Cronaca
Impeto, rabbia e 70 coltellate, dinamica dell'omicidio di Santo Spirito
L'uccisione di Francesco Dogna ha elementi di efferatezza che non lasciano dubbi. Ieri l'autopsia: il killer ha inferito sulla vittima
Bari - domenica 12 gennaio 2025
8.56
Non meno di settanta coltellate inferte da qualcuno che si è accanito con particolare ferocia su Francesco Dogna, a giudicare dalla gravità delle ferite riscontrate su tutto il corpo. È quanto emerso dai risultati preliminari dell'autopsia eseguita dal medico Davide Ferorelli nell'istituto di medicina legale del Policlinico di Bari.
L'esame autoptico, durato otto ore - la relazione completa sarà pronta entro 90 giorni -, ha evidenziato numerose ferite causate da una arma bianca (non meno di settanta quelle contate) compatibili con l'uso di un grossa lama. Tagli profondi su vari organi vitali e soprattutto sul torace e sull'addome, a seguito di una serie di coltellate inferte con ferocia. Il tutto dopo una lite. Prima ci sarebbe stata una discussione, sempre più animata. Fino a diventare evidente ai timpani dei vicini.
Un delitto d'impeto quello in cui ha perso la vita l'impiegato della multinazionale Exprivia, di 63 anni, trovato riverso a pancia in giù, mercoledì mattina nel salotto della sua casa a Santo Spirito. Sebbene sul luogo ci sono delle telecamere private che non puntano soltanto lungo via Torino, l'assassino - è il ragionamento degli inquirenti, coordinati sul campo dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari, Carla Spagnuolo - potrebbe essere stato comunque immortalato.
Una telecamera, infatti, si trova proprio sull'isolato, a pochi metri dall'ingresso del civico 14 - in cui viveva la vittima -, e potrebbe aver ripreso il presunto autore dell'omicidio sia al suo arrivo che nella fuga dopo il delitto. Un feroce accoltellamento, forse l'epilogo di una violenta lite e colluttazione. Brevi fotogrammi, di una manciata di secondi. Quanto meno un punto di partenza per i Carabinieri della Compagnia di Bari San Paolo che potrebbero restituire la fisionomia dell'autore.
i militari stanno lavorando per estrapolare informazioni preziose sullo smartphone della vittima, oltre all'analisi del profilo sul social network Facebook dell'uomo. E gli esiti potrebbero fornire dettagli indicativi. Un altro aspetto: alcuni testimoni avrebbero detto di aver sentito delle urla tra martedì e mercoledì scorso, urla che potrebbero essere collegate con l'omicidio. L'efferatezza con la quale è stato colpito il 63enne, evidenzia ulteriori tratti inquietanti della psicologia dell'omicida.
Eppure l'uomo conosceva l'assassino. E quest'ultimo ha utilizzato molta accortezza nel muoversi lasciando il proprio veicolo lontano da via Torino. Lo dimostra il sangue rinvenute dai militari, sia sulle scale esterne dell'abitazione che in strada. 45 tracce ematiche che in via Iolanda si sono interrotte bruscamente. Perché?
L'esame autoptico, durato otto ore - la relazione completa sarà pronta entro 90 giorni -, ha evidenziato numerose ferite causate da una arma bianca (non meno di settanta quelle contate) compatibili con l'uso di un grossa lama. Tagli profondi su vari organi vitali e soprattutto sul torace e sull'addome, a seguito di una serie di coltellate inferte con ferocia. Il tutto dopo una lite. Prima ci sarebbe stata una discussione, sempre più animata. Fino a diventare evidente ai timpani dei vicini.
Un delitto d'impeto quello in cui ha perso la vita l'impiegato della multinazionale Exprivia, di 63 anni, trovato riverso a pancia in giù, mercoledì mattina nel salotto della sua casa a Santo Spirito. Sebbene sul luogo ci sono delle telecamere private che non puntano soltanto lungo via Torino, l'assassino - è il ragionamento degli inquirenti, coordinati sul campo dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari, Carla Spagnuolo - potrebbe essere stato comunque immortalato.
Una telecamera, infatti, si trova proprio sull'isolato, a pochi metri dall'ingresso del civico 14 - in cui viveva la vittima -, e potrebbe aver ripreso il presunto autore dell'omicidio sia al suo arrivo che nella fuga dopo il delitto. Un feroce accoltellamento, forse l'epilogo di una violenta lite e colluttazione. Brevi fotogrammi, di una manciata di secondi. Quanto meno un punto di partenza per i Carabinieri della Compagnia di Bari San Paolo che potrebbero restituire la fisionomia dell'autore.
i militari stanno lavorando per estrapolare informazioni preziose sullo smartphone della vittima, oltre all'analisi del profilo sul social network Facebook dell'uomo. E gli esiti potrebbero fornire dettagli indicativi. Un altro aspetto: alcuni testimoni avrebbero detto di aver sentito delle urla tra martedì e mercoledì scorso, urla che potrebbero essere collegate con l'omicidio. L'efferatezza con la quale è stato colpito il 63enne, evidenzia ulteriori tratti inquietanti della psicologia dell'omicida.
Eppure l'uomo conosceva l'assassino. E quest'ultimo ha utilizzato molta accortezza nel muoversi lasciando il proprio veicolo lontano da via Torino. Lo dimostra il sangue rinvenute dai militari, sia sulle scale esterne dell'abitazione che in strada. 45 tracce ematiche che in via Iolanda si sono interrotte bruscamente. Perché?