Cronaca
Guerra a Bari tra Strisciuglio e Palermiti per il controllo a Madonnella: 10 arresti
I fatti risalgono al 18 settembre 2018: gli obiettivi del raid armato erano due pregiudicati di Japigia, che viaggiavano su uno scooter
Bari - martedì 18 giugno 2024
13.26
Raffica di arresti per la guerra tra i clan Strisciuglio e Palermiti per il controllo dello spaccio di droga nel rione Madonnella di Bari che, durante l'estate 2018, portò ad un agguato ai danni di due pregiudicati appartenenti al clan di Japigia: dieci le persone, tra i 25 ed i 47 anni, arrestate per aver partecipato al tentato omicidio.
Alle primissime luci dell'alba di questa mattina, infatti, il personale della Squadra Mobile della Questura di Bari ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di dieci pregiudicati baresi che, la sera del 18 settembre 2018, nel quartiere Madonnella di Bari, in via Cattaro ad angolo via Dalmazia, attentarono alla vita di due pregiudicati ritenuti vicini al clan di Japigia.
In carcere il 39enne Cristian Di Cosimo, i 25enni Francesco Gismondi e Nicola Primavera, i 33ennni Ivan Lovergine, Francesco Mastrogiacomo, Roberto Mezzina Troiani, Tommaso Ruggiero, il 35enne Marco Tempesta ed il 45enne Luca Terrone. Ai domiciliari il 38enne Francesco Alessandro Rafaschieri. Le accuse sono di duplice tentato omicidio aggravato in concorso, di detenzione e porto illegali di armi da fuoco, ricettazione, calunnia e di danneggiamento seguito da incendio.
Nell'estate del 2018, la frangia degli Strisciuglio del San Paolo, tentò di conquistare la fiorente attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti a Madonnella, cercando di estromettere i Palermiti. La sera del 18 settembre, gli obiettivi del raid di fuoco erano due pregiudicati del gruppo di Japigia, che erano in sella ad uno scooter: il commando armato, a bordo di un'auto rubata e di tre moto, aprì il fuoco, incurante della presenza di ignari cittadini che passeggiavano per la strada.
Il passeggero dello scooter riuscì a sottrarsi ai proiettili di un revolver Colt 38 special e di una pistola semiautomatica CZ calibro 9, mentre il conducente, colpito in più parti del corpo, dopo un delicato intervento chirurgico e una lunga degenza ospedaliera, riuscì a salvarsi. Compiuto l'agguato, una delle moto utilizzate dai sicari fu data alle fiamme, fra Bitonto e Palese, mentre per le altre moto furono presentate false denunce di furto, con lo scopo di ostacolare le serrate indagini.
La risposta dei Palermiti, per l'agguato del 18 settembre, non tardò ad arrivare: infatti, sei giorni dopo, il 24 settembre, a Carbonara, Michele Walter Rafaschieri fu assassinato e suo fratello rimase gravemente ferito. Per nove persone arrestate è stata disposta la custodia in carcere. Solo uno è stato collocato ai domiciliari.
Alle primissime luci dell'alba di questa mattina, infatti, il personale della Squadra Mobile della Questura di Bari ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di dieci pregiudicati baresi che, la sera del 18 settembre 2018, nel quartiere Madonnella di Bari, in via Cattaro ad angolo via Dalmazia, attentarono alla vita di due pregiudicati ritenuti vicini al clan di Japigia.
In carcere il 39enne Cristian Di Cosimo, i 25enni Francesco Gismondi e Nicola Primavera, i 33ennni Ivan Lovergine, Francesco Mastrogiacomo, Roberto Mezzina Troiani, Tommaso Ruggiero, il 35enne Marco Tempesta ed il 45enne Luca Terrone. Ai domiciliari il 38enne Francesco Alessandro Rafaschieri. Le accuse sono di duplice tentato omicidio aggravato in concorso, di detenzione e porto illegali di armi da fuoco, ricettazione, calunnia e di danneggiamento seguito da incendio.
Nell'estate del 2018, la frangia degli Strisciuglio del San Paolo, tentò di conquistare la fiorente attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti a Madonnella, cercando di estromettere i Palermiti. La sera del 18 settembre, gli obiettivi del raid di fuoco erano due pregiudicati del gruppo di Japigia, che erano in sella ad uno scooter: il commando armato, a bordo di un'auto rubata e di tre moto, aprì il fuoco, incurante della presenza di ignari cittadini che passeggiavano per la strada.
Il passeggero dello scooter riuscì a sottrarsi ai proiettili di un revolver Colt 38 special e di una pistola semiautomatica CZ calibro 9, mentre il conducente, colpito in più parti del corpo, dopo un delicato intervento chirurgico e una lunga degenza ospedaliera, riuscì a salvarsi. Compiuto l'agguato, una delle moto utilizzate dai sicari fu data alle fiamme, fra Bitonto e Palese, mentre per le altre moto furono presentate false denunce di furto, con lo scopo di ostacolare le serrate indagini.
La risposta dei Palermiti, per l'agguato del 18 settembre, non tardò ad arrivare: infatti, sei giorni dopo, il 24 settembre, a Carbonara, Michele Walter Rafaschieri fu assassinato e suo fratello rimase gravemente ferito. Per nove persone arrestate è stata disposta la custodia in carcere. Solo uno è stato collocato ai domiciliari.