Attualità
Il Cimitero di Bari riapre i battenti per un giorno, agricoltori depongono fiori sulle tombe
Si svolgerà domani l'iniziativa organizzata da Coldiretti Puglia per richiamare l'attenzione sulla crisi del settore florivivaistico
Bari - lunedì 20 aprile 2020
12.39
Il cimitero di Bari riaprirà i battenti alle 10:30 di domani per consentire ad alcuni agricoltori di deporre dei fiori sulle tombe dei defunti presenti all'interno dell'area sepolcrale. L'iniziativa è di Coldiretti Puglia, per tenere alta l'attenzione delle istituzioni regionali e nazionali sulla forte crisi che ha colpito il settore florovivaistico in Puglia dove, con la chiusura delle attività per l'emergenza Coronavirus, si stima un danno di 200 milioni di euro di fiori e piante fiorite in vaso appassiti e distrutti nei vivai. Tombe e urne saranno decorate con rose, garofani, statice, tulipani e gerbere.
«Piuttosto che buttarli abbiamo pensato di rendere un servizio alle famiglie che non possono andare a far visita ai defunti per la chiusura dei cimiteri e il blocco dei funerali. Domani a Terlizzi andranno al macero altri 10mila metri quadri di fiori, una situazione esplosiva in mancanza di interventi diretti delle istituzioni, con i mercati di Terlizzi, Taviano e Leverano ancora chiusi, nonostante il Governo abbia chiarito che è consentita la vendita di semi, piante fiorite, fiori e piante ornamentali. Si tratta di prodotti molto deperibili che se rimangono invenduti sono destinati alla distruzione», denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Il settore florovivaistico in Puglia con il distretto in provincia di Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e quello della provincia di Bari – aggiunge Coldiretti Puglia - con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, e altre realtà aziendali sparse nel resto della regione, registra il crollo degli ordini e il blocco totale dei mercati esteri ed internazionali con punte fino al 100 percento, con milioni di fiori e piante rimasti invenduti.
«Servono interventi urgenti per indennizzare le imprese florovivaistico per l'ingente danno diretto e ridare liquidità alle aziende – continua Muraglia - attraverso la dichiarazione di stato di calamità, con una declaratoria specifica per il comparto florovivaistico, l'aumento del fondo rotativo che dispone al momento di una dotazione di 10 milioni di euro, del tutto insufficiente a dare sostegno alle imprese florovivaistiche, il sostegno in de minimis alle imprese e lo snellimento delle procedure per lo smaltimento del prodotto invenduto».
Il settore sviluppa in Puglia una produzione lorda vendibile di oltre 300 milioni di euro – la stima di Coldiretti Puglia - con un risvolto occupazione di oltre 2 milioni di giornate di lavoro. Il risultato dell'emergenza con il blocco delle vendite è stato di quasi un miliardo di fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai in Italia dove – conclude Coldiretti – sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di fronde e fiori in vaso, le produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le vendite e l'export di alberature e cespugli, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75 percento del fatturato annuale, grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che con l'aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini.
«Piuttosto che buttarli abbiamo pensato di rendere un servizio alle famiglie che non possono andare a far visita ai defunti per la chiusura dei cimiteri e il blocco dei funerali. Domani a Terlizzi andranno al macero altri 10mila metri quadri di fiori, una situazione esplosiva in mancanza di interventi diretti delle istituzioni, con i mercati di Terlizzi, Taviano e Leverano ancora chiusi, nonostante il Governo abbia chiarito che è consentita la vendita di semi, piante fiorite, fiori e piante ornamentali. Si tratta di prodotti molto deperibili che se rimangono invenduti sono destinati alla distruzione», denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Il settore florovivaistico in Puglia con il distretto in provincia di Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e quello della provincia di Bari – aggiunge Coldiretti Puglia - con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, e altre realtà aziendali sparse nel resto della regione, registra il crollo degli ordini e il blocco totale dei mercati esteri ed internazionali con punte fino al 100 percento, con milioni di fiori e piante rimasti invenduti.
«Servono interventi urgenti per indennizzare le imprese florovivaistico per l'ingente danno diretto e ridare liquidità alle aziende – continua Muraglia - attraverso la dichiarazione di stato di calamità, con una declaratoria specifica per il comparto florovivaistico, l'aumento del fondo rotativo che dispone al momento di una dotazione di 10 milioni di euro, del tutto insufficiente a dare sostegno alle imprese florovivaistiche, il sostegno in de minimis alle imprese e lo snellimento delle procedure per lo smaltimento del prodotto invenduto».
Il settore sviluppa in Puglia una produzione lorda vendibile di oltre 300 milioni di euro – la stima di Coldiretti Puglia - con un risvolto occupazione di oltre 2 milioni di giornate di lavoro. Il risultato dell'emergenza con il blocco delle vendite è stato di quasi un miliardo di fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai in Italia dove – conclude Coldiretti – sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di fronde e fiori in vaso, le produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le vendite e l'export di alberature e cespugli, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75 percento del fatturato annuale, grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che con l'aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini.