nella giornata contro la violenza sulle donne una corona di fiori presso il toponimo Santa scorese
nella giornata contro la violenza sulle donne una corona di fiori presso il toponimo Santa scorese
Attualità

Giornata contro la violenza sulle donne, a Bari una corona in memoria di Santa Scorese

Coldiretti lancia la campagna "qualcosa di rosso" fra le coltivatrici pugliesi, la polizia scende in piazza. Emiliano: «In Puglia un sistema di ascolto consolidato»

Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne. Iniziative, campagne di sensibilizzazione e percorsi di consapevolezza sul tema della violenza di genere si alternano in Italia e non solo. A Bari l'amministrazione comunale ha scelto di onorare le vittime di femminicidio deponendo una corona di fiori in via Santa Scorese, a Palese-Macchie, nei pressi del toponimo che ricorda la studentessa uccisa a Palo del Colle nel 1991, a soli 23 anni, per mano di uno squilibrato che la perseguitava da anni. La strada, intitolata alla giovane nel 2014 per volontà della Commissione consiliare speciale delle Pari opportunità (all'epoca presieduta dalla consigliera Mariella Santacroce), ricorda una delle prime vittime di stalking e femminicidio.

Anche a Bari la polizia di Stato porta la campagna "questo non è amore": Il camper ufficio mobile di polizia, dalle 9 alle ore 13, sarà impiegato a Bari il 25novembre in piazza Cesare Battisti, il 26 novembre in piazza Moro e 27 novembre in piazza del Ferrarese.
qualcosa di rosso

Aderiscono all'appello del ministro delle Politiche agricole Bellanova le coltivatrici pugliesi di Coldiretti donne impresa, che oggi indossano #qualcosadirosso o colorano le aziende agricole in campagna con drappi e foulard rossi, con i vasetti di miele venduti contrassegnati con i nastri rossi affinché la memoria rimanga viva. «La violenza, gli abusi e la mancanza di rispetto verso le donne si sconfiggono anche cambiando la mentalità discriminatoria che in ambiente di lavoro e nei differenti settori economici costringe le donne ad inaccettabili momenti di disparità e di dipendenza psicologica e materiale», dice la pugliese Floriana Fanizza, leader nazionale di Coldiretti donne impresa.

Sul tema è intervenuto anche il governatore regionale Michele Emiliano, che con un post su Facebook passa in rassegna i vari servizi regionali messi in campo contro la violenza. «Fidanzati, mariti, ex, figli, colleghi, hanno ammazzato oltre 90 donne in Italia nel 2019 - scrive Emiliano. Non ci sono parole per commentare questa barbarie che ha delle radici culturali profonde, che dobbiamo estirpare. Si chiama violenza di genere e dobbiamo costruire sempre più, oltre alla difesa, politiche che siano azioni quotidiane nella vita di tutti i cittadini pugliesi, dei bambini e delle bambine nelle scuole, perché la violenza non può essere scambiata per amore. In Puglia abbiamo approvato un Piano integrato che ha raddoppiato i fondi regionali, portandoli a quasi 11 milioni, rafforzando la rete dei centri antiviolenza in ogni provincia, e siamo l'unica regione che dà il reddito di dignità alle donne vittime di violenza. Il Pronto soccorso del Policlinico di Bari è dotato di un apposito presidio di accoglienza caratterizzato dal codice rosa».

«La Puglia - prosegue Emiliano - ha 28 centri antiviolenza, 65 sportelli di ascolto dei centri antiviolenza, 10 case rifugio ad indirizzo protetto e 7 case di seconda accoglienza per complessivi 120 posti letto. Un sistema che da supporto e accoglie. Dai dati raccolti dall'Osservatorio regionale, dal 2015 al 2018, emerge che sono state più di 6.300 le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza, con un aumento di più di 200 donne nel 2018. Bisogna rompere la catena delle violenze, psicologiche prima che fisiche, che cominciano con l'isolamento, e denunciare chiamando innanzitutto il numero verde nazionale 1522 al quale sono collegati tutti i centri antiviolenza».

Sul tema dell'educazione interviene il sindaco di Bari Antonio Decaro, che sempre a Facebook affida la sua analisi: «Per parlare con i propri figli d'amore non è mai troppo presto. L' Osservatorio Nazionale Adolescenza ci racconta che 1 ragazza su 10 è stata aggredita verbalmente dal proprio fidanzato spesso per futili motivi; 1 su 20 è stata addirittura picchiata. 1 ragazza su 5 ha subìto scenate di gelosia per il suo abbigliamento o per essere stata troppo espansiva con altre persone, a detta del fidanzato. Il 17% dei ragazzi, infine, controlla di frequente lo smartphone della fidanzata, per verificare messaggi e chiamate. In 3 casi su 4, la ragazza decide di perdonare questi comportamenti».

«Pensiamoci - continua Decaro - quando la mattina accompagniamo i nostri figli adolescenti a scuola, chiediamoci cosa gli abbiamo insegnato riguardo l'amore e il rispetto, chiediamoci e soprattutto chiediamo loro se sono innamorati, cosa sentono quando sono con la fidanzata o il fidanzato, chiediamo loro cosa succede quando litigano. "Ai miei figli non può succedere" vale solo come scusa per noi genitori quando andiamo sempre troppo di fretta e quando pensiamo che sia troppo presto per parlare d'amore con i nostri figli. Purtroppo invece la violenza, così come l'amore, non ha età, sesso, razza o religione. Non è mai troppo presto per parlare di amore con i nostri figli».
  • Antonio Decaro
  • Michele Emiliano
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