sociale. Quanto accaduto nella città vecchia è una riconquista di spazi pubblici da parte della comunità. Indietro non vogliamo tornare e il tentativo che periodicamente facciamo di pedonalizzare le strade in tante zone della città va proprio in questa direzione».