Turismo
Il turismo in Puglia perde un miliardo a causa dell'assenza di stranieri
Coldiretti: "Servono dunque misure coerenti e ristori immediati e un piano nazionale"
Puglia - lunedì 1 marzo 2021
Comunicato Stampa
L'estate senza stranieri in vacanza in Puglia costa 1 miliardo al sistema turistico regionale per le mancate spese nell'alloggio, nell'alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir, mentre il clima anomalo con la finta primavera spinge i pranzi in campagna per i cittadini residenti in Puglia, dove ha riaperto appena il 20% degli agriturismi che si occupano di ristorazione. È quanto emerge dall'analisi della Coldiretti su dati Bankitalia in riferimento all'importanza del via libera al certificato vaccinale europeo per l'estate annunciato dal presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, dopo che sono svanite le aspettative per la Pasqua e quelle per il turismo invernale.
"Gli agriturismi, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto dove le distanze si misurano in ettari, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Ma in Puglia ha riaperto solo il 20% degli agriturismi, perché le nostre strutture non sono state messe nella condizione di riavviare le attività a causa di ristori insufficienti e a singhiozzo e costi insostenibili che rischiano di tradursi in un colpo di grazia", afferma Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.
Servono dunque misure coerenti e ristori immediati e un piano nazionale – aggiungono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia - che metta in campo tutte le azioni necessarie per non far chiudere per sempre attività come gli agriturismi che rappresentano un modello di turismo sostenibile, grazie ai primati regionali sul piano ambientale ed enogastronomico, con i cuochi contadini di Campagna Amica che propongono piatti della tradizione rurale in ambienti sicuri.
"L'attuale situazione di incertezza– insiste il presidente De Miccolis - non consente agli agriturismi di riprogrammare gli impegni e far fronte agli obblighi di natura tributaria, rischiando di comprometterne la tenuta economico-finanziaria. Per superare la crisi occorrono misure finanziarie in grado di sostenere la capacità economica e produttiva delle nostre imprese e una presa di coscienza concreta delle amministrazioni comunali circa il reale stato di crisi degli agriturismi".
È evidente la perdita secca subita nel 2020 dalle masserie della Puglia che hanno praticamente azzerato gli arrivi di turisti stranieri e annullato le prenotazioni di italiani e del turismo di prossimità nei mesi di lockdown e con le nuove restrizioni si profila uno scenario a tinte fosche anche per Pasqua e per la stagione estiva targata 2021. L'emergenza Covid19 ha causato, in un breve lasso di tempo, gravissimi danni all'economia della regione – aggiungono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia – con le misure restrittive adottate per contrastare il diffondersi dell'epidemia che hanno determinato una forte contrazione delle attività multifunzionali delle imprese agricole le quali, nonostante tutto, non hanno interrotto le attività principali di coltivazione e di allevamento e continuano a garantire la produzione di cibo, pur in presenza di una forte concorrenza di prodotti esteri di bassa qualità sui banchi di vendita al consumo.
La Puglia è fortemente dipendente dall'estero per il flusso turistico con ben 1,5 milioni di arrivi dall'estero di viaggiatori stranieri che la scorsa estate hanno dovuto rinunciare a venire in Puglia per effetto delle limitazioni e alle preoccupazioni per la diffusione del contagio. L'assenza di stranieri in vacanza in Puglia grava sull'ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché i turisti dall'estero da paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa ma che adesso sono anche quelli che stanno procedendo velocemente nella campagna di vaccinazione. Ad essere colpite sono state soprattutto le città d'arte che sono le storiche mete del turismo dall'estero ma in difficoltà anche gli oltre 900 agriturismi pugliesi dove gli stranieri rappresentano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti nelle campagne. Il cibo è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche.
"Gli agriturismi, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto dove le distanze si misurano in ettari, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Ma in Puglia ha riaperto solo il 20% degli agriturismi, perché le nostre strutture non sono state messe nella condizione di riavviare le attività a causa di ristori insufficienti e a singhiozzo e costi insostenibili che rischiano di tradursi in un colpo di grazia", afferma Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.
Servono dunque misure coerenti e ristori immediati e un piano nazionale – aggiungono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia - che metta in campo tutte le azioni necessarie per non far chiudere per sempre attività come gli agriturismi che rappresentano un modello di turismo sostenibile, grazie ai primati regionali sul piano ambientale ed enogastronomico, con i cuochi contadini di Campagna Amica che propongono piatti della tradizione rurale in ambienti sicuri.
"L'attuale situazione di incertezza– insiste il presidente De Miccolis - non consente agli agriturismi di riprogrammare gli impegni e far fronte agli obblighi di natura tributaria, rischiando di comprometterne la tenuta economico-finanziaria. Per superare la crisi occorrono misure finanziarie in grado di sostenere la capacità economica e produttiva delle nostre imprese e una presa di coscienza concreta delle amministrazioni comunali circa il reale stato di crisi degli agriturismi".
È evidente la perdita secca subita nel 2020 dalle masserie della Puglia che hanno praticamente azzerato gli arrivi di turisti stranieri e annullato le prenotazioni di italiani e del turismo di prossimità nei mesi di lockdown e con le nuove restrizioni si profila uno scenario a tinte fosche anche per Pasqua e per la stagione estiva targata 2021. L'emergenza Covid19 ha causato, in un breve lasso di tempo, gravissimi danni all'economia della regione – aggiungono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia – con le misure restrittive adottate per contrastare il diffondersi dell'epidemia che hanno determinato una forte contrazione delle attività multifunzionali delle imprese agricole le quali, nonostante tutto, non hanno interrotto le attività principali di coltivazione e di allevamento e continuano a garantire la produzione di cibo, pur in presenza di una forte concorrenza di prodotti esteri di bassa qualità sui banchi di vendita al consumo.
La Puglia è fortemente dipendente dall'estero per il flusso turistico con ben 1,5 milioni di arrivi dall'estero di viaggiatori stranieri che la scorsa estate hanno dovuto rinunciare a venire in Puglia per effetto delle limitazioni e alle preoccupazioni per la diffusione del contagio. L'assenza di stranieri in vacanza in Puglia grava sull'ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché i turisti dall'estero da paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa ma che adesso sono anche quelli che stanno procedendo velocemente nella campagna di vaccinazione. Ad essere colpite sono state soprattutto le città d'arte che sono le storiche mete del turismo dall'estero ma in difficoltà anche gli oltre 900 agriturismi pugliesi dove gli stranieri rappresentano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti nelle campagne. Il cibo è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche.