Cronaca
Incendio al carcere di Bari, sette tra feriti e intossicati. Il Sappe: "Tragedia sfiorata"
Il sindacato sottolinea come nei mesi scorsi abbia in diverse occasioni denunciato le condizioni precarie della struttura
Bari - venerdì 26 gennaio 2024
20.01
Sono sette le persone rimaste ferite o intossicate a causa dell'incendio divampato oggi intorno all'ora di pranzo all'interno del carcere di Bari. Cinque di loro sono stati soccorsi al Policlinico. Qui sono giunti quattro agenti di polizia penitenziaria e un detenuto. Tutti loro, trasportati in codice rosso al pronto soccorso, sono in trattamento con ossigeno ad alti flussi. Sono tutti coscienti e hanno riportato una grave intossicazione da fumo, ma nessuna ustione.
Al Di Venere, invece, sono stati curati un detenuto, già dimesso, ed una infermiera. Le condizioni di entrambi non sono gravi.
E il Sappe rimarca il fatto di aver più volte denunciato le precarie condizioni della struttura, e il fatto che quanto accaduto era ampiamente prevedibile e che solo per un caso fortuito l'evento non è stato peggiore.
Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe, in una nota denuncia infatti «la gravissima situazione presente nel centro clinico in cui, a fronte di 25 posti disponibili, sono presenti più di 100 detenuti con gravissime patologie che, non trovando posto nella struttura medica, sono stati alloggiati nelle sezioni detentive ove la situazione igienico sanitaria è precaria anche a causa delle barriere architettoniche presenti per detenuti su sedie a rotella che potevano costituire grave pericolo in mancanza di vie di fuga adeguate».
«Non può stupire che tragedie annunciate poi si verifichino, tra il disappunto di chi sapeva ed ha messo la testa sotto la sabbia - aggiunge -. Tra il fuggi fuggi generale, alcuni detenuti su sedia a rotella sono rimasti bloccati senza possibilità di potersi salvare, se non grazie all'intervento di alcuni poliziotti che hanno messo a rischio la propria pelle per prendere in braccio i detenuti e portarli in salvo, per poi finire in ospedale con segni di intossicazione».
«Noi del Sappe non ci fermeremo e continueremo a denunciare la gravissima situazione del centro clinico di Bari, con la speranza di trovare qualche autorità che possa intervenire per mettere fine a questa situazione scandalosa», conclude Pilagatti.
Al Di Venere, invece, sono stati curati un detenuto, già dimesso, ed una infermiera. Le condizioni di entrambi non sono gravi.
E il Sappe rimarca il fatto di aver più volte denunciato le precarie condizioni della struttura, e il fatto che quanto accaduto era ampiamente prevedibile e che solo per un caso fortuito l'evento non è stato peggiore.
Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe, in una nota denuncia infatti «la gravissima situazione presente nel centro clinico in cui, a fronte di 25 posti disponibili, sono presenti più di 100 detenuti con gravissime patologie che, non trovando posto nella struttura medica, sono stati alloggiati nelle sezioni detentive ove la situazione igienico sanitaria è precaria anche a causa delle barriere architettoniche presenti per detenuti su sedie a rotella che potevano costituire grave pericolo in mancanza di vie di fuga adeguate».
«Non può stupire che tragedie annunciate poi si verifichino, tra il disappunto di chi sapeva ed ha messo la testa sotto la sabbia - aggiunge -. Tra il fuggi fuggi generale, alcuni detenuti su sedia a rotella sono rimasti bloccati senza possibilità di potersi salvare, se non grazie all'intervento di alcuni poliziotti che hanno messo a rischio la propria pelle per prendere in braccio i detenuti e portarli in salvo, per poi finire in ospedale con segni di intossicazione».
«Noi del Sappe non ci fermeremo e continueremo a denunciare la gravissima situazione del centro clinico di Bari, con la speranza di trovare qualche autorità che possa intervenire per mettere fine a questa situazione scandalosa», conclude Pilagatti.