Attualità
Incendio all'ex Socrate, il caso diventa un "affaire" politico
Residenti, comitati e associazioni contestano la liceità dello sgombero, ma il Comune sta già trovando altre soluzioni
Bari - martedì 22 dicembre 2020
16.43
Da "semplice" fatto di cronaca a vero e proprio caso politico. L'incendio di questa mattina nella ex sede del liceo Socrate, si sta trasformando in uno scontro aperto fra residenti (spalleggiati da comitati, associazioni, centri sociali) e Comune di Bari. La struttura da una decina d'anni ospita una comunità di lavoratori stranieri e richiedenti asilo, e attualmente l'ex scuola è abitata da circa una quarantina di persone in maniera stabile (lavoratori e lavoratrici precari o saltuari nei settori della ristorazione e del lavoro domestico e di assistenza) e da circa 50 ospiti, lavoratori stagionali o rifugiati in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno nella maggior parte dei casi; il vecchio Socrate, in alcune circostanze, ha offerto riparo anche ad alcuni cittadini italiani in difficoltà.
A sottolineare il problema politico è Angelo Cardone (Simret Tesfai, Comitato per la casa ed i diritti umani di Via Fanelli, Bari) che, citando l'accordo fatto con il Comune di Bari e Regione Puglia nel 2014 per l'autorecupero della struttura, mette in discussione la liceità dell'azione di sgombero, anche in considerazione dell'imminente lockdown natalizio: «Non ci pare che il Socrate possa essere definito un immobile occupato, dato il protocollo di intesa sottoscritto con Comune e Regione. Se si vuol invocare la legalità (amministrativa ma pur sempre legalità), si dovrebbe sollecitare le amministrazioni all'attuazione in tempi brevi degli accordi sottoscritti. L'unica cosa che ci parrebbe illegale sarebbe uno sgombero della struttura».
Sul posto sono intervenuti gli assessori Galasso (ai Lavori pubblici) e Bottalico (al Welfare) per prendere il polso della situazione, gestita in prima battuta da vigili del fuoco, polizia di Stato e polizia locale. In un secondo momento, quando gli animi si sono fatti più caldi, sono intervenuti anche i militari della guardia di finanza in assetto anti-sommossa. L'assessore Galasso sostiene che dal sopralluogo dei vigili del fuoco sarebbero emersi elementi per dichiarare lo stabile inagibile in quanto pericolante, a prescindere dalle risultanze post-incendio, comunque di piccole dimensioni e domato subito dagli inquilini. Un'ordinanza – quella dei vigili del fuoco – che i residenti dell'ex Socrate hanno più volte chiesto di visionare, senza successo.
«L'immobile necessita di interventi di manutenzione straordinaria e di adeguamento antisismico. L'immobile è quindi inagibile, ma non pericolante – ricostruisce Cardone. L'ufficio tecnico del Comune effettua periodicamente controlli sulla stabilità dell'edificio. Gli elementi provvisionali posti al piano seminterrato sono stati posizionati ad opera del nostro comitato ed a nostre spese per delimitare zone dove l'intonaco è deteriorato e c'è il rischio di caduta di materiali (ciò è avvenuto su indicazione dell'Ufficio tecnico del Comune). Nonostante gli impianti fognari vadano adeguati e non ci sia l'acqua corrente, il comitato e i residenti hanno sempre provveduto a garantire le basilari condizioni di igiene nell'edificio. L'allaccio di un punto d'acqua è stato fornito dall'amministrazione comunale nel 2013. Negli anni precedenti a partire dal dicembre 2009 il comitato provvedeva a riempire con autobotti la cisterna presente nel piano seminterrato dell'edificio».
L'assessore Francesca Bottalico, in queste ore, sta cercando una sistemazione temporanea per le persone residenti all'interno dell'ex Socrate, cui è stata data l'opportunità dalla Questura di entrare a gruppi di due nell'edificio per recuperare documenti ed effetti personali. «Se volessero – continua Cardone – la soluzione per farli rientrare almeno temporaneamente ci sarebbe, ma evidentemente la volontà non è questa».
Torna, però, di attualità la delibera del 27 novembre scorso da parte del Consiglio comunale, con cui si autorizza la demolizione dello stabile per costruire sullo stesso terreno un centro interculturale. Un progetto da 3,5 milioni di euro, che l'assessore Bottalico dice essere ancora in fase istruttoria, promettendo che la cittadinanza verrà coinvolta nella stesura.
«Non escludiamo la provocazione dell'incendio – replica Cardone. Un mese fa c'è stato questo stanziamento con una variazione sul piano delle opere pubbliche, ora l'incendio e la volontà di sgomberare la struttura. Ancora, però, non abbiamo visionato le carte. In ogni caso, attribuiamo questa situazione al fatto che il Comune non ha mai avviato il processo di autorecupero della struttura. Il problema è che cento persone perdono la casa; le istituzioni continuano a ragionare in emergenza. Non ci sono politiche per la casa e l'accoglienza dei lavoratori stagionali, nel frattempo le persone vengono spostate da un posto all'altro. Qualche giorno fa qui sono arrivati dei sudanesi arrivati da un insediamento "abusivo" a Roma; alcuni di questi lavoratori vengono messi in strada con la cadenza di una o due volte all'anno».
A sottolineare il problema politico è Angelo Cardone (Simret Tesfai, Comitato per la casa ed i diritti umani di Via Fanelli, Bari) che, citando l'accordo fatto con il Comune di Bari e Regione Puglia nel 2014 per l'autorecupero della struttura, mette in discussione la liceità dell'azione di sgombero, anche in considerazione dell'imminente lockdown natalizio: «Non ci pare che il Socrate possa essere definito un immobile occupato, dato il protocollo di intesa sottoscritto con Comune e Regione. Se si vuol invocare la legalità (amministrativa ma pur sempre legalità), si dovrebbe sollecitare le amministrazioni all'attuazione in tempi brevi degli accordi sottoscritti. L'unica cosa che ci parrebbe illegale sarebbe uno sgombero della struttura».
Sul posto sono intervenuti gli assessori Galasso (ai Lavori pubblici) e Bottalico (al Welfare) per prendere il polso della situazione, gestita in prima battuta da vigili del fuoco, polizia di Stato e polizia locale. In un secondo momento, quando gli animi si sono fatti più caldi, sono intervenuti anche i militari della guardia di finanza in assetto anti-sommossa. L'assessore Galasso sostiene che dal sopralluogo dei vigili del fuoco sarebbero emersi elementi per dichiarare lo stabile inagibile in quanto pericolante, a prescindere dalle risultanze post-incendio, comunque di piccole dimensioni e domato subito dagli inquilini. Un'ordinanza – quella dei vigili del fuoco – che i residenti dell'ex Socrate hanno più volte chiesto di visionare, senza successo.
«L'immobile necessita di interventi di manutenzione straordinaria e di adeguamento antisismico. L'immobile è quindi inagibile, ma non pericolante – ricostruisce Cardone. L'ufficio tecnico del Comune effettua periodicamente controlli sulla stabilità dell'edificio. Gli elementi provvisionali posti al piano seminterrato sono stati posizionati ad opera del nostro comitato ed a nostre spese per delimitare zone dove l'intonaco è deteriorato e c'è il rischio di caduta di materiali (ciò è avvenuto su indicazione dell'Ufficio tecnico del Comune). Nonostante gli impianti fognari vadano adeguati e non ci sia l'acqua corrente, il comitato e i residenti hanno sempre provveduto a garantire le basilari condizioni di igiene nell'edificio. L'allaccio di un punto d'acqua è stato fornito dall'amministrazione comunale nel 2013. Negli anni precedenti a partire dal dicembre 2009 il comitato provvedeva a riempire con autobotti la cisterna presente nel piano seminterrato dell'edificio».
L'assessore Francesca Bottalico, in queste ore, sta cercando una sistemazione temporanea per le persone residenti all'interno dell'ex Socrate, cui è stata data l'opportunità dalla Questura di entrare a gruppi di due nell'edificio per recuperare documenti ed effetti personali. «Se volessero – continua Cardone – la soluzione per farli rientrare almeno temporaneamente ci sarebbe, ma evidentemente la volontà non è questa».
Torna, però, di attualità la delibera del 27 novembre scorso da parte del Consiglio comunale, con cui si autorizza la demolizione dello stabile per costruire sullo stesso terreno un centro interculturale. Un progetto da 3,5 milioni di euro, che l'assessore Bottalico dice essere ancora in fase istruttoria, promettendo che la cittadinanza verrà coinvolta nella stesura.
«Non escludiamo la provocazione dell'incendio – replica Cardone. Un mese fa c'è stato questo stanziamento con una variazione sul piano delle opere pubbliche, ora l'incendio e la volontà di sgomberare la struttura. Ancora, però, non abbiamo visionato le carte. In ogni caso, attribuiamo questa situazione al fatto che il Comune non ha mai avviato il processo di autorecupero della struttura. Il problema è che cento persone perdono la casa; le istituzioni continuano a ragionare in emergenza. Non ci sono politiche per la casa e l'accoglienza dei lavoratori stagionali, nel frattempo le persone vengono spostate da un posto all'altro. Qualche giorno fa qui sono arrivati dei sudanesi arrivati da un insediamento "abusivo" a Roma; alcuni di questi lavoratori vengono messi in strada con la cadenza di una o due volte all'anno».