Attualità
Grandinata in provincia di Bari, Coldiretti: "Gravi danni per ciliegie, albicocche e mandorle"
Secondo le stime dell'associazione, la tropicalizzazione del clima ha provocato 3 miliardi di euro di danni in Puglia negli ultimi 10 anni
Bari - martedì 13 aprile 2021
16.00
Grandina sulla gelata con la pazza primavera che imperversa su ciliegie, mandorli, albicocchi, vigneti, con un danno stimato fino al 70% sulle produzioni. E' quanto denuncia Coldiretti Puglia, dopo la grandinata improvvisa che ha mandato in fumo i fiori sopravvissuti alla gelata di mandorli, ciliegi e le viti in provincia di Bari, con epicentro tra Castellana Grotte, Turi, Putignano e Noci.
"Persi per il momento 2 frutti su 3 in provincia di Bari con il 2021 che si sta profilando un anno da dimenticare per la frutticoltura pugliese, dove alla grave crisi di liquidità delle aziende agricole causata dall'emergenza Covid, si aggiungono i danni delle improvvise e letali ondate di maltempo che con grandinate, bombe d'acqua, gelate al loro passaggio restituiscono campi allagati, smottamenti e raccolti gravemente compromessi", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La produzione regionale di ciliegie risulta concentrata nella provincia di Bari che da sola rappresenta il 96,4% della produzione totale regionale, riferisce Coldiretti Puglia. Con le sue 47 mila tonnellate la provincia di Bari è la prima provincia italiana per produzione di ciliegie raccogliendo il 34% della produzione nazionale e la produzione di ciliegie in Puglia è pari al 39,8% del totale nazionale. La graduatoria dei prodotti agricoli pugliesi nel contesto nazionale – aggiunge Coldiretti Puglia - vede al primo posto anche le ciliegie con una superficie di quasi 20.000 ettari, di cui oltre 17.000 della sola provincia di Bari, la quale copre più dell'85% della superficie investita.
"Gli agricoltori cercano di difendersi con le reti di copertura, con le coltivazioni in serra, i falò e la vaporizzazione dell'acqua contro le gelate, e con la manutenzione di terreni e canali e serre, ma spesso la furia del maltempo è così violenta da rendere inutili le protezioni, distruggere frutta e ortaggi e gonfiare d'acqua i terreni provocando pericolosi smottamenti. Dopo un anno di lavoro gli agricoltori vedono in pochi attimi azzerato il raccolto, mentre il granaio d'Italia sta ritardando la trebbiatura del grano perché le piogge ad intermittenza non consentono di iniziare le operazioni di raccolta", insiste il presidente Muraglia.
E' allarme anche per le mandorle pugliesi a causa della grandinata e delle gelate tardive dell'8 e 9 aprile scorsi che secondo le ultime stime porteranno addirittura ad un calo dell'80% della produzione. In Puglia – aggiunge Coldiretti regionale – è destinata alla coltivazione del mandorlo una superficie pari a 19.428 ettari (pari al 35,05% della superficie nazionale coltivata a mandorlo), che fornisce in media una produzione totale di 264.670 quintali di mandorle, un terzo del totale nazionale (33%).
"Disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima – denuncia il presidente Muraglia – che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l'aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante", conclude Muraglia.
Per questo è da rivedere a fondo – afferma Coldiretti Puglia – anche il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale per le calamità naturali che così com'è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi.
Anche la gestione del rischio e le scelte in tema di assicurazioni in agricoltura vanno profondamente riviste – aggiunge Coldiretti Puglia - perché incidono sulla redditività e sulla liquidità delle imprese agricole, insieme alla corretta programmazione e gestione aziendale. I fenomeni estremi, oltre ad azzerare le produzioni, danneggiano piante e alberi, con una frequenza e una violenza che gli agricoltori non possono in alcun modo gestire e sopportare in solitudine.
Le evidenze climatiche di questi ultimi anni mostrano come soprattutto sulle colture più diffuse in Puglia, a partire da frutteti, uliveti, ortaggi in pieno campo, pomodori e cereali, sono gli andamenti climatici (pioggia persistente, mancanza di acqua prolungata e siccità, sviluppo conseguente di malattie ecc.) che determinano la diminuzione delle produzioni e quindi dei redditi.
La tropicalizzazione del clima con fenomeni violenti e controversi che si abbattono sulle campagne – conclude Coldiretti Puglia - ha provocato 3 miliardi di euro di danni in Puglia negli ultimi 10 anni.
"Persi per il momento 2 frutti su 3 in provincia di Bari con il 2021 che si sta profilando un anno da dimenticare per la frutticoltura pugliese, dove alla grave crisi di liquidità delle aziende agricole causata dall'emergenza Covid, si aggiungono i danni delle improvvise e letali ondate di maltempo che con grandinate, bombe d'acqua, gelate al loro passaggio restituiscono campi allagati, smottamenti e raccolti gravemente compromessi", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La produzione regionale di ciliegie risulta concentrata nella provincia di Bari che da sola rappresenta il 96,4% della produzione totale regionale, riferisce Coldiretti Puglia. Con le sue 47 mila tonnellate la provincia di Bari è la prima provincia italiana per produzione di ciliegie raccogliendo il 34% della produzione nazionale e la produzione di ciliegie in Puglia è pari al 39,8% del totale nazionale. La graduatoria dei prodotti agricoli pugliesi nel contesto nazionale – aggiunge Coldiretti Puglia - vede al primo posto anche le ciliegie con una superficie di quasi 20.000 ettari, di cui oltre 17.000 della sola provincia di Bari, la quale copre più dell'85% della superficie investita.
"Gli agricoltori cercano di difendersi con le reti di copertura, con le coltivazioni in serra, i falò e la vaporizzazione dell'acqua contro le gelate, e con la manutenzione di terreni e canali e serre, ma spesso la furia del maltempo è così violenta da rendere inutili le protezioni, distruggere frutta e ortaggi e gonfiare d'acqua i terreni provocando pericolosi smottamenti. Dopo un anno di lavoro gli agricoltori vedono in pochi attimi azzerato il raccolto, mentre il granaio d'Italia sta ritardando la trebbiatura del grano perché le piogge ad intermittenza non consentono di iniziare le operazioni di raccolta", insiste il presidente Muraglia.
E' allarme anche per le mandorle pugliesi a causa della grandinata e delle gelate tardive dell'8 e 9 aprile scorsi che secondo le ultime stime porteranno addirittura ad un calo dell'80% della produzione. In Puglia – aggiunge Coldiretti regionale – è destinata alla coltivazione del mandorlo una superficie pari a 19.428 ettari (pari al 35,05% della superficie nazionale coltivata a mandorlo), che fornisce in media una produzione totale di 264.670 quintali di mandorle, un terzo del totale nazionale (33%).
"Disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima – denuncia il presidente Muraglia – che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l'aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante", conclude Muraglia.
Per questo è da rivedere a fondo – afferma Coldiretti Puglia – anche il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale per le calamità naturali che così com'è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi.
Anche la gestione del rischio e le scelte in tema di assicurazioni in agricoltura vanno profondamente riviste – aggiunge Coldiretti Puglia - perché incidono sulla redditività e sulla liquidità delle imprese agricole, insieme alla corretta programmazione e gestione aziendale. I fenomeni estremi, oltre ad azzerare le produzioni, danneggiano piante e alberi, con una frequenza e una violenza che gli agricoltori non possono in alcun modo gestire e sopportare in solitudine.
Le evidenze climatiche di questi ultimi anni mostrano come soprattutto sulle colture più diffuse in Puglia, a partire da frutteti, uliveti, ortaggi in pieno campo, pomodori e cereali, sono gli andamenti climatici (pioggia persistente, mancanza di acqua prolungata e siccità, sviluppo conseguente di malattie ecc.) che determinano la diminuzione delle produzioni e quindi dei redditi.
La tropicalizzazione del clima con fenomeni violenti e controversi che si abbattono sulle campagne – conclude Coldiretti Puglia - ha provocato 3 miliardi di euro di danni in Puglia negli ultimi 10 anni.