Servizi sociali
Giornata Mondiale contro l'AIDS, le iniziative a Bari
Un convegno all'università e un gazebo informativo, oltre alla distribuzione di materiale per diffondere conoscenza sulla malattia
Bari - venerdì 1 dicembre 2017
Comunicato Stampa
In occasione del World AIDS Day l'associazione, LILA Onlus ha presentato il "LILAReport 2017", un rapporto basato sull'analisi dei circa 12 mila contatti censiti, in modo assolutamente anonimo, dai nostri servizi di helpline, dai servizi di testing per l'HIV. Il quadro che ne emerge è quello di una percezione del rischio confusa e di una conoscenza delle vie di trasmissione lacunosa in tutte le fasce d'età, segno di come le campagne di informazione e prevenzione pubbliche continuino a segnare il passo. Altissima, non a caso, è la domanda di informazioni di base giunte alle Helpline LILA: in particolare su modalità di trasmissione (60%) e test l'HIV (46%, più del doppio rispetto allo scorso anno). Tra le persone con HIV le principali richieste di supporto riguardano per il 37% le terapie e per il 31% gli aspetti relazionali legati al vivere con l'HIV, percentuale che sale al 47% tra coloro che hanno ricevuto da poco una diagnosi di positività.
Rispetto all'offerta di Test rapidi, il dato più significativo è relativo ai cosiddetti "first test": circa la metà delle persone che hanno effettuato il test presso una sede LILA non aveva, cioè, mai effettuato un test in precedenza. E' un dato che ci segnala come questo tipo di servizio "community based" possa incoraggiare anche chi non ricorrerebbe ai servizi tradizionali, gravati, tuttora, da troppe barriere in accesso. L'emersione del sommerso per la nostra Associazione è fondamentale, anche perché in Italia almeno una persona con HIV su quattro non è consapevole del proprio stato sierologico e il fenomeno delle diagnosi tardive è addirittura in aumento. Questo compromette la salute dei singoli rischiando di aumentare i rischi di trasmissione, anche inconsapevole, ad altre persone.
Secondo il ministero della Salute, la popolazione giovanile tra i quindici e i ventiquattro anni è tra le più colpite e quella tra i venticinque e i ventinove riporta l'incidenza più alta tra tutte le classi d'età: 14,8 nuovi casi per 100.000 residenti: questo è un dato preoccupante che, purtroppo, non ci sorprende, poiché l'Italia è tra i pochi paesi Europei a non aver inserito nei programmi scolastici percorsi di educazione alla sessualità e all'affettività. L'ONU giudica possibile e praticabile la sconfitta dell'AIDS entro il 2030 purché si adottino tutte le necessarie politiche di prevenzione e contrasto al Virus. L'Italia si è appena dotata di un Piano Nazionale di contrasto all'HIV/AIDS innovativo e in linea con questi obiettivi, tuttavia senza le necessarie risorse questo piano non sarà attuabile e, al momento, queste ultime non sono state ancora stanziate.
Per rispettare gli obiettivi ONU, l'Italia dovrebbe centrare entro il 2020 il target "90-90-90", una formula con cui l'ONU/UNAIDS prescrive la necessità di rendere consapevoli del proprio stato sierologico il 90% delle persone con HIV, di assicurare loro un accesso adeguato alle terapie e di far sì che il 90% delle persone con HIV raggiunga un livello non rilevabile di carica virale, condizione che le rende non infettive.Siamo tuttavia ancora ben lontani da questi obiettivi e le modalità con cui il sistema di sorveglianza raccoglie i dati sull'andamento dell'infezione in Italia non ci aiutano! I registri per le rilevazioni dei casi di HIV e AIDS continuano, infatti, ad essere separati con il rischio di una perdita di dati, mancano informazioni su quanta gente faccia il test (meno test si fanno, meno casi si registrano), non c'è una rilevazione certa su quante siano le persone con HIV in terapia e con quale percentuale di successo. Inoltre, molta l'attenzione va posta sull'aumento di diagnosi indicate dall'ISS tra i migranti e manca, infine, qualsiasi rilancio della Riduzione del danno tra le persone con dipendenze per via iniettiva e questo a fronte di un crescente allarme per il rischio di un ritorno dell'eroina sul mercato.
Le iniziative organizzate per domani partono la mattina e proseguono fino a sera. Dalle 9 alle 17 appuntamento al salone degli Affreschi dell'Università degli Studi di Bari, Aldo Moro per un convegno dal titolo "HIV e donna 25 anni dopo – il passato, il presente, il futuro". L' obiettivo del Convegno è quello di analizzare cosa è cambiato per la donna HIV positiva nell' arco di 25 anni sia dal punto di vista ostetrico-ginecologico, che infettivologico ma anche e soprattutto dal punto di vista sociale, quale quindi il modo in cui la donna HIV positiva si approccia alla malattia e come oggi è inserita nella società. E' una riflessione su ciò che è stato il passato, quello che è il presente e quelle che sono le prospettive future sui temi preziosi del benessere della donna e della sua salute.
Dalle 10 alle 14, invece, in via Argiro ad angolo con via Piccinni troverete il gazebo Informativo della Giornata Mondiale della Lotta all'Adis, con Sism, gli studenti della facoltà di medicina e farmacia. Alle 20, invece, sempre gli studenti di medicina distribuiranno materiale informativo presso la Taverna del Maltese.
Rispetto all'offerta di Test rapidi, il dato più significativo è relativo ai cosiddetti "first test": circa la metà delle persone che hanno effettuato il test presso una sede LILA non aveva, cioè, mai effettuato un test in precedenza. E' un dato che ci segnala come questo tipo di servizio "community based" possa incoraggiare anche chi non ricorrerebbe ai servizi tradizionali, gravati, tuttora, da troppe barriere in accesso. L'emersione del sommerso per la nostra Associazione è fondamentale, anche perché in Italia almeno una persona con HIV su quattro non è consapevole del proprio stato sierologico e il fenomeno delle diagnosi tardive è addirittura in aumento. Questo compromette la salute dei singoli rischiando di aumentare i rischi di trasmissione, anche inconsapevole, ad altre persone.
Secondo il ministero della Salute, la popolazione giovanile tra i quindici e i ventiquattro anni è tra le più colpite e quella tra i venticinque e i ventinove riporta l'incidenza più alta tra tutte le classi d'età: 14,8 nuovi casi per 100.000 residenti: questo è un dato preoccupante che, purtroppo, non ci sorprende, poiché l'Italia è tra i pochi paesi Europei a non aver inserito nei programmi scolastici percorsi di educazione alla sessualità e all'affettività. L'ONU giudica possibile e praticabile la sconfitta dell'AIDS entro il 2030 purché si adottino tutte le necessarie politiche di prevenzione e contrasto al Virus. L'Italia si è appena dotata di un Piano Nazionale di contrasto all'HIV/AIDS innovativo e in linea con questi obiettivi, tuttavia senza le necessarie risorse questo piano non sarà attuabile e, al momento, queste ultime non sono state ancora stanziate.
Per rispettare gli obiettivi ONU, l'Italia dovrebbe centrare entro il 2020 il target "90-90-90", una formula con cui l'ONU/UNAIDS prescrive la necessità di rendere consapevoli del proprio stato sierologico il 90% delle persone con HIV, di assicurare loro un accesso adeguato alle terapie e di far sì che il 90% delle persone con HIV raggiunga un livello non rilevabile di carica virale, condizione che le rende non infettive.Siamo tuttavia ancora ben lontani da questi obiettivi e le modalità con cui il sistema di sorveglianza raccoglie i dati sull'andamento dell'infezione in Italia non ci aiutano! I registri per le rilevazioni dei casi di HIV e AIDS continuano, infatti, ad essere separati con il rischio di una perdita di dati, mancano informazioni su quanta gente faccia il test (meno test si fanno, meno casi si registrano), non c'è una rilevazione certa su quante siano le persone con HIV in terapia e con quale percentuale di successo. Inoltre, molta l'attenzione va posta sull'aumento di diagnosi indicate dall'ISS tra i migranti e manca, infine, qualsiasi rilancio della Riduzione del danno tra le persone con dipendenze per via iniettiva e questo a fronte di un crescente allarme per il rischio di un ritorno dell'eroina sul mercato.
Le iniziative organizzate per domani partono la mattina e proseguono fino a sera. Dalle 9 alle 17 appuntamento al salone degli Affreschi dell'Università degli Studi di Bari, Aldo Moro per un convegno dal titolo "HIV e donna 25 anni dopo – il passato, il presente, il futuro". L' obiettivo del Convegno è quello di analizzare cosa è cambiato per la donna HIV positiva nell' arco di 25 anni sia dal punto di vista ostetrico-ginecologico, che infettivologico ma anche e soprattutto dal punto di vista sociale, quale quindi il modo in cui la donna HIV positiva si approccia alla malattia e come oggi è inserita nella società. E' una riflessione su ciò che è stato il passato, quello che è il presente e quelle che sono le prospettive future sui temi preziosi del benessere della donna e della sua salute.
Dalle 10 alle 14, invece, in via Argiro ad angolo con via Piccinni troverete il gazebo Informativo della Giornata Mondiale della Lotta all'Adis, con Sism, gli studenti della facoltà di medicina e farmacia. Alle 20, invece, sempre gli studenti di medicina distribuiranno materiale informativo presso la Taverna del Maltese.