Conferenza stampa sequestro beni Francesco Giordano
Conferenza stampa sequestro beni Francesco Giordano
Cronaca

I proventi delle frodi fiscali immessi in attività fittizie. La DIA di Bari sequestra beni dell'imprenditore Francesco Giordano

Originario di Bitonto, era a capo di «Un intreccio societario nell'hinterland milanese, ma organizzato dalla provincia di Bari»

La Direzione Investigativa Antimafia di Bari, in collaborazione con le strutture di Milano, Roma e Torino, ha dato nei giorni scorsi esecuzione al Decreto di Sequestro Preventivo dei beni mobili e immobili di Giordano Francesco, imprenditore originario di Bitonto, operante nel settore della somministrazione di manodopera ad aziende della lavorazione delle carni. I beni sequestrati arrivano fino alla somma di 31.272.961,59 Euro valore pari al profitto illecito realizzato attraverso una articolata serie di reati fiscali (per oltre 26,5 milioni di Euro) e alla derivante somma oggetto di complesse procedure di riciclaggio e autoriciclaggio (per oltre 4,6 milioni di Euro).

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminare di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica / Direzione Distrettuale Antimafia, colpisce Giordano in seguito alla complessa dinamica finanziaria criminale che gli ha consentito di procurarsi illecitamente ingenti proventi superiori ai 26 milioni, attraverso la commissione di numerose frodi fiscali fra il 2014 e il al 2017.

Giordano era elemento apicale di un intreccio societario operante nell'hinterland milanese, ma organizzato e diretto dalla provincia di Bari, costituito da una società consortile per azioni, da società di capitali socie di detta SpA e da società di capitali "esterne", tutte rappresentate legalmente e partecipate da soggetti prestanome. Insieme a numerosi suoi complici, tra cui stretti congiunti e numerosi professionisti, Giordano realizzavo profitti illeciti, da un lato omettendo sistematicamente versamento dell'IVA e degli oneri previdenziali e assistenziali a debito delle società di cui sopra e dall'altro procedendo a indebite compensazioni fiscali, il tutto attraverso un ingegnoso sistema di dichiarazioni false.

I proventi illeciti - attraverso cui venivano anche eluse le regole del mercato del lavoro - erano in un secondo momento "drenati" attraverso fittizi rapporti commerciali e finanziari con aziende di comodo, create al solo fine di riciclaggio, situate nel barese e riconducibili al pluripregiudicato, anch'esso bitontino, Sicolo Emanuele, già condannato per associazione di tipo mafioso e ritenuto nell'orbita del noto clan Parisi di Bari.

Il meccanismo fraudolento si chiudeva, infine, con la riscossione della somma illecita mediante numerosissimi prelevamenti di denaro contante effettuati con carte elettroniche (carte paypal, bancomat, etc..) intestate a soggetti prestanome compiacenti. A insospettire DIA deriva è stato un provvedimento di sequestro di beni per oltre 800.000 euro, adottato nel 2017 in base alla normativa antimafia dal Tribunale di Bari - Sezione per le Misure di Prevenzione - proprio su proposta del Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, nei confronti del Sicolo Emanuele. Nel corso di alcuni approfondimenti investigativi emergevano stretti rapporti tra Sicolo Emanuele e Giordano Francesco, la cui accurata analisi delineava progressivamente i sistemi illeciti realizzati, e che si concludevano con il sequestro :

1) in più episodi, di ingenti tranches di denaro contante (complessivamente E 4.466.000); in particolare:

2) a conclusione di una prolungata attività di perquisizione avviata in data 30.11.2017 e durata più giorni, E 3.256.000,00 in contanti accuratamente occultati nella muratura perimetrale, all'interno di cavedi e di vani di una lussuosa abitazione a più piani ubicata in località Bari/Santo Spirito. L'immobile di pregio è risultato di proprietà di una società immobiliare, ma nella disponibilità esclusiva di familiari del GIORDANO. Le atipiche attività di ricerca hanno previsto l'utilizzo di Georadar, termocamere e camere endoscopiche, cani molecolari (anti-valuta in forza ai reparti della Guardia di Finanza), nonché di personale tecnico dei Vigili del Fuoco per le opere di abbattimento in sicurezza di alcune strutture. L'immobile, sottoposto a sequestro, era adibito a funzione di caveau: il denaro murato, non a caso, era suddiviso in pacchi sottovuoto;

3) in data 05.12.2017, nel prosieguo dell'attività di p.g., ulteriori E 830.000,00 riposti in alcuni borsoni e custoditi presso altre abitazioni da congiunti del GIORDANO in provincia di Bari:

4) in data 05.12.2017 la somma di E 20.000,00 nella disponibilità di ZEFFERINO Antonio Paolo (appartenente al clan PARISI); somma confezionata con le stesse modalità di quelle rinvenute nell'appartamento della famiglia del GIORDANO e nell'auto di quest'ultimo;

5) in data 20.03.2018, una ulteriore somma di denaro contante di oltre E 320.000,00 a bordo di un autovettura munita di vano occulto, appositamente preparata ed utilizzata per il trasferimento di denaro, sulla quale viaggiavano insieme il pregiudicato SICOLO Emanuele - che aveva concluso da qualche giorno un lungo periodo di detenzione domiciliare per reati di associazione di stampo mafioso - GIORDANO e il bitontino PUTIGNANO Francesco, legale rappresentante di più società coinvolte nei reati fiscali accertati. In occasione del considerevole riscontro investigativo, il personale della DIA sottoponeva i tre soggetti a fermo di indiziato di delitto, convalidalo dal Gip con contestuale irrogazione su richiesta del PM misura della custodia cautelare in carcere, tuttora in atto.

6) in data 23.03.2018, nel prosieguo dell'attività di p.g., euro 60.000,00 ed oggetti preziosi, all'interno di una camera blindata di una lussuosa villa ín Nervíano (M1), di recentissima costruzione, anch'essa oggetto di sequestro, intestata alla signora Hangiu Larisa Andreaa, prestanome di GIORDANO Francesco, del quale e l'attuale compagna. Venivano altresì sottoposti a sequestro preventivo.

7) la somma di euro 753.318,27, rinvenuta sui conti correnti bancari intestati ad alcune fra le società riconducibili al GIORDANO, quale profitto dei reati tributari di cui al D.I.gs 74/2000, commessi dalle suddette società;

8) inoltre, per equivalente. tutti i beni mobili e immobili, rapporti finanziari di qualunque genere (conti correnti, polizze fideiussorie cassette di sicurezza, polizze vita, titoli azionari o obbligazioni, etc.), nonché beni mobili suscettibili di valutazione economica (inclusi beni strumentali, arredi, apparati tecnologici etc. nella diretta disponibilità degli indagati medesimi e/o all'interno degli immobili adibiti ad abitazione e/o altri luoghi di cui sia accertata la disponibilità) nella disponibilità diretta e/o indiretta del GIORDANO, di numerosi professionisti, degli amministratori di fatto e di diritto (tra cui stretti congiunti) delle società che hanno commesso reati tributari, fino alla concorrenza della somma dí euro 26.645.502,00. pari al profitto dei suddetti reati tributari. Gli accertamenti condotti dal personale della DIA hanno consentito di fornire all'A.G. un ampio e puntuale quadro probatorio in ordine tanto alle responsabilità dei soggetti coinvolti, a vario titolo, nell'associazione per delinquere, quanto alla individuazione dei patrimoni e delle disponibilità degli indagati. Nel dettaglio, il provvedimento in argomento ha riguardato:

23 società con sede a Milano; 4 società con sede in provincia di Bari; una società con sede in Roma; una società con sede in Taranto; 5 immobili ubicati in provincia di Biella; un immobile ubicato in provincia di Vercelli; 2 immobili ubicati in provincia di Milano, 3 complessi immobiliari ubicati in provincia di Bari; un immobile ubicato in provincia di Teramo; 4 attività ristorative con sede in provincia di Bari; oltre 100 rapporti finanziari (conti correnti, assicurazioni e quote di fondi pensione); 13 veicoli tra autovetture e motocicli di valore (tra cui Porsche Cayenne, BMW X6, Jeep Gran Cherokee, Minicooper Countryman, Yamaha XP500 e KTM).
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