Servizi sociali
Immigrazione, 10 e 11 aprile ispezioni nei centri di accoglienza
Emblematico il caso di Adriana, transessuale detenuta da due mesi in un reparto maschile
Bari - sabato 8 aprile 2017
Comunicato Stampa
Dopo i gravi fatti avvenuti nei centri di accoglienza regionali, il deputato pugliese Giuseppe Brescia vicepresidente della Commissione parlamentare d'inchiesta su CIE e CARA ha deciso di tornare il 10 e 11 aprile di persona nei centri regionali per constatarne le condizioni.
Il 10 mattina in particolare Brescia sarà nell'ex-CARA di Bari mentre nel pomeriggio si sposterà nel CIE di Brindisi, L'11 aprile è invece prevista una visita ispettiva nell'Hotspot di Taranto. Inoltre, l'8 aprile lo stesso Brescia interverrà in un incontro pubblico a Bari sul tema immigrazione nel corso del quale, interverranno anche i parlamentari M5S Manlio Di Stefano ed Emanuele Scagliusi della Commissione Esteri. I gravi episodi di cronaca recenti, diversi per natura ma simili per gravità, sono il caso di una transessuale 34enne detenuta da quasi due mesi presso il C.I.E. di Brindisi, struttura fornita unicamente di un reparto maschile, e l'ennesima rissa nell'ex C.A.R.A. di Bari qualche settimana fa che ha fatto finire in ospedale con ferite da arma da taglio due migranti.
«Che il sistema di accoglienza, identificazione ed espulsione in Italia presentasse delle grandi falle - dichiara il deputato barese -lo si sapeva già. Ma quando a distanza di pochi mesi si continuano a verificare risse nell'ex C.A.R.A. di Bari mentre nel C.I.E. di Brindisi si continua a ignorare cosa sia il rispetto dei diritti umani nei confronti dei migranti lì detenuti, allora è forse davvero il caso che il Governo si decida a intervenire concretamente». Nel Centro di identificazione ed espulsione di Brindisi, infatti, si assiste alla vicenda di Adriana, transessuale 34enne di origini brasiliane, detenuta da quasi due mesi presso la struttura fornita unicamente di un reparto maschile. Scaduto il permesso di soggiorno in seguito al licenziamento causato dalla sua decisione di intraprendere la cura per diventare donna, Adriana è stata rinchiusa nel centro di identificazione di Brindisi, dove non solo ha dovuto interrompere la cura ormonale a cui è da anni sottoposta per via di problematiche burocratiche, ma si trova anche a vivere una situazione di costante disagio per via delle minacce di morte ricevute nello stesso centro da parte di alcuni migranti lì presenti. Tutto ciò la costringe a passare le sue giornate nell'occhio vigile delle telecamere di sorveglianza del centro, unica difesa contro la paura di essere uccisa.
«E' evidente che i due casi siano di natura completamente diversa, ma afferiscono alla stessa problematica - afferma il deputato Giuseppe Brescia - e cioè che il sistema di accoglienza dei migranti in Italia non funziona come dovrebbe e per motivi diversi. Su entrambi gli episodi ho già depositato due interrogazioni parlamentari indirizzate al Ministro dell'Interno».
Il 10 mattina in particolare Brescia sarà nell'ex-CARA di Bari mentre nel pomeriggio si sposterà nel CIE di Brindisi, L'11 aprile è invece prevista una visita ispettiva nell'Hotspot di Taranto. Inoltre, l'8 aprile lo stesso Brescia interverrà in un incontro pubblico a Bari sul tema immigrazione nel corso del quale, interverranno anche i parlamentari M5S Manlio Di Stefano ed Emanuele Scagliusi della Commissione Esteri. I gravi episodi di cronaca recenti, diversi per natura ma simili per gravità, sono il caso di una transessuale 34enne detenuta da quasi due mesi presso il C.I.E. di Brindisi, struttura fornita unicamente di un reparto maschile, e l'ennesima rissa nell'ex C.A.R.A. di Bari qualche settimana fa che ha fatto finire in ospedale con ferite da arma da taglio due migranti.
«Che il sistema di accoglienza, identificazione ed espulsione in Italia presentasse delle grandi falle - dichiara il deputato barese -lo si sapeva già. Ma quando a distanza di pochi mesi si continuano a verificare risse nell'ex C.A.R.A. di Bari mentre nel C.I.E. di Brindisi si continua a ignorare cosa sia il rispetto dei diritti umani nei confronti dei migranti lì detenuti, allora è forse davvero il caso che il Governo si decida a intervenire concretamente». Nel Centro di identificazione ed espulsione di Brindisi, infatti, si assiste alla vicenda di Adriana, transessuale 34enne di origini brasiliane, detenuta da quasi due mesi presso la struttura fornita unicamente di un reparto maschile. Scaduto il permesso di soggiorno in seguito al licenziamento causato dalla sua decisione di intraprendere la cura per diventare donna, Adriana è stata rinchiusa nel centro di identificazione di Brindisi, dove non solo ha dovuto interrompere la cura ormonale a cui è da anni sottoposta per via di problematiche burocratiche, ma si trova anche a vivere una situazione di costante disagio per via delle minacce di morte ricevute nello stesso centro da parte di alcuni migranti lì presenti. Tutto ciò la costringe a passare le sue giornate nell'occhio vigile delle telecamere di sorveglianza del centro, unica difesa contro la paura di essere uccisa.
«E' evidente che i due casi siano di natura completamente diversa, ma afferiscono alla stessa problematica - afferma il deputato Giuseppe Brescia - e cioè che il sistema di accoglienza dei migranti in Italia non funziona come dovrebbe e per motivi diversi. Su entrambi gli episodi ho già depositato due interrogazioni parlamentari indirizzate al Ministro dell'Interno».