Scuola e Lavoro
Ikea Bari aumenta il numero di clienti nel negozio, Cgil proclama sciopero per il 1 novembre
Il sindacato denuncia e accusa: «Incomprensibile silenzio di Comune e Regione, il prefetto ci convochi al più presto»
Bari - sabato 31 ottobre 2020
16.11
«Lo sciopero diventa necessario a fronte di quello a cui stiamo assistendo. Siamo in un stato di emergenza, sono in tanti purtroppo a non capirlo». Così Gigia Bucci, segretario generale della Cgil Bari, annunciando la «Decisione della Filcams, categoria dei lavoratori del commercio, di proclamare per domenica 1 novembre lo sciopero per l'intera giornata» dei lavoratori del punto vendita Ikea Bari, a Mungivacca.
Il sindacato denuncia: «Richiediamo a Ikea di revocare la decisione unilaterale intrapresa dalla direzione dello store di Bari di incrementare il numero massimo di clienti consentito come ingressi contemporanei nel punto vendita. L'aumento della capienza di 500 clienti circa, che porta da un numero massimo di 1200 a circa 1700 le presenze contemporanee di clienti nel punto vendita è una scelta incomprensibile oltre che inopportuna».
Bucci tuona: «Non c'è senso di responsabilità da parte delle imprese, e devo a malincuore ammettere che non c'è nemmeno da parte delle istituzioni locali». Il segretario, in una nota, dice di ritienere «Incomprensibile e inopportuno il silenzio di Comune e Regione al pari della scelta di Ikea Bari delle 1700 presenze contemporanee di clienti, soprattutto in un momento come questo. Con le terapie intensive al limite della capienza, a momenti sature o che lo saranno a giorni, come tutti ben sappiamo, dato l'aumento esponenziale dei malati, anche di quelli gravi e con il personale medico e infermieristico costretto a doppi, tripli turni, stremati e costantemente in pericolo di contagio data l'alta esposizione al virus in prima linea negli ospedali, occorre che anche il governo territoriale intervenga e subito. Chiediamo quindi al prefetto di convocarci con estrema immediatezza per prendere decisioni subitanee».
Antonio Miccoli, segretario generale Filcams Cgil Bari, fa eco: «Visto il costante aumento dei contagi da Covid 19, chiediamo di osservare regole e comportamenti responsabili sia per i lavoratori che per i clienti. Siamo preoccupati per il lavoro di tutti ma siamo terrorizzati anche dallo stato di salute di cittadine e cittadini. Ora come non mai è doveroso chiudere i centri commerciali nel fine settimana, battaglia che la categoria porta avanti da anni».
Il sindacato denuncia: «Richiediamo a Ikea di revocare la decisione unilaterale intrapresa dalla direzione dello store di Bari di incrementare il numero massimo di clienti consentito come ingressi contemporanei nel punto vendita. L'aumento della capienza di 500 clienti circa, che porta da un numero massimo di 1200 a circa 1700 le presenze contemporanee di clienti nel punto vendita è una scelta incomprensibile oltre che inopportuna».
Bucci tuona: «Non c'è senso di responsabilità da parte delle imprese, e devo a malincuore ammettere che non c'è nemmeno da parte delle istituzioni locali». Il segretario, in una nota, dice di ritienere «Incomprensibile e inopportuno il silenzio di Comune e Regione al pari della scelta di Ikea Bari delle 1700 presenze contemporanee di clienti, soprattutto in un momento come questo. Con le terapie intensive al limite della capienza, a momenti sature o che lo saranno a giorni, come tutti ben sappiamo, dato l'aumento esponenziale dei malati, anche di quelli gravi e con il personale medico e infermieristico costretto a doppi, tripli turni, stremati e costantemente in pericolo di contagio data l'alta esposizione al virus in prima linea negli ospedali, occorre che anche il governo territoriale intervenga e subito. Chiediamo quindi al prefetto di convocarci con estrema immediatezza per prendere decisioni subitanee».
Antonio Miccoli, segretario generale Filcams Cgil Bari, fa eco: «Visto il costante aumento dei contagi da Covid 19, chiediamo di osservare regole e comportamenti responsabili sia per i lavoratori che per i clienti. Siamo preoccupati per il lavoro di tutti ma siamo terrorizzati anche dallo stato di salute di cittadine e cittadini. Ora come non mai è doveroso chiudere i centri commerciali nel fine settimana, battaglia che la categoria porta avanti da anni».