Attualità
Il dott. Angarano torna in corsia: «C'era bisogno e ho risposto alla chiamata»
L'intervista con l'infettivologo tornato dalla quiescenza ad indossare il camice bianco
Bari - sabato 14 novembre 2020
9.47
Impossibile lasciare nell'armadio il camice bianco dopo una vita passata in corsia, quando la richiesta di operatori per fronteggiare l'emergenza ha il suono di un drammatico appello. La Regione ha chiesto ai medici in quiescenza di tornare al lavoro e il prof. Gioacchino Angarano ha risposto. Sarà lui a coordinare la riconversione del San Paolo di Bari in ospedale Covid per gli aspetti scientifici e di supporto organizzativo, mettendo a disposizione i suoi 44 anni di esperienza in Malattie Infettive. Lui che iniziò la sua carriera da infettivologo negli anni '70 fronteggiando il colera e che oggi si ritrova a combattere contro il pericoloso Covid 19.
"Entrare con il colera di cui mi sono occupato negli anni Settanta e uscire con il Covid è una grande responsabilità – ha detto il professore Angarano – contribuire a mettere in piedi una nuova realtà ospedaliera è una sfida professionale di grande stimolo. Il mio intento – ha proseguito – è anche quello di fare da supporto scientifico e organizzativo alla direzione strategica della ASL per avviare progetti mirati alla assistenza territoriale".
Lo abbiamo intervistato.
Cosa l'ha spinta, professore, a rispondere alla chiamata?
C'è bisogno. È un momento in cui c'è bisogno dell'aiuto di persone con esperienza ed io non potevo restare in silenzio.
Quale sarà il suo compito?
Al momento mi occuperò di aiutare la struttura del San Paolo ad organizzarsi per le nuove attività che in essa si svolgeranno. Col tempo vedremo come potrò essere ulteriormente utile.
Cosa pensa del reclutamento anche di giovani leve tra medici e infermieri?
Hanno dalla loro parte entusiasmo e bravura. Non hanno esperienza? Bene, impareranno. L'elasticità mentale dei giovani è un fattore positivo, apprendono presto e sono versatili, diversamente da me che sono stato chiamato per fare quello che ho sempre fatto in tutta la vita e che non so se avrei la freschezza per apprendere nuove cose.
Come vede la situazione in Puglia? Qual è la strada da seguire?
È una situazione brutta, come nel resto dell'Italia. Ci sono molti casi e questo significa che ci sono molte persone nelle condizioni di trasmettere il contagio. È questo il vero problema. Il parziale lockdown sta dando i suoi risultati: conosciamo la strada da seguire ma ha dei costi. Ora dobbiamo trovare la via per ottenere il maggior beneficio con il minore danno possibile.
"Entrare con il colera di cui mi sono occupato negli anni Settanta e uscire con il Covid è una grande responsabilità – ha detto il professore Angarano – contribuire a mettere in piedi una nuova realtà ospedaliera è una sfida professionale di grande stimolo. Il mio intento – ha proseguito – è anche quello di fare da supporto scientifico e organizzativo alla direzione strategica della ASL per avviare progetti mirati alla assistenza territoriale".
Lo abbiamo intervistato.
Cosa l'ha spinta, professore, a rispondere alla chiamata?
C'è bisogno. È un momento in cui c'è bisogno dell'aiuto di persone con esperienza ed io non potevo restare in silenzio.
Quale sarà il suo compito?
Al momento mi occuperò di aiutare la struttura del San Paolo ad organizzarsi per le nuove attività che in essa si svolgeranno. Col tempo vedremo come potrò essere ulteriormente utile.
Cosa pensa del reclutamento anche di giovani leve tra medici e infermieri?
Hanno dalla loro parte entusiasmo e bravura. Non hanno esperienza? Bene, impareranno. L'elasticità mentale dei giovani è un fattore positivo, apprendono presto e sono versatili, diversamente da me che sono stato chiamato per fare quello che ho sempre fatto in tutta la vita e che non so se avrei la freschezza per apprendere nuove cose.
Come vede la situazione in Puglia? Qual è la strada da seguire?
È una situazione brutta, come nel resto dell'Italia. Ci sono molti casi e questo significa che ci sono molte persone nelle condizioni di trasmettere il contagio. È questo il vero problema. Il parziale lockdown sta dando i suoi risultati: conosciamo la strada da seguire ma ha dei costi. Ora dobbiamo trovare la via per ottenere il maggior beneficio con il minore danno possibile.