
Territorio
Gravina e Altamura aree idonee allo stoccaggio di rifiuti radioattivi, i sindaci non ci stanno
Pubblicato oggi da Sogin un elenco dei siti dove in cui tali materiali di bassa e media attività potrebbero essere sistemati in via definitiva
Bari - martedì 5 gennaio 2021
14.26
È stata pubblicata oggi da Sogin la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee, ovvero un elenco dei siti dove potrebbero essere sistemati in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività. Tra i comuni ritenuti potenziali aree idonee risultano Gravina in Puglia e Altamura. Ma i sindaci non ci stanno e promettono battaglia.
«Apprendiamo tutti dalla stampa, oggi, che Gravina, è tra le località ritenute dalla Sogin (e dai ministeri dell'ambiente e dello sviluppo economico) potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani - sottolinea il sindaco di Gravina, Alesio Valente - È per noi una doccia gelata: le istituzioni locali sin qui non erano mai state interpellate. Lo saranno, a quanto pare, solo a partire dai prossimi giorni, dopo la pubblicazione ufficiale della mappa dei siti potenziali. Non c'è spazio per trattative o valutazioni. Lo dico subito: la nostra risposta sarà un no secco e fermo. Niente e nessuno può farci cambiare idea rispetto a quella contrarietà già espressa in consiglio comunale nel 2015 e poi ancora nel 2016 insieme ad altri Comuni ragionando in un'ottica territoriale più ampia, perché è chiaro che si tratta di una scelta che riguarda un territorio intero.
E poi, in termini ambientali, Gravina e la Murgia hanno già dato: la vocazione di queste nostre aree è agricola e turistica, e non permetteremo che ci trasformino in un cimitero di scorie nucleari».
«Leggo dal giornale, e con il necessario disappunto, che nella notte scorsa sono state individuate le aree per i depositi delle scorie nucleari. Tra queste Altamura - fa eco Rosa Melodia, primo cittadino di Altamura - Già il 14 gennaio 2016 i Consigli comunali congiunti dei Comuni di Altamura, Poggiorsini, Spinazzola, Irsina, Santeramo in colle, Gravina in Puglia e Matera adottarono, con delibera, un ordine del giorno in cui si chiedeva alla Regione Puglia e alla Regione Basilicata, al presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico di "dichiarare le aree delle Regioni e dei Comuni interessati non disponibili alla localizzazione del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico". Non ci lasceremo trascinare con rassegnazione in questa situazione».
E anche il presidente Emiliano dice la sua: «Apprendiamo a 'cose fatte' e a distanza di anni, dell'inclusione di alcuni comuni pugliesi e lucani tra i siti in cui stoccare residui radioattivi. È ferma e netta la contrarietà della Regione Puglia a questa opzione. I nostri sforzi verso un modello di sviluppo improntato sulla tutela dell'ambiente e della salute sono noti a livello internazionale. Non si può imporre, ancora una volta, scelte che rimandano al passato più buio, quello dell'assenza della partecipazione, dell'umiliazione delle comunità, dell'oblio della storia e delle opportunità. Lo Stato e la Regione hanno, in quei luoghi, istituito il Parco nazionale della Murgia e il parco regionale più grande, quello delle Gravine, quali presìdi delle biodiversità e simboli dello stile di vita verso cui i pugliesi hanno deciso di andare. Le comunità della Murgia pugliese sono in continuo cammino, in evoluzione costante nel turismo, nell'agricoltura moderna, nella zootecnia basata sul benessere animale, nelle produzioni artigianali che finalmente superano i confini regionali e rendono riconoscibile una storia, una identità vera che profuma di futuro e non può essere sporcata con la parola "nucleare", incubo del passato».
«Apprendiamo tutti dalla stampa, oggi, che Gravina, è tra le località ritenute dalla Sogin (e dai ministeri dell'ambiente e dello sviluppo economico) potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani - sottolinea il sindaco di Gravina, Alesio Valente - È per noi una doccia gelata: le istituzioni locali sin qui non erano mai state interpellate. Lo saranno, a quanto pare, solo a partire dai prossimi giorni, dopo la pubblicazione ufficiale della mappa dei siti potenziali. Non c'è spazio per trattative o valutazioni. Lo dico subito: la nostra risposta sarà un no secco e fermo. Niente e nessuno può farci cambiare idea rispetto a quella contrarietà già espressa in consiglio comunale nel 2015 e poi ancora nel 2016 insieme ad altri Comuni ragionando in un'ottica territoriale più ampia, perché è chiaro che si tratta di una scelta che riguarda un territorio intero.
E poi, in termini ambientali, Gravina e la Murgia hanno già dato: la vocazione di queste nostre aree è agricola e turistica, e non permetteremo che ci trasformino in un cimitero di scorie nucleari».
«Leggo dal giornale, e con il necessario disappunto, che nella notte scorsa sono state individuate le aree per i depositi delle scorie nucleari. Tra queste Altamura - fa eco Rosa Melodia, primo cittadino di Altamura - Già il 14 gennaio 2016 i Consigli comunali congiunti dei Comuni di Altamura, Poggiorsini, Spinazzola, Irsina, Santeramo in colle, Gravina in Puglia e Matera adottarono, con delibera, un ordine del giorno in cui si chiedeva alla Regione Puglia e alla Regione Basilicata, al presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico di "dichiarare le aree delle Regioni e dei Comuni interessati non disponibili alla localizzazione del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico". Non ci lasceremo trascinare con rassegnazione in questa situazione».
E anche il presidente Emiliano dice la sua: «Apprendiamo a 'cose fatte' e a distanza di anni, dell'inclusione di alcuni comuni pugliesi e lucani tra i siti in cui stoccare residui radioattivi. È ferma e netta la contrarietà della Regione Puglia a questa opzione. I nostri sforzi verso un modello di sviluppo improntato sulla tutela dell'ambiente e della salute sono noti a livello internazionale. Non si può imporre, ancora una volta, scelte che rimandano al passato più buio, quello dell'assenza della partecipazione, dell'umiliazione delle comunità, dell'oblio della storia e delle opportunità. Lo Stato e la Regione hanno, in quei luoghi, istituito il Parco nazionale della Murgia e il parco regionale più grande, quello delle Gravine, quali presìdi delle biodiversità e simboli dello stile di vita verso cui i pugliesi hanno deciso di andare. Le comunità della Murgia pugliese sono in continuo cammino, in evoluzione costante nel turismo, nell'agricoltura moderna, nella zootecnia basata sul benessere animale, nelle produzioni artigianali che finalmente superano i confini regionali e rendono riconoscibile una storia, una identità vera che profuma di futuro e non può essere sporcata con la parola "nucleare", incubo del passato».