Il palazzo di giustizia all'interno
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Politica

Inagibilità del Palazzo di Giustizia, l'indignazione della politica

Piovono critiche sulla gestione della questione da destra a sinistra, tra pochi giorni la decisione definitiva

Il palazzo di giustizia di Bari cade letteralmente a pezzi. Dopo le indiscrezioni circolate un paio di giorni fa relative ai problemi strutturali dell'immobile, ieri durante una assemblea a cui hanno preso parte dipendenti, avvocati e magistrati il procuratore Volpe ha voluto essere chiaro dicendo che: «ci sono il 90% delle possibilità che lo sgombero sia dichiarato urgente». D'altronde lo stesso Volpe ha anche tenuto a precisare che in base alla perizia fatta dallo studio Vitone: «non c'è scritto che l'immobile sta per crollare, ma secondo l'ingegnere che l'ha redatta è necessario che vengano effettuati improrogabili lavori di consolidamento, incompatibili con la permanenza in sede e che non possono essere effettuati finché noi siamo lì dentro. Come datore di lavoro devo garantire la sicurezza dei lavoratori e se la situazione è quella rappresentata dall'ingegner Vitone devo dire andiamo via, chiudiamo, non stiamo più là». L'ultima parola in merito si avrà nei prossimi giorni, quando tra giovedì e venerdì i responsabili della sicurezza del Tribunale e del Comune di Bari daranno la loro sentenza in merito.

Nel frattempo non sono tardate ad arrivare le critiche e le reazioni da parte degli esponenti politici cittadini. Critiche alla gestione della situazione effettuata negli ultimi anni sono piovute da destra a sinistra indistintamente, davanti ad una situazione che in effetti ha del paradossale. «Oggi mi sono vergognata come rappresentante istituzionale - ha dichiarato la consigliera comunale Irma Melini - quando ho ascoltato il Procuratore della Repubblica riferire che ci sono il 90 per cento di possibilità che lo sgombero sia dichiarato urgente. Questo vuol dire disservizi per tutti, ma soprattutto ritardare e forse sospendere i processi in corso. Una situazione annunciata e temuta tante di quelle volte che voglio proprio ringraziare i vari ministri di giustizia che si sono succeduti fino ad oggi, il Comune che fino al 2016 seguiva direttamente le manutenzioni degli immobili e tutti i politici che parlano e non hanno prodotto nulla di diverso da quello che diventa uno sgombero d'urgenza. Sono contenta, però, di aver ascoltato un procuratore capo, il dottor Volpe, che si conferma ancora una volta un garante della giustizia, della collettività e degli operatori».

«Una vergogna senza eguali - le fa eco il consigliere Fabio Romito - che dovrebbe far riflettere tutti, non soltanto gli operatori del diritto. Per anni si è fatto finta di non vedere il problema, ostacolando iniziative private che avrebbero dato lustro e prestigio alla nostra città senza trovare una credibile e dignitosa soluzione alternativa. Per anni ci si è nascosti dietro mille scuse, ed oggi i risultati sono questi».

«Quello che avevamo previsto tantissimo tempo fa - sottolinea Giuseppe Carrieri - sta purtroppo accadendo: la Procura sta cadendo a pezzi e tra qualche giorno chiuderà i battenti. Il tribunale civile inoltre è transennato da mesi perché c'è pericolo di crolli. Parliamo di luoghi frequentati quotidianamente da migliaia di persone. Abbiamo proposto tante possibili soluzioni, ma a fronte di palazzi che crollano il sindaco dorme».

«Alcuni decenni non sono bastati per realizzare una sede dignitosa per gli uffici giudiziari del capoluogo di regione - puntualizza Michele Laforgia, grande escluso delle ultime elezioni nazionali e anche avvocato - e oggi la tragicommedia del palazzo di giustizia di Bari è arrivata al suo triste epilogo. Si è scoperto, infatti, che l'attuale sede del tribunale penale non sta in piedi e se ne ipotizza lo sgombero immediato. I processi saranno rinviati, sospesi, interrotti, salvo urgenze da celebrare chissà dove e chissà come, magari con i detenuti in catene, per ragioni di sicurezza pubblica. Vorremmo sapere com'è stato possibile arrivare a questo punto, e per responsabilità di chi. Abbiamo realizzato un nuovo stadio, ricostruito il Petruzzelli, innalzato ponti e inaugurato strade, caserme e ospedali, ma per la giustizia, quella cosa senza la quale non esiste nessuna comunità civile, non abbiamo avuto tempo e modo. Mentre altrove, in Italia e finanche nella regione, sono state realizzate monumentali costruzioni destinate a tribunali e corti di appello. A Bari no. A Bari potevamo aspettare».


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